Mai, come nel caso “Stamina”, la magistratura fa la differenza. Una magistratura spaccata suddivisa tra magistrati che ritengono sia sacrosanto proteggere i diritti costituzionali ed internazionali alla cura, alla libera scelta del metodo con il quale curarsi, applicando le sentenze in base sia agi ordini Costituzionali che alle leggi che hanno permesso che il trattamento Stamina fosse utilizzato all’interno del SSN, dall’altra parte una magistratura che nega ogni diritto naturale dell’uomo e che impedisce che le ordinanze emesse vengano applicate.
E’ proprio sulle battute e le controbattute dei magistrati che si sta consumando il dramma dei malati in cura e di quelli che da mesi hanno la sentenza in mano che riconosce loro il diritto a curarsi con la metodica “Stamina”. “E come sempre in Italia esistono cittadini di serie A e quelli di serie B, e come sempre i diritti sono discriminati. E mentre il neo-direttore generale degli Spedali civili di Brescia Ezio Belleri, si affretta a discolpare la propria struttura chiedendo alla politica e al Governo di “risolvere la questione”, 17 malati in lista sono morti.
“ Belleri forse dimentica che la questione in sè, come altre questioni in sospeso contro i cittadini, sono i soliti “pasticci politici” e che la soluzione della questione è semplicemente fare applicare leggi che già ci sono. Applicazioni che dal Governo vengono disattese”. Tuona il presidente di Alleanza Italiana la Dr.ssa Salvi “Questo accade quando i politici e i burocrati usano le leggi solo per il proprio tornaconto personale sia esso economico che pratico, nella convinzione che 40 milioni di italiani siano a loro disposizione”.
“E’ la solita mala politica italiana” interviene Giacomo Gigliotti presidente di Viva la Vita Italia Onlus, malato di sla, che ha perso il ricorso per potersi curare a Brescia e assessore del PD nel comune di Castenedolo (BS); “mi vergogno di come i colleghi stanno affrontando la situazione, visto che anche la regione non ha mai ottemperato alla mozione 124 del 22.10.2013″, (sotto riportato l’intervento dell’ On.Mantovani) “approvata dalla maggioranza che avrebbe migliorato la situazione all’interno degli Spedali. Se la Regione in casi così importanti non sa proteggere le proprie strutture e i propri concittadini fornendo all’ospedale tutto il supporto necessario, allora le istituzioni a cosa servono?”.
” Belleri“, continua la Dr.ssa Salvi “ha asserito in un comunicato stampa del 24 febbraio del 2014 che gli ospedali fanno ciò che dicono le sentenze e che toccherebbe allo Stato cambiare le regole. Tutto ciò è falso. Se gli Spedali ottemperassero alle ordinanze non sarebbero bloccati. Inoltre lo Stato non deve cambiare le regole ma limitarsi ad applicare quelle che già ci sono”.
Ed è gravissimo che i medici si siano chiusi in un ostracismo senza precedenti. Vero, la volontà dei singoli non è coercibile, ma le responsabilità esistono e non possono e non debbono essere ignorate. Nè da parte dei medici che si sono sottoposti ad un giuramento e che devono rispettare leggi ed ordinanze, nè da parte della dirigenza degli Spedali che è obbligata dal TAR di Brescia e da tutte le ordinanze, a non interrompere le cure sinché non si sarà pronunciato.
Nel frattempo, le 13 associazioni che hanno aderito al Patto di Solidarietà, avanzeranno affinché si ristabilisca l’ordine e il diritti sia per i malati che per i cittadini italiani attraverso azioni di ordine giuridico. ” Ci siamo costituiti in una aggregazione di intenti” interviene Bruno Talamonti, presidente del Movimento Vite Sospese, “per due motivi. Il primo è che l’unione fa la forza e solo uniti si può sconfiggere questo crimine. Il secondo motivo è che vogliamo dimostrare che non c’è nessun bisogno di fare politica od essere partiti per poter proteggere i diritti dei malati, se le associazioni lavorassero bene ed unite condividendo ogni strumento i nostri problemi in qualunque settore verrebbero risolti. Come patto di Solidarietà abbiamo già mandati a procedere e porteremo avanti i diritti di chi non ha voce”.
Ed è proprio quello che sta facendo il Patto di Solidarietà. Visto che la prime azioni portate sul campo sono state la raccolta firme per rafforzare Il decreto Turco Fazio e la legge di Conversione Balduzzi, per rafforzare il “regime compassionevole”, affinché per ogni patologia si possa accedere a trattamenti, cure o metodiche , laddove non vi siano diverse comprovate terapie efficaci per migliorare la vita dei pazienti colpiti da malattie, patologie o traumi invalidanti ed/od incurabili.
Il Patto di Solidarietà metterà in campo, anche le prime azioni legali che si stanno costituendo. “A questo punto” spiega Andrea Sciarretta, papà di Noemi la piccola affetta da Sma1, “visto che le diffide e le ordinanze civili con ordine immediato di proseguimento di cure, per gli ospedali per il governo e per lo Stato sono acqua fresca e i nostri figli stanno morendo agiremo penalmente nel confronti di tutti coloro che si opporranno ai diritti dei malati e che non hanno messo in esecuzioni gli atti. Ne risponderanno penalmente! Se pensano che noi ci fermeremo qua rinunciando ai nostri diritti si sbagliano di grosso. Il bene di mia figlia ma anche dei malati coinvolti ha un valore che va oltre ogni sorta di interesse al di là della natura che esso ha”.
E mentre il Patto di Solidarietà è alle battute iniziali di un percorso si stanno approntando tutti gli strumenti necessari per ripristinare i diritti, oggi la raccolta firme #tuttoperunsorriso conti
” Visto che il Governo è sordo dinnanzi ai bisogni essenziali di noi genitori ” dichiara Thomas Ghidotti, papà del piccolo Nicola il bambino danneggiato da vaccino esavalente che da aprile grazie alla sua associazione “Un sentiero per Nicola” sta raccogliendo con la solidarietà di persone dello spettacolo e del calcio, le firme per il diritto alla cura ” grazie alla solidarietà di Martina Stella degli alpini, degli ultrà dell’Atalanta e di tutti gli amici intervenuti siamo già arrivati ad un buon numero di firme. Noi continueremo a scendere in piazza con i banchetti sino allo sfinimento per raccogliere le firme da presentare al parlamento Italiano per evitare che si ripresenti un altro caso come questo e che ogni cura data in regime compassionevole, compreso la metodica “Stamina” possa essere utilizzata da tutti, è un n ostro diritto!”.
“Già, ma è una vergogna”! Interviene Sara Fontana mamma di Leo&Ale, due fratelli entrambi danneggiati dall’incuria sanitaria. “Noi genitori non dovremmo batterci per poter avere l’accesso a qualcosa che la legge dichiara che si può fare! Ma dovrebbe essere garantito a tutti. Non avrei mai pensato che nella mia vita avrei dovuto lottare contro lo Stato, per poter fare sopravvivere i miei figli, mentre dovrei dedicare loro ogni secondo del mio tempo”.
A cura di Paolo Borrometi
E per ricordare la mozione e le parole di dell’ On. Mantovani che però non hanno avuto il corretto prosieguo:
Lascia un commento