Un piede cavo NON E’ MAI DA SOTTOVALUTARE, non solo perchè questo dismorfismo provoca la formazione di calli e dolori derivati da contratture sotto la fascia del piede, dolore derivati dalla retrazione del tendine di Achille e degli estensori delle dita, crampi ai polpacci e dolore alle caviglie ginocchia e schiena, nonchè infiammazioni continue sulle borse metatarsali, ma potrebbe essere indice anche di patologie sistemiche. E per stare bene basta poco. Vuoi liberarti dai calli e dai dolori? Fai una visita completa ai tuoi piedi e verifica il loro stato di salute perchè se stanno male loro a cascata anche la tua schiena e le tue anche possono essere compromesse.
Sintomi
Il piede cavo è una malformazione congenita o acquisita che consiste in un’ eccessiva cavizzazione dell’arcata plantare che porta deformità del piede, con varismo del retropiede, dismorfia delle ossa metacarpali, dita a griffe o a martello (eccessivamente flesse), contrattura della fascia plantare, retrazione di alcuni tendini tra cui gli estensori delle dita e a volte il tendine di Anchille. A causa di questa conformazione il piede poggia a terra solo nella parte anteriore e posteriore (sulle dita e sul tallone) e questo può condurre ad un appoggio patologico e al sovraccarico sull’avampiede con conseguente dolore e formazione di calli sotto la pianta del piede. A volte è presente anche il mignolo varo o di Tailor’s Bunion deformità che si manifesta tramite la bunionet, una sporgenza laterale della testa del 5 metatarsale simile alla esostosi dell’alluce valgo causa di dolorose infiammazione e borsiti e la frequente comparsa di un callo molle in corrispondenza della base del 4 dito dovuto al decubito del 5 dito sul 4 marcatamente doloroso che può portare dolore nella deambulazione e calli in seguito a sfregamento con la scarpa. Il segno clinico del piede cavo è un arco plantare accentuato, che condiziona la deambulazione della persona. Altri sintomi sono arrossamento e ispessimento della cute nella parte esterna del piede, che diventa dura e callosa. La persona sperimenta difficoltà a camminare, condizione che, nel caso dello sviluppo e dell’accrescimento del bambino, va costantemente monitorata perché può comportare una tendenza al ginocchio valgo, rigidità delle articolazioni di caviglia e anche, all’ iperlordosi e di conseguenza di possibili mal di schiena.
Quali sono le cause
La causa più frequente del piede cavo è quella congenita; la familiarità. Vale a dire una predisposizione genetica che può essere legata ad una displasia articolare. Altre cause possono essere traumatiche (piede cavo secondario alla rottura del tendine di Achille).
→ CAUSE MECCANICHE: possono arrecare danno alla struttura durante la crescita del piede, ad esempio indossare calzature troppo corte o con tacchi troppo alti che possono piegare a uncino le dita e incavare in modo esagerato l’arco plantare.
→ CAUSE SPORTIVE: alcune attività sportive come ad esempio la maratona, possono comportare l’accentuazione eccessiva dell’arco plantare.
→ CAUSE PATOLOGICHE: il piede cavo può essere secondario a processi patologici sistemici come l’artrite reumatoide o il diabete.
→ CAUSE NEUROLOGICHE: alcune patologie neurologiche possono alterare e modificare in modo significativo la struttura e la funzionalità del piede. Le alterazioni da patologie neurologiche possono influenzare l’ergonomia del cammino, il tono e il trofismo muscolare, la postura eretta, seduta e supina, la presenza di parestesie. Il piede neurologico andrà pertanto esaminato osservandolo in tutte queste componenti. La presenza di andature patologiche (steppage, andatura festinante, foot drop etc.) possono indirizzarci non solo verso l’opzione neurologica, ma indicarci già nell’individuazione del tipo di danno neurologico in atto, se centrale o periferico.
- Parkinson: andatura festinante
- Sclerosi multipla: riduzione di quasi tutti i movimenti agli arti inferiori e diminuzione del senso di posizione
- Atassia di Friederich: atassia progressiva dell’andatura e degli arti, perdita dei riflessi tendinei profondi, scoliosi
- Neuropatia diabetica: piede dondolante, a causa di ipostenia o paralisi della flessione dorsale
- Charcot Mary Toot: la sintomatologia inizia nei territori più distali (mani piedi). tipico è il piede cavo con le dita a martello e il tendine achilleo retratto, mentre la mano assume una forma ad artiglio. La gravità della malattia è molto variabile, si possono riscontrare casi lievi, dove l’unica alterazione è il piede cavo, e casi in cui il paziente perde la deambulazione.
La diagnosi
La diagnosi clinica è essenziale per comprendere la causa del piede cavo e conseguentemente razionalizzare la corretta terapia. Se la raccolta dati e la visita clinica dimostra una compromissione neurologica, l’elettromiografia può orientare l’anamnesi. Esami strumentali come la RX in carico, ci può indirizzare verso il livello di cavismo e la compromissione articolare, l’ecografia su eventuali sofferenze tendinee o la presenza di borsiti. Una valutazione posturale delle ginocchia, anche e rachide previene e fa da profilassi per dolori e rigidità di tutti questi settori. Infine, se c’è il sospetto di una piede secondario a patologie sistemiche, la valutazione reumatologica o medica esclude la presenza di problematiche sistemiche di fondo.
Trattamento
Il trattamento elettivo per un piede cavo è quello conservativo e viene individuato in base alla causa. Nei casi gravi il trattamento a cui ricorrere è quello chirurgico mediante l’ osteotomia (procedure di correzione sull’osso) e transfer tendinei (trasposizione di tendini) validi ad aiutare i tendini compromessi. Questi trattamenti chirurgici possono essere associati anche a procedure di ricostruzione legamentose in cui siano queste ultime la causa dell’instabilità. Tuttavia, quando le articolazioni risultano essere degenerate la priorità diventa tentare di ottenere un piede allineato e stabile. Per questo può essere necessario sacrificare il movimento di alcune articolazioni di retro e meso piede con procedure di artrodesi (fusione di articolazioni). Questo, nei casi più gravi, può essere necessario per ottenere un ritorno al passo efficiente senza sacrificare il movimento della caviglia, che risulta essere davvero molto importante per qualsiasi paziente. Quindi sia nei casi di chirurgia del piede che nel casi di terapie conservative, che possano evitare di arrivare alla chirurgia, lo Studio Salvi, studia ogni componente per individuare il miglior trattamento conservativo, che può essere:
- confezionamento di plantari ortopedici personalizzati
- integratori (necessari se alla base c’è una problematica neurologica o sistemica)
- trattamento cheratosi
- trattamento borsiti e tendiniti
- se presenti dolori derivati da disordini posturali riallineamento e ricondizionamento propriocettivo e posturale
- trattamento chiropratico
- manipolazione articolare, tendinea e muscolare
- rafforzamento e stretching muscolare (se presente atrofia, spasticità, ipertonia, ipotonia)
- ricostituzione schema del passo
- riabilitazione pre e post-operatoria
Come prevenire il piede cavo
La prevenzione delle forme acquisite del piede cavo si ottiene mediante il controllo durante la crescita. Le dita a martello e la formazione di calli sotto la pianta del piede, anche se il piede non fa male, possono essere sintomi iniziali di un piede cavo che va trattato per evitare che a lungo andare possano modificare in modo definitivo la forma dell’arcata plantare e iniziare a scompensare la postura generale e quindi a provocare scompensi e dolori.
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