L’ osteoporosi è la perdita di massa ossea causata da degenerazione dovuta alla senilità e fattori nutrizionali, metabolici, patologici. Fra le degenerazioni ossee è la più diffusa, soprattutto nelle donne in quanto dopo la menopausa, il rischio di demineralizzazione ossea aumenta sino a 4 volte. Le ossa indebolite sono quindi soggette a: modificazioni posturali, ad un maggiore rischio di fratture ed ad una difficile ed una lunga guarigione. Nell’anziano questo processo di degenerazione fisiologica è così debilitante, che oltre a diminuire la qualità di vita porta con se ulteriori complicanze, se non adeguatamente trattata. L’osteoporosi può essere prevenuta e migliorata se considerata non solo una patologia da trattare quando si presenta, ma una degenerazione a cui l’essere umano è destinato ad andare in contro per la naturale perdita delle funzionalità organiche; compreso la degenerazione degli osteoblasti (cellule deputate alla produzione ossea) e osteoclasti (responsabili dell’assorbimento osseo dei minerali). Quindi nell’ottica della prevenzione, le persone più a rischio sono quelle sottoposte a lavori logoranti che usurano la mobilità articolare e le ossa, le persone obese e in sovrappeso, le persone sottopeso, chi si sottopone a diete incongrue, chi è carente di minerali, chi è intossicato da agenti che impediscono la corretta ossigenazione cellulare, chi assume costantemente cortisonici, chi è predisposto malattie reumatiche. Motivazioni che fanno dell’osteoporosi una delle malattie più diffuse al mondo.
Prevenzione
Per prevenire e trattare questa degenerazione funzionale, è necessario affidarsi ad un percorso di multidisciplinarietà – come sostiene il prof. Umberto Tarantino primario di ortopedia-traumatologia presso il policlinico di Torvergata Roma, durante il 100° congresso della società italiana di Ortopedia e Traumatologia – sia come strumento per migliorare l’assistenza verso il paziente affetto da molte comorbilità (coesistenza tra patologie diverse) che per ridurre le complicanze migliorando la qualità di vita e la longevità. Mentre il paziente va indirizzato verso un protocollo diagnostico e terapeutico preventivo e riabilitativo per ridurre il rischio di frattura sia nel trattamento del paziente dall’ospedale, che a domicilio in perfetto sostegno all’attività del medico di base; le persone sane vanno educate ad un igiene di vita che tenga conto delle degenerazioni funzionali, prevenendo e rallentando le manifestazioni di questa patologia attraverso:
- adeguata esposizione solare;
- evitare terapie cortisoniche prolungate;
- evitare eccessi di sodio nella dieta;
- evitare abuso di alcol e caffè;
- evitare fumo attivo e passivo;
- assumere la dieta mediterranea;
- l’utilizzo periodico di adeguati integratori mineralizzanti e antiossidanti;
- la diagnosi precoce;
- l’eliminazione dei fattori a rischio acquisiti;
- attività fisica adeguata;
- massaggi conservativi e stimolanti;
Cause
La causa dell’osteoporosi, origina dal mancato equilibrio tra osteoblasti e osteoclasti. Se gli osteoclasti si producono più velocemente degli osteoblasti, l’osso si deteriora. Nella menopausa ad esempio, si riscontra una maggiore produzione di osteoclasti causata dalla perdita di estrogeni che porta a un eventuale innalzamento delle citochine, correlato all’aumento della loro produzione, mentre nell’osteoporosi senile, con l’avanzare dell’età diminuisce l’attività degli osteoblasti. Oltre alle cause degenerative, ci sono cause acquisite che favoriscono la demineralizzazione ossea o della sofferenza delle cellule ossee deputate alla loro funzionalità. Possiamo suddividere queste cause in fattori di rischio endogeni e fattori di rischio acquisiti.
FATTORI DI RISCHIO ENDOGENI
- Anomalie endocrine
- Eccesso di cortisolo
- Carenza ormonale: estrogeni (per le donne), somatotropina/testosterone (uomini-donne)
- Età
- Ipogonadismo
- Fattori genetici
- Malattie con decalcificazione ossea
- Malattie rare (algodistofia)
- Neoplasie midollo osseo
- Patologie reumatiche – cirrosi epatica
FATTORI DI RISCHIO ACQUISITI
- Alcolismo
- Disturbi alimentari (obesità-anoressia)
- Diete incongrue (veganismo-crudismo-fruttarismo etc..)
- Condizione protratta del corpo in pressioni atmosferiche diverse (sub-spazio)
- Carenza di vitamine e minerali essenziali
- Fumo
- Vita sedentaria
- Lavori o sport, logoranti e usuranti delle articolazioni
- Utilizzo protratto di farmaci come: antagonisti della vitamina K, eparina sodica e calcica, alcuni farmaci contro l’HIV, cortisonici come prednisone, betametasone, metilprednisolone anche inalatori come flunisolide, fluticasone e beclometasone. Questi ultimi, alterano il metabolismo osseo riducendo gli osteoblasti, e accelerando il processo erosivo mediante gli osteoclasti.
Sintomi
L’osteoporosi si manifesta inizialmente con osteopenia, una demineralizzazione della massa ossea. Le ossa interessate dalla diminuzione del tono calcico sono le vertebre dorso-lombari, il femore e il polso. Essendo una carenza silente e asintomatica, è bene sottoporsi a regolari visite diagnostiche per verificare la densità ossea e l’apporto di calcio, zinco e suoi elementi. Se gestita in questa fase la degenerazione potrebbe anche fermarsi. Le prime manifestazioni sintomatiche compaiono con la presenza di microfratture spesso nemmeno avvertite dall’individuo. Il dolore alle ossa e alla muscolatura può essere determinato dalle microfratture. Solitamente il dolore si localizza alla schiena o al bacino, ma è possibile che si manifesti ovunque. Il dolore si aggrava in presenza di sforzi e carico. Con il progredire dell’osteopenia si può manifestare un crollo vertebrale (cifosi e lordosi accentuata), la frattura dell’avambraccio all’altezza del polso o una frattura femorale.
Diagnosi
L’osteoporosi si evidenzia facilmente già dalle prime fasi. Gli esami ai quali è bene sottoporsi sono: ormoni, densità o mineralometria ossea (MOC), mineralogramma, radiografie (se in presenza di dolore localizzato), TAC, RMN.
Terapia
Essendo una condizione di degenerazione funzionale e fisiologica, dev’essere trattata in via preventiva attraverso un protocollo di prevenzione, conservazione e mantenimento. In presenza della patologia conclamata il protocollo deve essere integrato con la terapia farmacologica base, terapie di riabilitazione, trattamento conservativo delle parti sane e per evitare recidive.
TERAPIA OSTEOPOROSIStudio Salvi © 2016 |
PROTOCOLLO PREVENTIVO
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PROTOCOLLO PATOLOGIA CONCLAMATA →PROTOCOLLO farmacologico base
→PROTOCOLLO integrativo di sostegno
→TERAPIA DEL DOLORE nella fase acuta
→RIABILITAZIONE nella fase cronica
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→*FITOTERAPIA
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→OMEOPATIA
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→ *ALIMENTAZIONE osteoporosi
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Gli integratori non sono da intendersi come sostituti delle terapie ma come supporti. Per l’alimentazione sono da escludere o sostituire quegli alimenti ai quali si sa di essere allergici o intolleranti, è possibile integrare le indagini mediche attraverso dei test diagnostici per valutare le eventuali intolleranze alimentari, intossicazioni da metalli pesanti, carenze di minerali, acidosi e grado di ossidazione cellulare che potrebbero peggiorare il quadro clinico e ostacolare le terapie. La Dr.ssa collabora con gli specialisti per verificare che le terapie integrative non inficino la cura base.
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