Infortuni da corsa. Come il RUNNER può prevenire gli infortuni, come fare profilassi come riconoscere le lesioni da corsa. Errori da non fare e Terapie efficaci. La corsa è un esercizio fisico aerobico che può essere di resistenza (mezzofondo, trial running, endurance, maratone, mezze maratone, campestri etc.) o anaerobico di velocità (velocità pura, ad ostacoli etc.), che predispone gli atleti, siano essi professionisti che amatori, a diverse lesioni. Tutto ciò perchè la biomeccanica della corsa, porta a costanti sollecitazioni a carico dell’articolazione dell’anca, ginocchio, della caviglia e delle vertebre sollecitazioni che per evitare che si trasformino in lesioni, necessitano di una corretta preparazione atletica, di una corretta analisi del cammino, di una corretta educazione alimentare ed integrazione soprattutto in campo amatoriale dove la percentuale di lesione è 10 volte superiore a quella professionale.
I benefici della corsa
Fermo restando il rispetto di eventuali controindicazioni relative all’attività podistica, determinate da problematiche inerenti al proprio stato di salute, correre fa bene:
- Aiuta a riparare i danni cerebrali: un recente studio dell’Università di Ottawa ha osservato che la corsa praticata regolarmente può aiutare a riparare i danni cerebrali grazie alla produzione del fattore di crescita nervosa (VGF) che, a sua volta, sembra poter riparare i danni alla guaina mielinica, il rivestimento dei nervi.
- Aumenta il colesterolo buono: studi americani hanno dimostrato che un’attività fisica costante, ad es: una corsa moderata per circa 45 minuti al giorno 5 giorni alla settimana, aumenta del 15% la produzione dell’ HDL (il colesterolo buono) diminuendo i trigliceridi.
- Aumenta le difese immunitarie: la maggioranza dei ricercatori concorda sul fatto che la corsa incrementi la produzione di leucociti killer e di interferone (Hanson e Flaherty, 1981; Viti et. al., 1985), importanti per la profilassi delle infezioni virali e delle neoplasie, fino a 6 volte.
- Diminuisce la glicemia: la corsa ha un effetto ipoglicemizzante. Durante i primi 30 minuti di corsa, i muscoli ricavano l’energia attraverso la glicolisi, un processo che prevede l’utilizzo degli zuccheri come carburante.
- E’ un antidepressivo e anti ansiogeno: stimola la produzione degli ormoni del buonumore, la serotonina migliorando la funzione cognitiva.
- Fa bene al cuore: gli studi dimostrano che correre migliora l’efficienza cardiaca e combatte l’ipertensione. Durante l’attività di fatto, viene attivata la funzione vasodilatatrice, con conseguente diminuzione dei valori della pressione arteriosa.
- Fa bene all’umore: praticare attività fisica corsa compresa, fa bene all’umore: aiuta a scaricare lo stress e la tensione in definitiva a sentirsi meglio.
- Fa perdere peso: un esercizi fisico di resistenza dopo 40 minuti, attiva il processo di lipolisi, ossia l’ utilizzo delle cellule di grasso (adipociti) come carburante che serve ai muscoli per sostenere lo sforzo della corsa, inoltre aumenta la velocità del metabolismo durante l’attività fisica e mediante la produzione dell’ormone irsina, in grado di trasformare il grasso bianco in grasso bruno che favorisce il dimagrimento.
- Facilita il sonno: gli effetti benefici della corsa sul cervello arrivano a ridurre i livelli di stress, aiutando il rilassamento mentale e favorendo quindi il riposo notturno.
- Migliora il rapporto con il cibo e lo stile di vita: un recente studio ha dimostrato che chi corre sta alla larga dalle pessime abitudini di vita; non fuma, non beve superalcolici e in generale ha un miglior rapporto con il cibo consumando più vitamine, più verdura e cibo sano, rispetto a chi non fa attività fisica.
- Migliora l’autostima: la corsa migliora la propria autostima e la sensazione di benessere. Correre comporta sacrifici e traguardi da raggiungere un recente studio ha dimostrato che il raggiungimento di un traguardo aumenta la competitività positiva, la proattività e la propria autostima.
- Migliora le funzioni cognitive: alcuni studi pubblicati sulla rivista dell’Accademia Statunitense delle Scienze evidenziano una connessione tra l’esercizio fisico costante e un miglioramento delle funzioni cognitive nei bambini e nei ragazzi sia perchè l’ allenamento aumenta la vascolarizzazione cerebrale, la plasticità neurale e la produzione di fattori neurotrofici, che perchè di fatto si migliora la coordinazione attraverso processi di apprendimento complessi.
- Promuove l’azione antiinfiammatoria: un livello cronico di infiammazione è dato dalla presenza di alti livelli nell’ organismo di sostanze, come l’interleuchina-6 e la proteina C-reattiva, mediatori dell’infiammazione. Tale condizione può essere “spenta” da un regolare esercizi fisico grazie alla produzione di l’interleuchina-1, che attiva la catena antiinfiammatoria oltre che aumentare la temperatura del corpo, creando quindi un ambiente sfavorevole alla crescita e alla riproduzione di virus e batteri.
- Rallenta le patologie degenerative: l’attività fisica ha dimostrato di aumentare l’aspettativa di vita di chi è affetto da patologie degenerative come ad esempio la sclerosi multipla.
- Rallenta l’invecchiamento: un’equipe di ricerca dell’Università del Kentucky ha osservato che una persona tra i 50 e i 69 anni che corre almeno tre volte alla settimana stimola la produzione di nuove cellule cerebrali, oltre che verificare un aumento fino al 2% delle dimensioni dell’ippocampo. L’effetto è un cervello più giovane e lucido.
- Riduce il dolore: l’attività fisica stimola la produzione delle endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello dotate di una potente attività analgesica ed eccitante. Esiste, a tal proposito della sensazione di euforia causata dalle endorfine chiamata Runner’s high, che si riscontra per lo più in chi pratica maratone.
- Tonifica: la corsa rende i muscoli più tonici e resistenti, è quindi un ottima alleata per chi deve rassodarsi
Le lesioni tipiche dei runner
Ma oltre agli evidenti benefici, la corsa genera molte lesioni, legate per lo più:
- alla cattiva gestione posturale
- ad un inadeguata preparazione atletica
- ad una scorretta alimentazione od integrazione
- all’utilizzo di scarpe o supporti non idonei
- alla sottovalutazione e mancato trattamento delle lesioni che possono diventare croniche e ripetibili
La maggior parte delle lesioni da corsa, che potrebbero essere risolte da un terapista in poche sedute, anche se compaiono prima del gesto atletico e scompaiono durante subito dopo, spesso diventano croniche grazie al trattamento fai da te. Pochi infatti sanno che un disturbo in acuto trattato velocemente si risolve altrettanto velocemente, mentre un disturbo una volta che diventa cronico (ossia che compare da oltre 12 settimane) è di più difficile gestione e non sempre si risolve del tutto. Ma quali sono le tipiche lesioni dei runner? Eccone una carrellata:
→ Lesioni da sforzo, posturali od over use
- ALLUCE VALGO
- BORSITI
- CONTRATTURE MUSCOLARI
- CRAMPI
- DITA A MARTELLO
- DOLORE SACRO-ILLIACO
- ENTESITI
- ERNIE
- FASCITE PLANTARE
- LOMBOSCIATALGIA
- LESIONI VASCOLARI
- MENISCOPATIE
- METATARSALGIA
- NEUROMA DI MORTON
- PERIOSTITE TIBIALE
- PUBALGIA
- SINDROME BANDELLETTA ILEOTIBIALE
- SINDROME DEL PIRIFORME
- SINDROME DEL RUNNER (SDR)
- SINDROMI FEMORO ROTULEE
- SINROME ISCHIOCRURALI
- SINDROME COMPARTIMENTALE CRONICA DELLA COSCIA
- STIRAMENTI
- TALLONITE
- TENDINITE RETROACHILLEA
- TENDINOPATIA ROTULEA
- TENDINOPATIA POPLITEA
- TENDINOPATIA ZAMPA D’OCA
→ Lesioni traumatiche
- CONTUSIONI
- DISTORSIONI
- LUSSAZIONI
- FRATTURE
- FRATTURE DA STRESS
Gli errori del runner
Data la molteplicità delle lesioni, che seppur abbiano sintomi simili e coinvolgano i medesimi segmenti, ossia il sistema muscolo scheletrico degli arti inferiori e del tronco hanno cause diverse, è fondamentale eseguire una corretta diagnosi professionale e somministrare la corretta terapia per velocizzare i tempi di recupero ed evitare il più possibile la cronicità o il ripresentarsi dell’infortunio.
MA VEDIAMO QUALI SONO GLI ERRORI PIU’ COMUNI DEI RUNNER
- Non rispettano i tempi fisiologici di recupero → il terrore di ogni runner non è tanto farsi del male, ma a seguito di ciò è non poter correre ed allenarsi. Quindi spesso il runner evita di farsi refertare da un medico o di andare da un terapista per il timore di doversi fermare ed utilizza delle cure fai da te. Ammesso e non concesso che parte della terapia sia anche un periodo di astensione dal gesto atletico (non sempre infatti è necessario fermarsi con gli allenamenti anche se ci si sottopone a terapie riabilitative), non seguire i tempi di recupero fisiologico potrebbe non solo cronicizzare la lesione ma anche peggiorarla.
- Minimizzano l’importanza dell’infortunio → accade quando si è in presenza di dolori, limitazioni o rigidità che si presentano a spot senza un apparente motivazione senza avere subito un trauma diretto. Quando i runner si trovano difronte a sintomi cosi’ ambigui, spesso non li riconducono ad una lesione, ma ad una condizione (ero freddo, faceva freddo, non stavo bene etc..) quindi non si preoccupano e li sottovalutano, pensando che siano determinati da una condizione che si risolverà in poco tempo e che può essere trascurata. Potrebbe starci, ma se qual dolore ambiguo non bene identificato che a volte accade quando si corre, ma a volte no, inizia a peggiorare presentandosi con più frequenza? E se alla base di quel dolore c’è l’inizio di una patologia? Molte lesioni sportive da overuse o infiammatorie, compaiono con sintomi ambigui, a spot senza un apparente motivazione ma non devono essere trascurati perchè potrebbero essere il campanello di allarme per una forma ben più seria.
- Il problema era già stato auto trattato e si era risolto → a volte in studio arrivano atleti che mi dicono “ho già avuto lo stesso dolore qualche mese fa, avevo messo della pomata (oppure impacchi di ghiaccio, etc.) e mi era passato, ora è tornato non so come mai, ho provato le stesse cose ma stavolta non funzionano”; Lo dirò sempre, l’auto-trattamento funziona dal momento in cui sappiamo quale è il problema. Quindi fatevi sempre e comunque refertare e piuttosto deciderete dopo se sottoporvi a terapia professionale o al fai da te.
- Non approfondiscono le cause → la maggior parte degli infortuni non si risolvono perché non si sono approfondite le cause che li hanno generati. E senza conoscere la causa non è possibile trovare una terapia definitiva. Fare terapie tampone, potrebbe risolvere momentaneamente il sintomo che comunque si ripresenterà e spesso in modo più grave o per un periodo di tempo più lungo. Mai sottovalutare quindi un sintomo.
- Fanno auto diagnosi → non è possibile avere una diagnosi online o per sentito dire da un amico o collega, perchè sebbene i sintomi possono sembrare simili le patologie che li creano sono diverse. Un dolore al ginocchio è sempre dolore, al di la della causa… ma sapere cosa causa quel dolore è una competenza che solo un medico o un fisioterapista si sanno assumere. Se l’atleta è sufficientemente esperto perchè è stato seguito da un terapista, allora può arrivarci da solo, ma nella maggioranza dei casi è necessaria la visita diretta di un terapeuta, perché solo con la visita si possono conoscere le cause.
- Sbagliano terapia → tutti possono sbagliare, anche i medici ed i terapisti, oppure il runner non ha seguito alla lettera le indicazioni del medico (questo accade molto spesso). La medicina non è una scienza esatta quindi a volte si sbaglia la diagnosi ed a volte le terapie non risultano essere efficaci, anche se la causa più comune di una terapia fallimentare risiede nel non avere seguito fino in fondo le indicazioni. Al di là di ciò, se il problema non si è risolto non si deve gettare la spugna. E’ sempre bene chiedere un ulteriore valutazione nel caso in cui la terapia alla quale si è sottoposti, non risulta essere efficace.
- Sono prevenuti nei confronti di terapie lunghe o costose → o verso quelle chirurgiche. La professione sanitaria è innanzitutto una professione etica, proprio per ciò medici e terapisti, adottano protocolli terapici secondo le linee guida internazionali che, nel caso di traumi importanti come ad esempio la rottura di un crociato o difronte ad una lesione cronica, prevedono tempi di cura di oltre 9 mesi. Tutto quindi dipende dal grado di lesione e dai tempi di intervento. Se ad esempio nel caso di una tendinopatia al tendine di Achille, o di una fascite plantare, ci si rivolge al terapista dopo mesi che si ha dolore, i tempi di trattamento e recupero si quadruplicano esponenzialmente rispetto al trattamento nelle prime 12 settimane dall’insorgenza dei sintomi, e si possono spendere molte energie e risorse per ottenere la reversibilità del processo che non è detto che avvenga al 100%.
Le terapie efficaci
Lo Studio Salvi, grazie all’approccio multidisciplinare, è all’avanguardia nella gestione delle lesioni sia TRAUMATICHE che DA OVER USE O POSTURALI del gesto atletico ed in particolar modo offre servizi sia di prevenzione che profilassi nel trattamento e nella valutazione delle lesioni sportive, in particolare:
- STATO DI SALUTE CHECK UP GENERALE (Ecg-Emg-Analisi posturale- Analisi del gesto atletico-densitometria ossea-Scheda nutrizionale e integrativa)
- TEST PRE GARA e MASSAGGIO PREGARA
- GESTIONE TRAUMI IN ACUTO
- GESTIONE TRAUMI e TRATTAMENTO LESIONI ACUTE, SUB ACUTE e CRONICHE
- RIEDUCAZIONE AL GESTO ATLETICO (in caso di immobilizzazioni prolungate, operazioni chirurgiche etc.)
- ALIMENTAZIONE SPORTIVA
- INTEGRAZIONE
Prevenzione e profilassi
Benchè la prevenzione degli infortuni ed delle lesioni dovute al gesto atletico, sia difatto, l’unica arma efficace per tutelarsi dalle ingiurie sportive di origine non traumatica, pochi atleti se non quelli professionisti, adottano azioni dirette ad impedire il verificarsi o il diffondersi di fatti non desiderati o dannosi. Ancor più la profilassi, ossia l’ impiego di strumenti per difendersi dalle ingiurie sportive, non è seguita. Ciò comporta la concreta possibilità di farsi del male e d’ altro canto, la cura fai da te, l’impossibilità di proseguire ad una corretta guarigione. Ma benchè la pratica sportiva amatoriale, sia esercitata un pò sottogamba rispetto a quella professionale, le lesioni non solo sono dietro l’angolo ma saranno più presenti in campo amatoriale che in quello professionale. Proprio per ciò lo Studio Salvi, promuove la prevenzione ed anche la profilassi sportiva, nella diffusione di tecniche e strumenti che possano evitare che il runner si faccia del male o per difendersi dalle ingiurie.
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Pubblicazioni
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