Bisogna lavorare sulla consapevolezza del sé e sull’immagine che gli altri hanno di noi. Possiamo possedere un grande comunicativa un ottima immagine di noi, estetica, culturale, di status, simpatia e senso dell’ironia, possiamo saper parlare con il giusto linguaggio, dire cose corrette ed oggettivamente incontrovertibili, ma se non sappiamo comunicare nelle giuste modalità si corre il rischio di venire fraintesi e di non riuscire a fare passare il messaggio come vorremmo. Molto spesso durante il coaching con istituzioni, manager mi si chiede : “ io possiedo una grande comunicativa, mi so porre nel modo giusto,sono un uomo piacente, do spazio quando gli altri parlano, dico cose giuste eppure mi si contesta come mai dottoressa?”. Al di la del fatto che durante un azione di coaching analizzo soggettivamente il comportamento della persona per cercare di mirare a specifici obiettivi di miglioramento nelle aree che sono la causa spesso inconsapevole dei risultati ottenuti, ci sono delle motivazioni oggettive che sono concausa del fatto che, nonostante noi ci poniamo nel modo adeguato, veniamo concepiti diversamente. Per fare ciò è necessario dotarsi di strumenti e metodi adeguati affinchè gli altri possano interpretare la nostra comunicazione esattamente come noi vorremmo, e che possa essere catalizzata nei rapporti propositivi comunicativi che noi vorremmo palesare.
Come sociologa studio e analizzo il comportamento umano, che ha delle sue dinamicità peculiari. E sono giunta alla conclusione che, psiche a parte (la quale possiede una sua specifica dinamicità e che è spesso in presenza di patologie narcisistiche o di altra natura, è causa di alterazioni dell’immagine di noi stessi o del sé altrui a prescindere) sono le emozioni umane che muovono le scelte individuali e sono le stesse con le quali l’uomo risponde non tanto a ciò che vede ma come lo avverte. Per poter essere recepiti in un determinato modo è necessario saper utilizzare quindi degli strumenti emotivi e comunicativi ideali per un determinato contesto.
In seguito l’esempio di una cattiva ed lesiva azione giornalistica e umana della comunicazione del mezzo d’informazione. Perché provocare significa che con alta intelligenza ed astuzia si stanano i punti deboli politici dell’ ospite mettendolo nelle condizioni di apparire una persona incompetente, se ciò è quello a cui si vuole arrivare, e non certo risultare antipatiche, fare di tutto per mettere a disagio il proprio ospite, ridicolizzare l’operato e l’immagine pubblica, prevaricare i tempi giornalistici parlando sopra l’altro, offendere né tanto meno dibattendo sul gossip. Questo è opinionismo non giornalismo.
Betty dice
Bellissima ,ampia analisi della inconcludente ,incapacità di professare la comunicazione . L’pportunismo di certi ” giornalisti” anche questo caso dimostra quanto sono incoretti e arrivano ad essere veramente ridicoli eppure sono tanti che li guarda ,li legge ed é per questo che la qualità dell informazione e sempre meno raggiungibile.