Che domandona…. Non ce ne è un altra? Direbbe il buon vecchio Zenone (….) Eh no, sussiste l’obligatio de responsi controbatterebbe Seneca (…). Eggià. Passatemi la battutaccia visto che Zenone ha originato lo stoicismo ossia che tutto ha una ragione ed ha un origine ragionevole… Di certo quindi alla domanda non solo avrebbe voluto sentirsi dare una risposta, ma l’avrebbe pure trovata.
Da secoli sin dai tempi preistorici (mai capito perchè si chiamano così visto che la storia viene proprio dai cavernicoli e non esiste una pre-storia ma un storia) a meno che si riferiscano alla trascendenza fondante del genere umano, che ognuno identifica in (dio, meterore, vermi, scimmie, bing bang, ufo etc…). Comunque sin dall’era più antica quella paleozoica, ognuno si conforta e sconforta in base al gruppo di appartenenza. Tale gruppo viene detto Eleitario ossia appartenente ad un elite. Un elitario è una persona che crede che la società dovrebbe essere guidata da un gruppo selezionato di persone. Negli ultimi anni, il termine è stato usato in maniera molto più libera e la gente (soprattutto identificata ultimamente nella casta dei politici) che hanno avuto accesso alla ricchezza, potere, o di istruzione superiore sono stati etichettati elitari. Ma siamo certi che questo marchio lo abbiano solo loro? Mh, ne dubito fortemente. Mia nonna mi diceva sempre quando giudicavo qualcuno: “Prima di giudicare cara Elisa, conosci!”… E debbo dire che lo imparato a forza di tiratine di orecchie. E ancora ora quando mi si chiede un giudizio me ne guardo bene dal fornirlo. Perchè la domanda che mi pongo è: da che punto della conoscenza si può iniziare a giudicare costando che la persona muta e cambia??? Eh. Anche questa è un bella domanda. Ma torniamo al tema.
Se fino a pochi anni fa, il gruppo eleitario era identificato con dei requisiti ben precisi che spesso erano dati dai soldi, dalla posizione e dai diritti resi dalla nascita, oggi persino la “mediocrità” e la “trasgressione” è diventata eleitaria. Ghettizzando il sistema. Quindi non solo i vip e i politici sono un elitè.
E qua già mi vedo Seneca mettersi le mani nei capelli, come se non l’avesse già abbondantemente fatto secoli fa dinnanzi allo sfacelo dell’impero Romano e al suo che poi tanto stoico non dimostrava di essere, visto che fu in preda alle amarezze emotive. Eggià siamo guidati da una società emotiva ed elitaria in tutti i suoi aspetti.
Dalle comunità di paese, con i suoi gruppi chiusi di gestione, di genitori, di gruppi religiosi che predicano la comunione ma che premiano l’eleità. Da negozi e marchi che vendono brand decicati a…. Da posti vacanzieri out off popular limit’s. E Only VIP. Da biglietti treno e aerei, First class Second Class… da come ti trattano quando vai al ristorante. Guanti bianchi e miglior posto a sedere se arrivi con un Cajìienne… Certi i VIP hanno avuto il loro momento di gloria e allora chi non ci arriva che ha fatto? Si è organizzato e mai come ora la mediocrità è diventata elitaria. E anche il populismo ha il suo logos ora. Ma siamo certi che l’appartenenza ad un elité conformi? Una società elitaria è una società destinata al fallimento sociale, alla discriminazione e soprattutto alla ghettizzazione. Perchè nega l’ aggregazione, il mutuo soccorso, la relazione e l’interscambio.
Quindi che fare? Questa società deve iniziare a premiare l’aggregazione e non i gruppi eleitari. Basta caste di imbonitori, di politicanti, di giustizialisti, di opinionisti, di criticanti, di badanti. Basta con le ghettizzazioni date da gruppi specifici che mettono un pit stop a coloro che inesorabilmente ne stanno fuori. Visto che il compito di conservazione dell’elite oramai è appurato che è decaduto, oggi l’elite è diventata terribilmente snob. E snobbare l’altro, permettersi di giudicare chi è degno di entrare in una certa casta è involutivo.
Chi si salva? I bambini. Eggià i bimbi non si relazionano per status, a meno che non glielo si imponga. Quindi il primo tentativo di migliorare la condizione di vita ad esempio di tanti giovani che vivono in una città priva di spazi pubblici di aggregazione, passa anche attraverso il più semplice dei bisogni : il sabato sera, ormai destinato a solo “pochi eletti” ai quali è riservata l’entrata in discoteca con un determinato abbigliamento e provvisti di un portafoglio gonfio. Club, gruppi sociali, gruppi religiosi si sta vivendo in sette sociali. Se non si appartiene ad un certo regolamento si viene tagliati fuori.
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BETTY dice
Complimenti ,qualcuno deve pur iniziare per cambiare le prossime generazioni , ben venga !