Il pregiudizio sessuale è dato dalla morale popolare o da un moralismo? Che differenza c’è? E possono il senso di colpa, la diffidenza, la paura della non accettazione di se da parte propria e sociale, lo stesso pregiudizio essere cause che impediscono di vivere in modo sereno la propria vita sessuale? Scopriamolo insieme.
Cara Doc,
ti rispondo qui poi mi iscrivo ai tuoi canali e pagine web così partecipo alle conversazioni collettive. Per me la trasgressione non esiste, nel senso che ognuno di noi si costruisce un insieme di leggi morali (talvolta indipendenti dalla leggi comunemente condivise) e a quelle risponde. Se risponde a quelle, non vedo dove sia la trasgressione. Trasgredire per me significa mancare di rispetto alla propria legge morale, ed è un evento del tutto eccezionale e non augurabile.Ad esempio, io sono single e mi sono creata un codice di comportamento in base a esperienze e riflessioni personali. Secondo questo codice, mio e mio soltanto, io evito di avere rapporti con uomini sposati fidanzati o comunque impegnati. Quella volta che capita, opero una trasgressione, che nella mia mente equivale a debolezza, mancanza di convinzione, quindi ha una accezione del tutto negativa. Qualcosa insomma che non mi perdono, perchè alle mie regole sono fedele. La domanda è: ” quanto le mie regole sono socialmente accettabili? perchè è giusto avere un proprio codice ma questo deve comunque fare i conti con la c.d. morale comune”. Mi sono posta questa domanda soltanto di recente e credimi no è stato un percorso facile arrivare a una risposta. Ho dovuto superare tutta una serie di sensi di colpa che affioravano alla mente, che mi hanno fatto del male, ma ora credo di essere arrivata a un compromesso fra la mia visione della sessualità e quella comunemente accettata. Spero di essere stata chiara e aspetto una tua mail. Nel frattempo mi iscrivo al tuo blog così da poter partecipare attivamente alle tue discussioni. Baci
Carissima,
trasgressione è un termine importante che io stessa sino a pochissimo tempo fa amavo utilizzare come terminologia identificante. L’essere umano da quando nasce è in continua mutazione. Fisica, emotiva, psichica e culturale. Io stessa amo definire le mie evoluzioni come le evoluzioni di un serpente che mutano spesso pelle. Prima stanno bene nella loro pelle, poi mutano e nella fase di transazione vanno in crisi e si isolano, poi si rigenerano nella seconda. E sebbene nella prima pelle ci sono stati magari tre anni e più che bene, ora non potrebbero più utilizzarla perché sono “cresciuti”. Cosa significa? Che io ora non sono più quella che ero, che non lo potrò più essere ma che non rinnegherò mai ciò che ho fatto e vissuto perchè è proprio grazie a questa mia passata esperienza che io ora sono quella che sono, nel bene e nel male. Rinnegare un passato è errato, ma ad un certo punto esso rimane tale perchè quando ci si evolve ci sei rende conto di avere affinato e corretto certe metodologie che prima funzionavano poi no. Quindi ci si perfeziona. Avendo il coraggio anche di trasformare ciò che credevamo funzionasse. Solo gli stolti non si mettersi mai in discussione. Mettersi in discussione è sinonimo di una mente aperta brillante in evoluzione ed umile. Ma non confondiamo il mettersi in discussione con il cambiare sempre bandiera saltando da una posizione all’altra. Quello è diverso. Bisogna sempre rimanere ancorati ai propri principi o alle proprie ideologie sapendo mutare i metodi per esprimersi e per esprimerle. Tu stessa lo hai citato quando hai scritto “… Ho dovuto superare tutta una serie di sensi di colpa che affioravano alla mente, che mi hanno fatto del male, ma ora credo di essere arrivata a un compromesso fra la mia visione della sessualità e quella comunemente accettata”…Ma in questo tuo scritto in cui confermi di avere fatto un percorso doloroso e di mutazione, sottolinei che sei arrivata ad un compromesso. Ciò potrebbe essere corretto se il compromesso trovato non ti facesse sentire soffocata. E dalla tua lettera invece emerge che il compromesso, lo hai dovuto subire più che dirigere per presa di posizione obbligata e non perchè è un corretto metodo diplomatico che ti calza. Quindi mi sorge spontaneo chiederti il compromesso di cui parli con chi è?
- Con te stessa?
- O con quel lato di te stessa che non accettava la sua pulsione?
- O con la morale sociale?
- O con tutte e tre o parte di esse?
E io sono propensa a credere che nel tuo caso, da come hai scritto e ti sei espressa e dalle domande che hai fatto è un lato di te stessa che non riesci ad archiviare e che ogni tanto salta fuori proprio quando ti scontri con l’accettazione sociale che si capisce per te essere fondamentale. Ma a tutto c’è una soluzione. Anche a questo tuo modo di sentirti tirata e incompleta. Ma per portela fare emergere debbo aprire una parentesi fondamentale per farti capire da sola che certe terminologie collocate nel modo sbagliato fanno più danno che bene.
Tra le tue parole citi che: “Trasgredire per me significa mancare di rispetto alla propria legge morale, ed è un evento del tutto eccezionale e non augurabile“. Ottima definizione. Direi la più calzante. Ma subito dopo utilizzi la stessa parola “Trasgredire”per identificare il tuo modo di vita sessualmente alternativo e originale corretto. Quindi da una parte ammetti che la trasgressione è andare contro a delle regole e che da quel punto di vista non trasgredisci perché hai un tuo codice etico ben preciso, ma che dall’altra sei trasgressiva. Non è incongruente? Certo che lo è. Ma non sei tu che sbagli. Da sempre noi tutti siamo abituati spesso ad usare a sproposito e a verbalizzare certe terminologie non rendendoci conto che il significato delle stesse è diverso rispetto allo scopo per le quali si usano. Persino io in questi anni ho enormemente sbagliato. Come può un termine che etimologicamente significa andare contro alle regole, diventare un modus operandi alternativo in un contesto che di per se ha delle regole, ma sono diverse da quelle tradizionali? Non può. Ecco perchè da poco, visto che amo continuamente evolvermi, superarmi, affinarmi ho capito che sbagliavo ad abusare di un termine come la parola Trasgredire o Trasgressione per identificare ciò che è uno stile di vita originale. I parafiliaci hanno regole ben precise, diverse dalle regole tradizionali, ma non per questo scorrette. Potrebbero essere definiti trasgressivi da coloro che hanno regole diverse? Certo è possibile, ma è sbagliato. Perchè allora a quel punto se la parola trasgressione significa andare contro alle regole, capirai che ogni singola persona nella vita adotta delle sue regole personali diverse e uniche. Che ogni categoria di lavoro o sociale le ha, che ogni famiglia le ha, che ogni paese le ha, che ogni provincia le ha che ogni nazione le ha. Quindi che significa? Che tutti trasgrediamo sempre e comunque difronte a regole che sono diverse dalle nostre. Sarebbe assurdo non ti pare? Io comunista trovo che il democristiano sia trasgressivo perché non sta alle miei regole. Io Buddista trovo che l’induista lo è perché non sta alle mie regole. Io italiano trovo trasgressivo il comportamento del popolo della Giamaica perché ha regole diverse. E così all’infinito. Abusare della parola trasgressione o generalizzarla è errato. E quindi che parametri usare? Mi chiedi se esistono delle regole comuni? Ma certo. Le leggi civiche, la costituzione, le norme, le discipline che una comunità, una famiglia, una persona segue e rispetta quelle sono imprescindibili da una scelta personale. Anche se bevi il vino, ammetterai che guidare ubriachi è pericoloso e illegale o no? Allora perché tu bevi sei trasgressivo? Perché la metà della comunità dove vivi è astemia allora ti additano come una persona trasgressiva e perversa perché bevi vino? No di certo. Tu puoi bere quanto ti pare, e nessuno ti giudica anche se il vino gli altri non piace, sono solo gusti, ma se sai che devi guidare il tuo buon senso che è oggettivo e non opinabile, ti suggerisce che lo devi fare entro certo criteri oggettivi stabiliti dalla legge. Se fai quello che ti pare trasgredisci e violi le regole civiche e metti in pericoli gli altri. Le parafilie sono la stessa cosa. Tu vuoi porti in modo “alternativo, originale, unico” rispetto al sesso? Lo puoi fare. Sono solo gusti personali. Che non c’entrano nulla con la morale. Perché la metà della comunità dove vivi è tradizionalista allora ti additano come una persona trasgressiva e perversa perché fai sesso alternativo? No di certo. Tu puoi esprimere la tua essere parafiliaco quanto ti pare, che nessuno ti “dovrebbe” giudicare anche se le parafilie gli altri non le amano, sono solo gusti. Ma sai che per praticare senza problemi devi rispettare tuo buon senso che è oggettivo e non opinabile ed è lui che ti suggerisce che lo devi fare entro certo criteri oggettivi stabiliti anche dalla legge. Se fai quello che ti pare anche se sei parafiliaco trasgredisci e violi le regole civiche e metti in pericoli gli altri. Ma non perché sei una parafiliaca.
Perché stai male se sei pregiudicata e non giudicata, da chi non ti conosce? Se mantieni private le tue parafilie o le svolgi in luoghi pubblichi preposti, se non violi la morale e il buon costume cosa ti fa male? L’essere pregiudicata? Vedi, a volte bisogna trovare il coraggio di sapere ammettere che scegliere una strada che socialmente non è accettata per colpa di retaggi tradizionali e culturali geneticamente radicati in noi e pregiudizi moralistici porta sempre a delle conseguenze. E se ciò che cerca una persona parafiliaca, o gay o l’uomo casalingo, o la donna che fa il muratore è l’approvazione popolare, beh allora oggi come oggi non la troverà. Ma non perché va contro la “morale”.L’ha smentito la stessa definizione che di certo non ho scritto io. Ma è rea di avere fatto una scelta pregiudizievole secondo dei canoni di costume. Quindi la sola cosa da fare per stare bene in con contesto pregiudizievole, è vivere serenamente le proprie pulsioni, non aspettandosi che le persone che non le condividono e che non le comprendono le approvino. Ma rimane il fatto che abbiamo il diritto/dovere di avere coscienza che tutto ciò non è illegale, amorale, anti etico e non trasgredisce alle regole morali. E finendo con la tua ultima domanda: “ quale è la linea di confine corretta da usare in tutte quelle scelte che vanno contro ai canoni tradizionalistici radicati nell’essere umano” la risposta è: Quella di non violare l’etica civica, la legge, la morale (e non il moralismo) di non calpestare o abusare dei diritti di nessuno. Solo quella è l’unica linea di confine da rispettare. Se poi gli altri non condividono la nostra scelta e vivono con l’indice puntato pazienza. Il nostro benessere personale lo conosciamo solo noi e solo noi sappiamo come raggiungerlo sempre e solo nel rispetto di tutti. Dottoressa Salvi
Se volete porre un quesito scrivete o mandate un video-messaggio
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rosso cardinale dice
Ad un certo punto una persona che si trova davanti ad una spledida Signora intelligente Elisa Visconti, ce sbatte, formicola, se illude se ne innamora poi legge e piano piano la sua fisicità passa oltre e arriva a scoprirla. Prima si loda, poi si loda poi si inzia ad apprezzarla. Vede la sua intelligenza sottile, rimane a bocca aperta tipo pesce e tutti i giorni legge e ogni giorno na’ bomba. Ma Signora Elisa voi avete la facoltà, la capacità ecchennesò forse il carma di stupirmi sullo stupore. La vostra cultura e la vostra rigidissima regola di giudizio che vedo adottate anche su di voi, fa proprio venire voglia di non contestare una lettera. Perchè tutto non fa una grinza. Non esiste una falla nel ragionamento, o una nota debole, un cedimento. Vi fondate anzi fondate i vostri ragionamenti sull’oggettività. E nessuno può dire che il sole non illumina. E’ oggettivo. Voi non vi limitate -e la parola limitate è limitante visto che solo le vostre esperienze sono un bagaglio culturale abnorme- a parlare di ciò che conoscente e vivete, ma paragonate parole, definizioni che sono incontrovertibili all’esperienza per fare capire meglio i concetti e quando vi si legge uno dice eh già, cazzo è vero, ma che cazzo! Ma non perchè la pensa come voi, o perchè siete dannatamente fuori comune ma perchè vado a vedermi le definizioni ficcanaso come sono sul dizionario eh già! Il significato mannaggia è quello! Allora mi domando e dico, va bene il cattivo costume il retaggio socio culturale e via discorrendo ma se è sbagliato e che diamine diamoci un taglio! Ma chi lo ha detto fin ora? Mai vista roba del genere in tv ad esempio. Tutte le parafilie sono fatte vedere da persone idiote con la minigonna che nemmeno sanno l’italiano allora la gente fa 1+1=2 e dice se essere escort o mistress è quello stamo freschi ecche schifo.Vedi in tv escort che sono analfabete, mistress che lasciamo perdere ce ne era una fetish qualcosa che meglio nemmeno vederla. Nà zoticona, nà bufalaccia nà piattola, n’ analfabeta. Parla il finocchio presente alle puntate di pomeriggio 5 che non so come diavolo si chiama che urla dicendo io faccio il frocio effemminato dove me pare e mi vesto come me pare anche su lavoro e non rompetemi i maroni e la classe politica sinistra giù a dargli ragione perchè ce marcia perchè semo tutti anti frocio ma mica è vero, siamo anti circo, poi arriva la celebrale e colta Elisa Visconti e la signora fa con la manina no. E me ce diverto pure a dirve cocchi miei voi non siete parafiliaci ma siete la vergogna della categoria esibizionismo della peggior specie che mette infamia sulla categoria. E me viene da dire, cocco bello essere froci non è un reato ma l’atteggiamento che è lo fa schifo e datte na regolata!! Mi sono permesso di vederla così con il dito no no verso quelle che fino adesso sono le rappresentanti del sesso trasgressivo e non alternativo come giustamente ha sottolineato lei. Signora Visconti sono sempre più innamorato!! Un giorno me insegnerà come se fanno qua sopra le faccette!!!Perchè e se le merita tutte quante quelle con i cuori e i pollici alzati alla CESARE! Se andasse lei in tv sono certissimo che le parafilie prenderebbero un altra piega con lei!Quella giusta.
RC
elisavisconti dice
Lungi da me cardinale dare giudizi. Non mi piace farlo, non ne ho l’autorità nè i diritti, non lo vorrei mai fare. Ognuno è libero di esprimersi come crede anche se dovrebbe mantenere un certo decoro, ma purtroppo il senso del dovere non tutti lo acquisiscono: Ma di certo deve rimanere consapevole che se la società lo/la ghettizza forse proprio tutta colpa delle società non è. Ma di come lui /lei si pone. Nella storia ci sono state persone gay o lesbiche o addirittura pornostar che al di la della professione sono state viste e giudicate per il valore aggiunto che davano. Sarà più difficile emergere di certo ma se l’olio è buono, viene sempre a galla.
Per quanto poi la spettacolarizzazione delle categorie parafiliache in tv, non è poi tutta colpa dell televisione. E’ vero che loro tendono a proporre sempre dei “personaggi” ambigui e se vuoi sarcastici, per fare odience e “marciarci sopra” (bel termine) ma è pur vero che è difficile nel mucchio trovare qualcuno che non lo sia sai? Obbiettivamente ed oggettivamente oggi giorno dimmi, visto che sei un giornalista e ne vedi e ne sai anche più di me, quante escort, pornostar, mistress o altre categorie da spettacolo conosci di spessore?? E quindi non diamo sempre la colpa alla società. Lei riporta anche ciò che vede e se ciò che vede è circo….
PS: per le faccette fai copia e incolla di quelle che trovi in giro..dovrebbe funzionare. E per quanto riguarda la tv, avere ospite Elisa Visconti sarebbe una noia mortale, bla bla bla sulle parafilie i codici di condotta l’etica.Potrei fare addormentare i bimbi più inquieti e dove sarebbe poi lo spettacolo che tanto gli spettatori aborrano ma che poi alla fine dei conti cercano??Lasciamola a chi si sente affine con questa spettacolarizzazione… Io m’accontento di fare seria cultura anche mediante qualche sprazzo di sana parafilia video trainer, d’altronde ogni strumento se correttamente usato è legittimo pur di educare ad un corretto approccio parafiaco e mi dovrò anche io ogni tanto pur divertire no? Buona giornata cardinale 😉
Majo dice
Quando ero un ragazzino c’era in giro un altissimo senso sociale, ed una delle cose che insegnavano i maestri dell’asilo era che ‘La mia libertà finisce dove inizia quella dell’altro’, che non è poco come definizione..
Io uccido una persona? Ledo la sua libertà di vivere, rubo? Idem..
E per regolare questo ci sono le leggi: le leggi non sono quella cosa che ‘Una legge ingiusta ci impedisce di autofinanziarci’ (Craxi) e quindi me ne frego, ma sono quelle di Socrate, che decide di morire per seguirle, anche se ingiuste, perché è il corpo delle leggi che lo ha portato a diventare un uomo anziano e rispettato da tutti..
Le leggi si possono contestare, vanno cambiate, ma non vanno disattese altrimenti è il caos e finisce la libertà..
Oggi forse non lo vediamo, ma l’Italica disattenzione alle leggi ci ha già tolto tanta libertà..
Vorrei trovare chi mi dimostra che due persone omosessuali che si sposano ledono la libertà di altri, che la ledono le persone che decidono di rinunciare ad una fine della vita fatta di sola sofferenza, che la ledono persone che in casa loro, tra ADULTI CONSENZIENTI ed in sicurezza fanno quello che vogliono..
E la morale? La morale evolve e cambia, e di conseguenza non è per nulla assoluta come si vuol far credere..
Per i Greci un uomo che ama un uomo, anzi un vecchio che ama un giovane era una cosa da ammirare, oggi a noi fa schifetto assai..
Per Leone decimo, papa di Roma, il treno era la personificazione del Diavolo e quindi quel cosa che sbuffava vapore non andava portato in Vaticano..
Oggi prova a togliergli l’aereo..
Se la nostra morale va contro le leggi allora rinunciamoci, ma se sentiamo di essere nel giusto allora lavoriamo per far evolvere le leggi: se invece non lede le leggi e non diamo fastidio a nessuno allora perché non seguirla?
Anche io sono ‘disturbato’ da certe esibizioni, ma l’esibizione di una persona è una cosa, la negazione di un mondo un’altra..
Troppa gente parla di morale oggi, di ‘eresia’ cinquecento anni fa, di ‘contronatura’ dall’epoca della chiesa, di ‘contro’ questo o quest’altro..
E’ gente che si crea un codice ‘semplice’ di vita per non pensare, si addormenta su di esso e rifiuta ogni manifestazione contraria..
Peccato che queste manifestazioni non li riguardino, quindi in realtà sono loro ad imporre agli altri una cosa che gli limita la libertà e non viceversa..
Voglio trovare quel Gesù che ti dice: ”Empio e pervertito sarai dannato per sempre!!” aggiungendo ”Se però faccio la legge che non ti fa fare certe cose sei salvo”
Forse Gesù ti avrebbe parlato, e convinto di quello che diceva senza imporre nulla a nessuno..
E non mi pare che abbia mai parlato di sesso, ma forse di emarginati, abbandonati, nemici da amare, poveri ed esclusi..
A si.. una volta parlò di sesso: ”Chi non ha peccato lanci la prima pietra..”
Che tipo strano questo Gesù..
Un saluto
Majo
peter slv dice
Buonasera Miss Elisa,
sono in attesa della password per il blog, voglio comunque farLe sapere che Lei ha tutta la mia stima, leggere il suo pensiero è un’asperienza unica, molto utile, chiarificatrice, il Suo pensiero è un faro acceso nel buio, una mano tesa e amica, un’amica fedele e sicura che ti accompagna in questo “controverso” e “bigotto” mondo delle “trasgressioni” e dei “tabù”. Assolutamente non si può contestare nulla del Suo pensiero, è talmente chiaro e forte, probabilmente perche esso è frutto di grande esperienza, di grande controllo di se, di rispetto di se e dell’altro, insomma Lei è una vera forza e sono d’accordo che dovrebbe avere più spazio, molto pù spazio.
Rivolgo un inchino a Lei, alla Sua Sensibilità, alla Sua intelligenza.
peter (il disegnatore)
ben dice
Miss Elisa,
come già ho avuto modo di dire, sono d’accordo con quelle che credo siano le le lenee essenziali della Vostra prospettiva, cioè libertà ed etica. in questo vostro intervento confermate tutto questo e approfondite alcuni aspetti fondamentali della questione, primo fra tutti la differenza tra morale e moralismo, che è sempre bene ribadire
ben dice
inoltre ho trovato molto condivisibile anche l’intervento di Majo.
in realtà vorrei fare qualche puntualizzazione, per esempio sulla differenza tra morale ed etica, e sul fatto che le morali relative ad ogni cultura non possono avere un valore assoluto, e dire varie cose, ma credo che per arrivarci potrebbe essere più interessante porre una domanda: qual’è il fondamento dell’etica, e quello della morale? cioè, perchè ci dovrebbe essere un’etica, come si può dimostrare che l’etica è necessaria? esiste un ragionamento che dimostri l’etica, e la sua necessità, che sia realmente vincolante? oppure l’etica, al di là della morale, anzi delle morali che pongono le varie comunità, le varie culture, le varie religioni (morali comunque relative), è alla fine solo, o principalmente, una scelta individuale? io credo nella necessità e nell’importanza dell’etica, e personalmente l’etica che comprendo meglio è quella di schopenhauer (in due parole si basa sulla compassione, cioè sul riconoscere la sofferenza degli altri come essenzialmente identica alla mia, dato che in schopenhauer la volontà è l’essenza della realtà fenomenica, per cui tutti gli individui vivono la stessa tragedia), ma fondare l’etica come necessaria, è difficile, forse impossibile…
Majo dice
Ben, forse dovresti chiarire in modo più semplice cosa è l’etica per poi discuterne sopra (non è un rimprovero ndr 🙂 ).
Se ho capito la tua posizione etica è quell’interesse che ha come scopo il bene dell’altro e della comunità, morale è la attuazione, in diversi contesti e quindi con ‘regole’ diverse dell’etica..
Tradotto, se io dico che la mia libertà si ferma dove comincia quella dell’altro esprimo un concetto etico, ma stabilire se una famiglia deve essere poligama o monogama è un concetto morale che va visto nella realtà locale..
In un certo ambiente una famiglia poligama potrebbe violare una libertà in un altro addirittura rafforzarla..
E’ così?
Un saluto!
Manlio
ben dice
Majo, in effetti hai ragione, su alcune cose sono stato poco chiaro… comunque mi pare tu abbia capito e riassunto bene in poche frasi quello a cui mi riferivo.
ora non ho la possibilità di dilungarmi troppo, però vorrei fare un esempio: nel corso dei miei studi mi sono trovato di fronte il concetto di “senso sociale” di alfred adler, il quale riteneva che l’essere umano sano dovesse possedere, appunto, questo senso sociale, che è uno dei pilastri per agire moralmente come si deve e poter così essere felici, cioè, alla fin fine, secondo i canoni della famiglia cristiana, borghese, monogama, eterosessuale (basta vedere cosa scrive adler su omosessualità e sadomasochismo). il fatto è che, per esempio, basta dare uno sguardo a un paio di libri di antropologia per vedere come esistano o siano esistite comunità nelle quali comportarsi secondo i canoni della famiglia cristiana, borghese, monogama, eterosessuale equivarrebbe ad andare CONTRO il senso sociale di quella particolare comunità, caratterizzate da altre forme di parentela, di unione familiare, di protezione dei figli, di strategia di alleanze… questo per dire, in due parole, che gran parte dei valori sono relativi. anche per questo mi è simpatica l’etica del viandante di cui parla galimberti.
un saluto!
elisavisconti dice
ben dice
Certo Miss Elisa. ecco qui. Tra le aggiunte presenti nell’edizione del 1930 rispetto a quella del 1917 di Das Problem der Homosexualität (in italia in “Psicologia dell’omosessualità”, Newton Compton, 1994), c’è anche un capitolo sulle altre perversioni sessuali: sadismo e masochismo, feticismo, esibizionismo, sodomia (nel senso di zoofilia), necrofilia.
eccone alcuni brani:
“Le degenerazioni del sadomasochismo sono forse tra le peggiori depravazioni esistenti. E soltanto l’etica legata alla professione medica può permettere di superare il disgusto e di mantenere una certa equanimità e oggettività ascoltando racconti sulle più raccapriccianti situazioni che la mente umana abbia potuto concepire(…)
Nefandezze in tutte le varianti possibili, minzione e defecazione su tutte le parti del corpo del masochista- vittima del sadico – sia nella fantasia che nella realtà, sono fatti all’ordine del giorno (…)
Non è assolutamente possibile che in questa categoria di persone sia incluso il tipo umano adatto alla vita sociale. In questo caso non è solo il problema erotico ad apparire irrisolto, ma anche le altre due importanti questioni della vita, quella sociale e quella del lavoro, sembrano preoccupantemente prive di soluzione.”
Secondo Adler, pare che la convivenza sociale non possa includere al suo interno individui alla base dello sviluppo dei quali ci sarebbe, sempre secondo lui, «un certo grado di sfiducia, una visione pessimistica della vita che fa sì che ogni prestazione dell’individuo scaturisca da un senso di impotenza e non da una sensazione di forza»
secondo adler, la persona equilibrata risolve in maniera normale i tre problemi fondamentali (secondo lui…)della vita: l’amore, la convivenza sociale, il lavoro. il suo “uomo sano” è un uomo che crea una famiglia tradizionale occidentale, borghese, monogama, diciamo cristiana (anche se il concetto di “famiglia cristiana” è per certi versi un’invenzione); è un uomo che lavora, quindi produttivo (dunque funzionale al capitalismo, mi verrebbe da dire…), e che sa (deve, dovrebbe) andare d’accordo con gli altri.
il senso sociale adleriano include tutte queste caratteristiche, l’individuo “sano” e “sociale” dovrebbe possederle tutte. ma non ci vuole molto a costatare la paradossalità e l’insensatezza di una prospettiva simile, basta, per esempio, superare l’etnocentrismo europeo ed occidentale, dando uno sguardo a uno o due testi di antropologia (consiglierei “Contro l’identità” e “Contro natura” di Remotti, su questi argomenti), per rendersi conto che in comunità con costumi differenti dalle nostre, agire come agiamo noi occidentali, magari in base ai valori della famiglia borghese occidentale, equivarrebbe ad andare proprio CONTRO IL SENTIMENTO SOCIALE di quelle particolari comunità. in questo senso, secondo me, l’etica dovrebbe andare oltre, prescindere da i costumi e gli usi di un popolo o di una nazione, che andranno magari rispettati, quando necessario e quando non nuocciano al singolo individuo, ma mai assolutizzati, o posti (e imposti) come “naturali” o “razionali”.
elisavisconti dice
Majo dice
Ben, tutta la risposta che hai postato va ovviamente riportata agli anni cui Adler è vissuto e nella visione sociale di quel periodo, però farei notare che una parte della situazione che descrive Miss Elisa:
”Stiamo parlando del 1930? Post prima guerra mondiale ante seconda guerra mondiale. All’epoca di certo c’era un infinito bisogno di sicurezze, e la primaria sicurezza da proteggere e che proteggeva era la famiglia.”
possono ritrovarsi in parte dell’Italia di oggi: tra globalizzazione, perdita di identità nazionale, perdita di diritti civili e del lavoro la ‘chiusura’ in una visione di sicurezza come quella della famiglia tradizionale ed intesa in senso Cristiano è tornata molto in auge..
Infatti tutti i partiti politici se ne vanno a ‘mendicare’ voti dal papa, e tutti, chi in un modo chi nell’altro, parlano di famiglia e Cristianità.
Ridicola, se ci si pensa, è la posizione di partiti apertamente razzisti che però fanno riferimento ai valori Cristiani (scusate la posizione esplicita che ho preso). Quindi se oggi assistiamo ad un proliferare di Veline e di donne mostrateci come se fossero bambole, scopriamo per contro che quasi tutta Italia difende la famiglia tradizionale, nessun matrimonio gay, nessuna relazione di tipo convivente con diritti minimi: non sembra un controsenso?
Negli anni ottanta, anni più ricchi proprio in termini economici e di sicurezza sociale di questi, forse le cose sarebbero state viste in modo molto diverso
Per fare un parallelo storico: l’idea di famiglia Cristiana che abbiamo in testa (madre a casa ad accudire i figli, marito al lavoro, fedeltà coniugale e tanti bei figli) è quella romana, ovvero quella che ha permesso alla Repubblica Romana di creare un impero immenso..
Con la ricchezza, almeno nelle alte sfere, le donne hanno acquisito una libertà prima a loro negata mentre la morale è andata in ‘secondo piano’ e, tra matrimoni di convenienza, divorzi, figli legittimi ed illegittimi, le famiglie ricche si sono spezzate: diciamo che tra i ricchi al posto del ‘noi’ e del ‘dovere’ andava avanti il ‘io’ ed il ‘mio diritto’.
La crisi dell’Impero, la perdita di potere, la paura delle invasioni: tutto questo ha portato, insieme al Cristianesimo, ad un ritorno all’idea di famiglia tradizionale e dei ‘valori’ fondanti della società..
In questo senso secondo me è possibile pensare ad un parallelo con una parte (solo una parte) dell’Italia attuale.
Per contro, se mi posso permettere la cattiveria: chi predica come razzola? Sparare sui politici di oggi sarebbe come sparare sulla croce rossa, ma anche andando nel ventennio, tutto impregnato di ‘morale’ che trovavi? Nei film dei telefoni bianchi si vede la signora che rimprovera l’eroina del popolo perché ha fumato (quale immondo gesto!!), e quella ovviamente è innocente perché in realtà ha fumato la ‘cattiva’. Nel film la ricca ‘signora’ è vestita in modo casto e puro, così pure l’eroina (bruna) mentre la ‘cattiva’ (bionda) fuma e mostra qualche piccolo spiraglio.
Peccato che se vedi le foto delle feste dei ricchi, ad es. quelle dei saloni di prima classe delle navi di linea Italiane, tutte le donne fumano, bevono, indossano vestiti con ampie scollature, vivono una vita per noi normalissima ma assolutamente scandalosa all’epoca.. insomma: solita ipocrisia..
Volevo riprendere una frase già citata da Ben:
«un certo grado di sfiducia, una visione pessimistica della vita che fa sì che ogni prestazione dell’individuo scaturisca da un senso di impotenza e non da una sensazione di forza»
Come dice giustamente Lucien schematizzare è sbagliato, quindi dire che tutte le persone che si sentono attratte da un certo ruolo lo fanno per un determinato motivo è sbagliato a priori..
Può essere vero però che per alcuni l’idea della sottomissione esca fuori proprio da un senso interiore di inadeguatezza rispetto all’altro? Specie se di sesso opposto? Non per tutti, lo ripeto, ma per alcuni..
Un saluto
Majo
ben dice
va bene Miss Elisa, dovrei forse avere qualcosa di pronto, di più approfondito… dovrei dare uno sguardo e dare eventualmente una sistematina, invierò il prima possibile.
solo una puntualizzazione: è vero che Adler è datato, però modi di pensare simili al suo esistono e persistono ancora oggi, per questo lo utilizzo come esempio. inoltre, se si paragona il pensiero di adler a quello di Freud, di cui adler fu collaboratore e seguace prima di dissociarsene, si vede, nonostante l’epoca fosse la stessa, una diversità di prospettive considerevole. è vero che la dottrina freudiana può risultare sotto certi aspetti ambigua, e a sua volta datata e superata, però ricordiamo che Freud era quello dei bambini perversi polimorfi,
e del Disagio della civiltà (che tanto turbò adler), secondo cui l’individuo è destinato ad essere un nevrotico perchè necessariamente represso dalle regole sociali. in fondo, anche a quell’epoca un pensare diverso era possibile,
c’era già stato Nietzsche (che adler non ignorava) e l’anarco-individualismo di Stirner, volendo poi c’erano già stati, molto prima, Sade e Sacher Masoch, ecc., ecc.. Adler era socialista, e riteneva che la sua dottrina fosse perfettamente compatibile coi valori cristiani.. se a “cristiani” sostituiamo “borghesi”, con tutto ciò che questo comportava e comporta, si capisce come e perchè il suo fosse un rifiuto, dal suo punto dista un rifiuto “morale”, di certe forme di pensiero e di certe forme di condotta che anche a quell’epoca erano già più che pensabili.
Letizia dice
Gentile Elisa,
non nascondo la mia emozione nel vedere la mia lettera pubblicata, nel leggere la tua (perdonami il tu) risposta e nel constatare che dopo è nato un dibattito molto interessante che spero prosegua.
Sono d’accordo come sempre con tutto ciò che scrivi, per questo metterò in risalto nella mia risposta quello che invece penso che differenzi il mio pensiero dal tuo.
Ho notato che tu sottolinei spesso quanto sia importante non violare l’etica civica, la legge, il buon costume. Posso essere d’accordo, ma non sempre.
Non sopporto la trasgressione, ma la provocazione è assolutamente legittima, è parte fondamentale della vitalità. Talvolta la provocazione deve essere scioccante, deve passare attraverso gesti che minano “solo in apparenza” le norme comuni, il buon senso, dico solo in apparenza perché lo fanno solo per rinvigorirlo, per dargli un nuovo significato. Negano per affermare, nel quadro di quello che Duchamp chiamerebbe una “antiestetica contro una morale anestetica”.
Insomma, se passa un esibizionista in giro con una persona a quattro zampe in centro a Roma, io lo abbraccio e lo bacio pure.
Rimane comunque da sottolineare che questa provocazione che io ammiro non ha niente in comune con le urla dei personaggi televisivi che ho letto citati in alcuni commenti, da cui giustamente tu prendi le distanze e con i quali spero non ti confonderai mai.
Cordiali Saluti, Letizia
simone dice
signora Elisa accidenti ho letto il blog ma confesso la mia ignoranza non conosco cosa sia la parafilia devo guardare sul vocabolario.
elisavisconti dice