Non potete cambiare le scelte del fato, ma potete scegliere come affrontare le conseguenze. Il destino è composto da una parte di azioni dettate dal fato o fortuna che sia. Eventi del tutto occasionali e soprattutto imprevedibili la cui genesi NON dipendente da noi. Ma una parte di esso è dettata dalle nostre scelte sul come affrontarli. Se il fato ci riserva una vita amara, dolorosa e ricca di esperienze negative indipendenti dalle nostre azioni o volontà, come possiamo noi intervenire? Come possiamo fare la differenza? E soprattutto possiamo farla?
“Vedrai che tutto andrà bene…”. Quante volte abbiamo proferito questa frase, nel tentativo di volere instillare nella nostra mente quel piglio di speranza dinanzi a fatti avversi capitatici o che capitano ad altri. Ma se a questa frase di circostanza, non viene aggiunta un’ azione il suo significato reale rimane vago. Non esiste infatti, la possibilità del cambiamento positivo se la componente aleatoria dettata dal fato o dalla fortuna, non decide di aiutarci. Ed a maggior ragione, visto che la nostra volontà non può in assoluto influenzarla, è deleterio basarsi sulla stessa in attesa che il periodo negativo passi o ancor peggio cercando di avvalersi della stessa fortuna per trovare dei modi per poter sopravvivere alla sua mannaia. Infatti se le nostre scelte possono cambiare il modo di affrontare le imposizione del fato le stesse non possono agire sul medesimo. Spesso accade che se anche si sforziamo di raggiungere un obiettivo mettendocela proprio tutta, esso non arriva malgrado tutta la buona volontà, proprio perchè la fortuna ha deciso di voltarci, inspiegabilmente, le spalle. Tutta la nostra forza non può valere a molto se la sfortuna diviene la protagonista indiscussa della nostra esistenza: ed è un dato di fatto. Un’attività commerciale che potenzialmente ha tutte le carte in regola per avere successo, all’improvviso può crollare a causa di fatti imprevedibili ed inaspettati. Anche una piccola ipotesi di successo, se non viene suggellata da una componente decisa dal fato non funzionerà: ti puoi impegnare a fondo, tenterai di farcela con le tue forze. Ma non è certo che l’obiettivo arrivi.
Ma se i nostri obiettivi dipendono spesso dalla scelta del fato, dovremmo stare fermi ad aspettare che qualcosa cada dal cielo? Assolutamente no. Contesto gli assoluti fatalisti, quanto coloro che dicono che il destino dipende solo da noi. Trovo che questi due modi opposti ed estremi di tentare di spiegare le motivazioni che stanno alla base di un successo quanto di un insuccesso, siano deleteri ed inefficaci. E se queste motivazioni sono usate da comunicatori, guru o coach che siano, per cercare di motivare le persone facendo loro affrontare un grosso peso morale, che è inutile ai fini di aggiustare la propria situazione, ci ritroviamo in mezzo a motivatori di spinta, che non tengono affatto in considerazione che ci sono situazioni avverse che non dipendono affatto dalle nostre scelte od azioni e che non possono essere affrontate solo con l’ottimismo estremo imposto-ci. Perchè se è pur vero, che il modo di affrontare una situazione ostile e dolorosa fa la differenza, la stessa non la fanno le circostanze negative ed avverse che la vita od il fato ci pongono e ciò che accade indipendentemente da ciò che noi vorremmo.
Ciò dimostra che la nostra volontà NON può gestire le scelte del fato. Il fatto o per meglio dire le circostanze imprevedibili non imputabili a nostre scelte o volontà, hanno una grossa incidenza nella nostra vita ed è per questo che vanno considerate. Ed è proprio per questo motivo, che trovo immensamente sbagliato non prendere in considerazione tale aspetto, insegnando alle persone che basta avere lo spirito motivazionale corretto, per impedire che certi fatti avvengano o non avvengano.
Chi si ammala non sceglie di farlo, chi perde il lavoro per la delocalizzazione di un azienda non sceglie di essere licenziato. Chi viene violentato da bambino non sceglie di essere vittima di un pedofilo. Chi nasce nell’utero sbagliato o nel paese martoriato dalla fame e dalle guerre, non sceglie dove nascere. Chi nonostante i sacrifici non riesce a realizzarsi a causa di elementi e circostanze avverse, non ha colpa di ciò che accade. Chi nonostante le competenze, viene superato dal raccomandato, non rimane ad occupare un posto al di sotto delle sue capacità per meritocrazia. Il destino di ognuno di noi è in realta’ segnato da ostacoli e eventi imprevedibili A PRIORI che non dipendono nè dalla nostra volontà nè dal nostro intervento e SUI QUALI NON POSSIAMO FARCI NULLA.
Ed allora quale è il modo corretto per affrontare ed incentivare la nostra vita? Ho scelto quell’immagine di anteprima, per gli innumerevoli significati che presenta e che ognuno di noi vedendola, può ricavare. Ma la di là dell’attualità che fa ben capire l’abisso tra la volontà dettata dalla situazione sociale dei bambini profughi di guerra e l’abisso che c’è tra i nostri, quei 3 bambini incarnano perfettamente i 3 MECCANISMI DI AZIONE SOCIALE NECESSARI affinchè un “destino infausto”, segnato dalla sfortuna e dall’occasionalità, possa diventare azione anche positiva nonostante tutto. STALLO – TRAINO – SPINTA. Sono infatti queste 3 azioni che determinano la trasformazione di un evento avverso imprevisto e deleterio per chi lo vive, in opportunità. Perchè di quei 3 bambini in guerra solo uno è stato ferito dalle mine. Nonostante tutti e tre vivano nel medesimo contesto. Quindi, se una parte del destino non ce la scegliamo l’altra parte, ossia il COME decidere di affrontare le scelte imposte dal fato, si. Una persona sana non sceglie di ammalarsi, ma può può scegliere:
- se subire la malattia chiudendosi in sè stessa e mollare
- se chiedersi costantemente perchè il fato è stato cosi’ crudele, arrabbiandosi con il mondo e diventando lei stessa persona ostile
- se scegliere di combattere cercando di trasformare questa esperienza dolorosa, in opportunità
- e c’è persino chi riesce addirittura a battersi anche per i diritti di altri malati nonostante sia un malato
Solo in quel contesto la nostra volontà può fare la differenza. Nel come porsi difronte alle situazioni avverse di cui nessuno, tanto meno noi, abbiamo colpa. E gli altri, le persone che ci circondano, possono fare da traino o spinta e purtroppo a volte possono diventare ostacolo, alle nostre azioni. Vi chiedo e chiedetevi, difronte a ciò voi volete essere traino, spinta od ostacolo? Volete farvi accecare dal dolore sbagliando ogni cosa o il dolore lo considerate un modo per illuminarvi?
Chiedetevi se difronte ad un’ evento inaspettato e spiacevole, volete subirlo, diventarne ostaggio incattivendovi con voi stessi ed il mondo che vi circonda, o trasformarlo per ciò che potete in un opportunità. Perchè la vostra serenità non dipende dal chiedervi perchè il fato vi è avverso, ma sul come affrontarlo. E una parte è dettata dalle nostre scelte. Difronte a ciò voi volete essere traino, spinta od ostacolo?
IL CONSIGLIO DELLA SOCIOLOGA Se il fato ci riserva una vita amara, dolorosa e ricca di esperienze negative indipendenti dalle nostre azioni o volontà, come possiamo noi intervenire? Come possiamo fare la differenza?
La differenza non la fanno le circostanze negative ed avverse che la vita od il fato ci pongono, ma le persone. O meglio, la loro scelta di come affrontare ciò che accade indipendentemente da ciò che noi vorremmo.
Una persona sana, non sceglie di ammalarsi, ma può può scegliere se subire la malattia chiudendosi in sè stessa e mollare. Oppure potrebbe scegliere se chiedersi costantemente perchè il fato è stato cosi’ crudele, arrabbiandosi con il mondo. Un’ altra potrebbe scegliere di combattere cercando di trasformare questa esperienza dolorosa, in un’ opportunità. E c’è persino chi riesce addirittura a battersi anche per i diritti di altri malati nonostante sia un malato. Solo in quel contesto la nostra volontà può fare la differenza. Nel come porsi difronte alle situazioni avverse di cui nessuno, tanto meno noi, abbiamo colpa.
E vi chiedo, difronte a ciò voi volete essere traino, spinta od ostacolo? Volete farvi accecare dal dolore sbagliando ogni cosa o il dolore lo considerate un modo per illuminarvi?
Chiedetevi se difronte ad un’ evento inaspettato e spiacevole, volete subirlo, diventarne ostaggio incattivendovi con voi stessi ed il mondo che vi circonda, o trasformarlo per ciò che potete in un opportunità. Perchè la vostra serenità non dipende dal chiedervi perchè il fato vi è avverso, ma sul come affrontarlo.
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