Che cosa significa farsi condizionare? Esercitare un’azione che limita, modifica qualcuno o qualcosa influenzandolo nelle sue scelte spesso senza che lo stesso se ne accorga o addirittura arrivando a condizionarne le azioni a tal punto da ritenerle che le azioni da noi intraprese sono una scelta dettata dalla propria scelta personale. Ma ritengo essere molto più acuta la definizione che definisce il condizionare come il subordinare qualcuno a determinate condizioni, che da solo non farebbe; attraverso specifiche influenze. Vere e proprie azioni di condizionamento di massa, sono state somministrate per anni da comunità, gruppi, governi come da sette religiose o guru. Si è condizionati su cosa mangiare, su che cibo comprare, su che moda seguire, sul che tipo di linguaggio utilizzare. Si è condizionati su che viaggi fare, in che alberghi alloggiare, su quali trasmissioni guardare, che musica ascoltare e così via. Si è praticamente condizionati su tutto.
Ma sempre più spesso succede che sono propri i mezzi di comunicazione mediatica la causa principale di condizionamenti che stanno diventando sempre più profondi nella vita umana e meno trasversali determinandone le scelte prioritarie. Ciò è successo in modo eclatante negli ultimi governi. E succedi soprattutto nei casi di cronaca nera.
Infatti sempre più spesso ciò che viene comunicato, è talmente influenzato dalle opinioni di sociologi, psicologi e giornalisti che la notizia in sé perde valore e viene rimpiazzata dalle opinioni che “gli altri” si fanno delle stessa arrivando addirittura a travisarne i contenuti condizionando poi il pubblico ad una scelta tutt’altro che obiettiva.
Questo accade perché l’immagine che gli altri si fanno delle situazioni coinvolte in questo condizionamento ambientale mediatico è così negativa o traviata che ciò che viene detto, o i fatti in sé, vengono adulterati e non ascoltato.
I casi eclatanti dei processi fatti su basi indiziarie che hanno fatto di molti ragazzi capi espiatori di mostri gettati in pasto alla cronaca e addirittura arrestati e obbligati a contare preventivamente una pena senza averne prove certe di un loro coinvolgimento penale, è purtroppo cronaca nera dell’Italia.
Ma i condizionamento ambientale, è anche dato, come sosteneva Owen, da come un individuo viene educato. Di fatto l’ambiente in cui il soggetto vive e le stesse circostanza occasionali con le quali viene in contatto, condiziona addirittura la formazione della sua personalità.
Se l’ambiente sociale quindi, condiziona l’individuo occorre che tale condizionamento abbia una valenza positiva: quindi occorre una trasformazione dell’intera società in senso positivo e propositivo.
Anche nel lavoro si può venire fortemente condizionati. Di fatto in presenza di un’impresa attiva e produttiva, guidata da un imprenditore che come principe illuminato si dedica alla crescita morale, culturale ed economica dei propri dipendenti avrà un tornaconto produttivo ed emotivo esponenzialmente positivo e propositivo.
Nella famiglia, i condizionamenti determinato una sottomissione di figli, madri e padri che vengono costantemente influenzali su una cattiva immagine di sé.
Ad esempio dire costantemente ad una donna non sei una buona madre ( perché ha deciso contro la scelta del marito di andare a lavorare ) ponendo aventi motivazioni quali: non hai bisogno di lavorare perché il mio stipendio basta; non rendendosi conto che uno spazio personale è fondamentale per ricaricare le energie, come realizzazione personale ne limita e condiziona la funzionalità identitaria. E se una donna non è felice non potrà non solo essere una buona madre, ma anche una buona compagna.
Un altro esempio di condizionamento sociale è quando genitori o famigliari od amici, ci condizionano dicendo ad esempio che non stiamo bene vestiti o pettinati in un certo modo che però a noi piace, e continuamente ce lo ricordano soprattutto tra altre persone.
Oppure il condizionamento più classico a cui ognuno di noi, soprattutto i bambini, sono costantemente esposti. I messaggi subliminali pubblicitari. E che dire del farsi condizionare attraverso la musica, (messaggi subliminali attraverso i dischi che se giravano al contraria contenevano vere e propri messaggi spesso di matrice religiosa, satanista o politica).
Il condizionamento viene utilizzato nel quotidiano o per ottenere dalle persone influenzabili una determinata risposta fino in casi estremi a esserne completamente plagiati. Il condizionamento dello stile di vita, che rasenta il plagio, più grave è quello utilizzato da sette, guru, congregazioni attraverso metodi quali:
1) Ricatto morale: l’adepto viene ricattato con la perdita degli affetti. Una morte civile viene minacciata all’adepto che sarà allontanato da tutti gli amici e i parenti parenti rimasti nella Congrega.
2) Povertà indotta: all’adepto viene impedito un normale ciclo di studi o di lavoro che possa realizzare una condizione di benessere. Nella povertà indotta i rapporti con la Congrega assumono un valore maggiore, e questa condizione di bisogno viene usata come arma di pressione.
3) Lavoro gratuito: all’adepto viene fatto svolgere un lavoro gratuito a cui viene dato un valore spirituale. Lo sfruttamento del lavoro gratuito è una costante di tutte le Sette.
4) Allontanamento dei fuoriusciti: all’adepto viene impedita la frequentazione con i fuoriusciti, che ormai liberi dal condizionamento e resi conto della condizione di schiavitù nella quale erano stati ridotti, potrebbero sviare gli adepti rimasti nella setta.
Quindi, siamo costantemente condizionati dagli altri.
E tutto questo condizionamento quanto rende l’uomo veramente libero di scegliere? Per paradosso in una società democratica e libera come la nostra, siamo continuamente bombardati da messaggi condizionanti. Ma chi c’è veramente dietro tali messaggi? Chi studia cosa propinarci e in che modo? Chi decide dove dobbiamo andare, cosa fare e come comportarci? Vi stupireste sapere che ci sono veri e propri studi di settore fatti da antropologi e psicologi che studiano come influenzare le scelte di ogni individuo in base all’età, all’estrazione sociale e al target. Ma c’è la possibilità di poter uscire da questo calderone condizionante? Ascoltate la mia ricetta.
La ricetta
Non esiste una modo per non farsi condizionare. In realtà siamo così bombardati da messaggi di esempio e di influenza che non possiamo sapere cosa veramente è una nostra scelta originale o cosa è frutto di un condizionamento. Ma è possibile controllarlo. E per fare ciò è necessario è allenare la propria autostima, conoscersi a fondo avendo fiducia delle proprie possibilità ed essendo perfettamente consci dei propri limiti imparandoli a gestire. Ma come?
Primo: bisogna preparare e coltivare un proprio livello di autostima che è direttamente proporzionale al proprio livello di preparazione. Bisogna innescare un circolo virtuoso che preveda preparazione= aumento della mia autostima
Secondo: pensa ai tuoi pensieri. A volte sappiamo essere i peggiori nemici di noi stessi. I pensieri negativi possono letteralmente distruggere la tua autostima. Continuare a ripeterti frasi come “non sono all’altezza”, “non ci riesco”, “non sono capace” è un modo per la tua psiche di creare delle scappatoie quando hai paura di affrontare qualcosa.
Terzo: cura il tuo aspetto. Sentirsi bene con se stessi, piacersi, aumenta non solo il livello di endorfina ma anche la propria autostima. L’immagine che abbiamo di noi stessi ha un impatto determinante sulla nostra autostima: questa immagine non è immutabile e curando quotidianamente il nostro aspetto possiamo migliorarla, migliorando la nostra autostima.
Fai esercizio fisico: quando ti senti in forma con te stesso la tua autostima raggiunge un picco. Senti che stai facendo qualcosa di buono per te e le endorfine fanno il resto.
Conosci te stesso: sun Tzu nell’arte della guerra dice: “Conosci te stesso e vincerai tutte le battaglie”. La carenza di autostima è generalmente legata ad una cattiva considerazione che abbiamo di noi stessi. La domanda è: questa cattiva considerazione è giustificata? Se non conosciamo realmente noi stessi, quali sono i nostri difetti e quali sono le nostre qualità, non potremo mai saperlo.
Sorridi: il sorriso è il nostro miglior biglietto da visita. Un bel sorriso semplice, spontaneo, cordiale è il modo più diretto ed efficace per dire a te e agli altri:
Parla lentamente: parlare lentamente ti aiuta ad accrescere la tua autostima. Come?! Parlare con lentezza e determinazione cambia il modo in cui gli altri ti percepiscono e contribuisce a migliorare la tua immagine. Le persone che hanno autorevolezza parlano lentamente e con chiarezza.
Impara a dire no: sapere dire No quando serve è una dimostrazione di grande autorevolezza. Sopratutto in ambito lavorativo, dire qualche No può aiutarti ad affermare le tue posizioni e di conseguenza accrescere la stima che hai di te stesso.
Fissa un piccolo obiettivo e raggiungilo: le nostre vittorie influenzano la considerazione che abbiamo di noi stessi. Inizia con piccoli passi. Fissa un piccolo traguardo che puoi raggiungere oggi stesso. Ogni piccola vittoria che otterrai accrescerà il tuo senso di autostima e ti permetterà di scalare vette sempre più sfidanti.
L’allenamento del Coach
Alcuni esercizi per evitare il condizionamento ambientale:
Essendo un attitudine derivante dall’autostima, implementando la stessa il condizionamento ambientale lo si impara a controllare. Di fatto non si può ne minare né limitare perché siamo costantemente sottoposti allo stesso. Ma possiamo imparare a riconoscerlo e a gestirlo. Come fare quindi a implementare la nostra autostima? Ecco alcuni semplici ma efficaci esercizi, che vi consiglio di eseguire costantemente per almeno tre mesi tutti i giorni, affinché il meccanismo del ricordo, dell’abitudine e dell’autostima formi un imprinting indelebile.
1. Fai una lista delle tue qualità: tutti abbiamo delle qualità e delle cose che ci piacciono di noi. Dobbiamo imparare ad individuare queste cose e ad esserne consapevoli. Fermiamoci allora e facciamo una lista delle cose di cui andiamo fieri di noi stessi. Non devono essere per forza grandi cose, anche piccole cose. Poi recitiamo ad alta voce “io amo …” seguita dalla cosa che ci piace di noi stessi.
2. Fai qualcosa ogni giorno: chi ha poca autostima è facile che si senta anche triste e senza voglia di fare nulla. Spesso questo succede perché si crede di non riuscire a fare bene, allora si preferisce non fare assolutamente niente. In questo modo però non si impara mai a fare una determinata cosa, e quindi non si migliora mai. Anche se fate una cosa male, fatela. L’importante è fare, prima o poi migliorerete.
3. Descrivi cosa farai quando avrai raggiunto il successo: la mancanza di autostima si concretizza quando vogliamo raggiungere un obiettivo, ma ci sembra lontano e irraggiungibile. È in questi momenti che non avere autostima ci blocca e distrugge i nostri piani. Cosa fare allora? Prendiamo carta e penna ed iniziamo a descrivere cosa immaginiamo che succederà se avremo tanta autostima e avremo portato a termine i nostri obiettivi.
4. Soppressione dei pensieri negativi: chi ha poca autostima ha sempre pensieri negativi. Oh no, se farò così e fallirò succederà cosa, tutti mi guarderanno, sarò sotto gli occhi di tutti, non ci riuscirò mai, sono un fallito, ecc. ecc. Questi pensieri sono ricorrenti e innescano un circolo vizioso di deprezzamento di noi stessi e piano piano ci auto convinciamo di ciò che diciamo. Quindi fermiamoci e pensiamo a come risolver il problema e non a ciò che emotivamente esso ci da.
5. Abituati a tenere un diario giornaliero: appunta i tuoi pensieri ricorrenti, registra le tue piccole vittorie, scrivi cosa è andato bene e cosa è andato male durante il giorno. Questo piccolo esercizio ti aiuterà ad avere un’immagine più oggettiva di te stesso e probabilmente una migliore autostima.
6. Aiuta qualcuno che non conosci: Aiutare uno sconosciuto non solo ci rende immediatamente più felici, ma è anche un ottimo antidoto per la mancanza di autostima. Sentire di contribuire sinceramente al benessere di un’altra persona ti fa sentire bene e migliora la percezione che hai di te stesso.
Se volete porre un quesito scrivete o mandate un video-messaggio
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Betty dice
Complimenti ,un articolo molto chiaro e completo !Avrei una domanda ,non e dannoso che un paranoico patologico( ci sono varie forme e comportamenti ) venga danneggiare la società e quelli intorno a lui seguendo questi consigli ? Per il tipo di “malattie” che rendono inconsapevoli del proprio stato , lavorando nella direzione di autostima porta alla follia e despotismo ,non si può continuare a dire “sei il meglio,sei bravo” per fargli credere ciò poi ci troviamo circondati dalle scimie con aria ” berlusconiana ” o altre copie di CEAUSESCU “. L’ autostima viene anche da ciò che DAI alla vita per la VITA e per l’amore, non da quello che pretendi o credi senza consapevolezza di essere .
antonio catuogno dice
mi interessa pure a me la risposta e aggiungo come ai noi uomini non imparaiamo mai dai bostri errori? complimenti per Alleanza Italiana
Elisa Visconti dice
Cara letizia, io sono una sociologa non una psicoterapeuta, i consigli vanno dati a persone che hanno un equilibrio accettabile…Chiaro che nella rete non posso discernere…. Nel coaching invece l’allenamento si fa solo a chi lo ricghiede…ma, nel caso in cui una persona non avesse un equilibro per situazioni psichiatriche o varie, lo indirizzerei a professionisti di diverse competenze in base a ciò che in prima analisi riterrei opportuno senza esitare… come etica di fatto, non tratto casi che possono anche da un analisi poco approfondita risultare borderline, ma consiglio sempre un approccio più specialistico. 😉
Elisa Visconti dice
Antonio l’uomo impara fino a quando non dimentica, a quel punto tende a rifare l’errore….