Il mio percorso come terapeuta e sanitario è iniziato quando, laureanda in sociologia, ho scoperto l’affascinante mondo della salutogenesi. Prima di allora, come molte persone, ero convinta che la malattia, fosse causata da una disfunzione organica, da un evento avverso, da infezioni virali, fungine, parassitarie o batteriche, da una causa genetica o predisposizione familiare; ma mai avrei preso in considerazione quanto il nostro comportamento, le nostre abitudini, le emozioni negative (rabbia, frustrazione, rammarico, paura etc) lo stile di vita, le nostre relazioni e l’autorealizzazione personale, potessero influenzare i meccanismi organici e quanto questi se previsti possano evitare molte malattie e in caso di malattia velocizzare il processo di guarigione.
Questa consapevolezza mi ha permesso di poter affrontare il percorso dapprima riabilitativo ed ora medico chirurgico con un altra “forma mentis” e un altro “obiettivo“, rispetto a quello puramente organico, che hanno molti colleghi sanitari.
Mi ha permesso di considerare tutti quegli aspetti che fanno parte della nostra vita e che influenzano, in modo a volte secondario ma sempre più spesso primario, la nostra salute, la malattia e l’intero processo di cura. Sia come fattore di rischio, ma anche come promuovente od aggravante e di contro, come fattore favorente.
In quanto scienza dello sviluppo della salute, la salutogenesi si concentra sui fattori che contribuiscono allo stato di benessere e di malattia dell’uomo più in particolare, il “modello salutogenico” riguarda la relazione tra salute, fattori epigenetici e capacità di risposta.
La salute o il benessere è uno “stato di equilibrio e soddisfazione” che coinvolge tutti gli elementi che fanno parte dell’essere umano. Psiche, energia, emozioni, corpo, ma anche il comportamento (personale, relazionale e sociale) e spirituale. Volendo allargare il razionale salutogenico anche agli animali, ai vegetali e alla stessa terra, per trovarsi in uno stato di salute, debbono preservare e salvaguardare ogni aspetto che li riguarda. Senza benessere infatti, ogni attività umana, animale o vegetale che sia è compromessa.
Cosa è la Salute
Per poter parlare di salute e in special modo di promozione della salute è necessario tenere in considerazione tutti gli aspetti che, possono concorrere ad una disfunzionalità che possa innescare o acutizzare una patologia, ma non solo; anche nello sviluppo di strumenti dapprima diagnostici e poi terapeutici è necessario tenere in considerazione l’uomo in ogni suo aspetto e non unicamente nello studio e trattamento della funzionalità organica. Per far comprendere come tali realtà siano interconnesse alla salute la ricerca scientifica negli ultimi anni, si è concentrata anche su questi fattori individuando nell’epigenetica, la causa o concausa delle malattie ivi compresi i tumori.
E se la ricerca medico-scientifica mira a fornire all’ uomo una migliore qualità di vita e quindi della salute, anche mediante lo studio di fattori epigenetici (lo studio delle basi genetiche dei comportamenti individuali, relazionali e sociali che modificano in modo mirato il genoma umano) in pubmed ci sono più di 89.000 studi, gli operatori sanitari hanno la responsabilità di favorire il processo diagnostico, prognostico e di cura, attraverso la presa in carico del paziente nella sua complessità nosologica che non è solo quella organica, ma anche quella emotiva, psicologica, comportamentale e per molti autori come Syme, spirituale.
Investire sulla salute non sulla malattia
Sebbene sia corretto che la medicina e le case farmaceutiche investano nella continua ricerca e perfezione di terapie e trattamenti che agiscano sulla malattia, esse non debbono sottovalutare il peso delle aree emotive, psicologiche e comportamentali d’ un individuo e della società investendo sulle terapie che mantengano la salute.
Le scienze e le discipline socioculturali ed umanistiche, completano l’opera risanatrice che permette al sistema umano di acquistare rinnovare o mantenere il suo equilibrio e quindi concorrono alla salute dell’individuo. Negare questo precetto significa tornare indietro di secoli, quando si pensava che il corpo fosse una realtà distinta dalle emozioni, dallo spirito e dal cervello.
Quindi, il livello di salute nell’uomo e lo studio delle sue disfunzionalità tra cui la malattia, dev’essere diagnosticato e trattato mediante di una sistema di SCIENZE INTEGRATE, (medicina convenzionale, alternativa, scienze umanistiche e socioculturali) che collaborando tra loro in stretto contatto possano fornire una “medicina personalizzata” vestita sulle reali esigenze dell’individuo rispetto, ad oggi in cui la medicina convenzionale, che la medicina alternativa, che le scienze umanistiche, si sentono in realtà slegate, spesso in lotta tra loro demonizzando ciò che credono essere degli opposti, negando l’una l’efficacia e la necessità interattiva delle altre.
La salute non è un paradigma
Non esiste una disciplina migliore di un altra. Non esistono formule magiche. Non esistono guru nè risposte esatte. Ma è l’interazione tra queste scienze e discipline, che può migliorare e modificare la storia naturale di un individuo e di conseguenza della sua malattia.
L’alimentazione è importante si, ma non ci si può solo avvalere di quella. L’antibiotico serve sì, ma non concorre a garantire il benessere. L’integratore è necessario sì, ma non basta e così via. Potremmo andare avanti all’infinito. Purtroppo sempre più spesso leggo di persone, associazioni o case farmaceutiche, che basano le proprie ricerche come se ciò fosse la verità assoluta. Mangiare vegano guarisce, assumere flavonoidi impedisce di invecchiare, assumere omega 3 garantisce di non diventare cardiopatici, fare cure a base di staminali non fa ammalare. Niente di più falso. Siamo così permeati dalla potenza di un narcisimo mediatico e del riconoscimento che abbiamo perso ciò che sono i reali interessi che uno scienziato, un ricercatore, un medico od un operatore debbono avere. Il raggiungimento di un equilibrio e non di una statistica e di un numero. Sapendo che ognuno di noi è un entità unica con problemi e differenziazioni uniche diverse da altri. L’uomo, per ottenere benessere, deve poter avvalersi di una sistema di DISCIPLINE INTEGRATE, vestite sulle reali esigenze dell’individuo che puntino sia sulla salutogensi che sulla patogenesi. Come sempre anche e soprattutto nelle scienze umane, è la garanzia di un equilibrio ed il rispetto di ogni aspetto ed ogni disciplina umana, che potrà portare al concepimento e quindi all’applicazione della salute. Un aspetto intuitivo e se volgiamo banale, ma che la scienza e gli uomini, spesso adulterano a favore di mero opportunismo o interesse narcisistico. Partendo dal concetto universalmente riconosciuto che la medicina non è una scienza esatta, è deontologicamente ed eticamente plausibile utilizzare ogni sistema che possa aiutarla ad evolvere, sotto ogni punto di vista”
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Dott.ssa Monica Salvi. Dirigente riabilitativo ambulatorio della colonna e riabilitazione nella terapia del dolore cronico. PI: 04230410989 – Iscr. ordine N°: 1899 – Cell.392.8009225 – Web: www.dottoressasalvi.com
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