Mentre il Lipedema, è una patologia ormonale con aumento dell’adipe alle gambe o braccia, il linfedema è un disturbo del sistema linfatico. Sebbene all’osservazione le condizioni potrebbero risultare simili, le cause, sintomi e terapie sono differenziate.
Lipedema
Il lipedema è una patologia che determina un infiammazione cronica del tessuto connettivo provocando un aumento progressivo del tessuto adiposo con progressiva fibrosi. Spesso non è riconosciuta come una patologia e si pensa sia determinata dall’obesità. Rispetto all’obesità, la riduzione di grasso e quindi del volume dell’arto colpito, non è determinata dalla dieta o dall’esercizio fisico che non cambia la condizione. Si tratta di una sindrome prevalentemente ormono-dipendente che si esprima esclusivamente nelle donne, nella maggior parte dei casi si sviluppa precocemente durante la pubertà, nella menopausa o durante fasi di squilibri ormonali in cui rientrano anche quadri di insulino-resistenza.
- Gonfiore: l’aumento i grasso nei tessuti è simmetrico compare in entrambi gli arti
- Pressione e tatto: nel linfedema non sono dolorosi
- Mani e piedi: non risultano essere gonfi
- Lividi: presenti in modo importante
- Infiammazione della pelle: le infiammazioni e irritazioni della pelle sono rare
- Segno della fovea: non presente
Linfedema
Il Linfedema è un disturbo del drenaggio linfatico. Provoca un gonfiore intenso e doloroso, comunemente nelle braccia o nelle gambe.
- Gonfiore: causato dalla presenza di liquido linfatico ed è asimmetrico
- Pressione e tatto: non sono dolorosi ma potrebbe essere presente se medio-grave il segno della fovea
- Piedi, mani e loro dita: sono gonfi
- Lividi: potrebbero manifestarsi se presente anche insufficienza vascolare e linfatica con deficit di coagulazione
- Infiammazione della pelle: la pelle può infiammarsi sviluppare l’erisipela un un’infezione acuta della pelle dovuta alla presenza di batteri che va trattata con antibiotico, creme all’ossido di zinco e bendaggi
- Segno della fovea: nei casi- medio-gravi presente
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Terapia intensiva dello Studio Salvi
Una buona diagnosi differenziale del linfedema o del lipedema, mediante visita clinica, ecocolordoppler ed altre analisi che evidenzino le cause se siamo in presenza di lifedema (cause cardiache, metaboliche, renali, gravidanza, insufficienza linfatica, insufficienza vascolare etc.) serve a indentificare los compenso e d agire con le corrette terapie. Nell’ottica della cura dei sintomi ma soprattutto delle cause di fondo, lo Studio Salvi propone un percorso intensivo multidisciplinare che si avvalga di ogni tecnica innovativa prevista dalle recenti linee guida supportata da integrazione, una corretta alimentazione mediante:
- Valutazione dello stato di salute con somministrazione di analisi specifiche
- Applicazione di bendaggi elastocompressivi o calze (CET-ATE)
- Terapia fisica combinata
- Integratori
- Piano alimentare per il ripristino della corretta funzionalità circolatoria e linfatica
Protocolli di trattamento
- cura della cute
- Terapia Flebolinfatica Metodo Salvi
- Pressoterapia medica
- Bendaggio multistrato elastocompressivo
- Nutrizione
- Ozonoterapia, onde d’urto liporiducenti (lipedema)
Elastocompressione
I bendaggi elastocompressivi, sono uno dei trattamento terapico finalizzato al contenimento degli edemi ed alla compressione delle strutture venose mediante applicazione di apposite calze, tutori o fasce elastiche. In numerosi quadri patologici quali flebopatie, linfedemi, trombosi, esiti della gravidanza, esisti da interventi oncologici, la terapia compressiva si rivela uno strumento insostituibile per modificare favorevolmente la circolazione venosa. La dottoressa Salvi, utilizza le linee guida basate sulla più recente letteratura internazionale (Evidenze della Consensus Conference 2009 CTG (the Compression Therapy Study Group) sull’ utilizzo della terapia compressiva nella pratica clinica, per contrastare la stasi del sangue, esercitando al contempo un’azione di riduzione del calibro delle vene dilatate e un aumento della velocità di flusso sanguigno attraverso l’utilizzo di calze (CET-ATE) e bende più adeguate ai diversi trattamenti. Un bendaggio dovrà essere energico ma non causa di dolore, né provocare costrizione circolatoria, specie a riposo (bende a corta estensibilità). Soprattutto la tensione di avvolgimento della benda deve essere mantenuta costante. Deve essere, inoltre, tollerato e “pratico” tanto da consentire i movimenti articolari, bendando i relativi distretti nelle posizioni funzionali. Deve rimanere quanto più possibile in situ, senza arrotolamenti, anche dopo terapia fisica riabilitativa. Esercitare una graduale compressione decrescente in senso disto-prossimale ed uniforme. E’ necessario che le aree a rischio tipo salienze ossee, tendini, lesioni cutanee infette etc. vengano protette attraverso adeguato sottobendaggio e creme protettive specifiche.
Controindicazioni
- insufficienza cardiaca congestizia scompensata
- arteriopatia ostruttiva degli arti inferiori (I.W.< 70mmHg)
- poliartrite
- sclerodermia
- atrofia di Sudek
- arteriopatia ostruttiva degli arti inferiori (I.W.> 70%)
- aritmia cardiaca e/o stenosi dei vasi cardiaci
- linforrea
- distrofia cutanea
Terapia Flebolinfatica 3D Metodo Salvi
Il drenaggio linfatico agisce sui vasi linfatici attivandone l’automatismo ed aiutando l’eliminazione del liquido interstiziale e della linfa. Il drenaggio linfatico manuale rappresenta una tecnica efficace che si riferisce alla mobilizzazione del liquido da una zona dove si è accumulato (edema) verso un punto di sbocco (stazioni linfoghiandolari, foce linfovenosa succlaveare), mediante un appropriato sistema di manovre codificate mediante il sistema di conduzione: il sistema linfatico. Le stazioni linfatiche intasate da accumuli di cristalli, impediscono l’eliminazione dei fluidi stagnanti che contengono sostanze di scarto e tossine, che stagnando infiammano l’intero sistema. I massaggi drenano l’acqua stagnante convergendola in una rete di canali, formata dai vasi linfatici che rende possibile l’eliminazione del liquido interstiziale e della linfa che, per vari motivi (anche alimentari come ad esempio l’utilizzo di sale), si sono accumulati in diverse parti del corpo, specialmente nella pelle o sotto di essa (compartimento soprafasciale). Le manipolazioni che si eseguono durante il drenaggio linfatico sono lente e ripetitive, a volte dolorose ma necessarie a “sgorgare” il sistema linfatico.
Pressoterapia medica
La compressione pneumatica intermittente (CPI) medica, simula passivamente la fase diastolica e sistolica della circolazione linfovenosa. Gli apparecchi di pressoterapia medica usa pressioni esercitate dal sistema (fase sistolica) variano dai 40 ai 120 mmHg a secondo delle caratteristiche dell’edema e con una durata di 30-40 sec. ed un intervallo tra un’onda pressoria e l’altra (pausa diastolica) di 20 sec. Questa metodica determina uno spostamento meccanico sia dei liquidi dall’interstizio intercellulare verso il comparto circolatorio sia verso altri distretti intercellulari ottenendo in tempi rapidi risultati soddisfacenti sia sotto il profilo funzionale che estetico. Naturalmente la metodica và utilizzata con l’integrazione tecnica flebolinfatica Metodo Salvi.
Terapia fisica combinata
A seconda delle comorbilità o sintomatologie che si presentano in un quadro che vede coinvolto un paziente con ritenzione idrica o linfedema, sarà possibile utilizzare terapie fisiche mirate che possano: attivare il metabolismo cellulare per velocizzare i meccanismi di smaltimento delle tossine e del liquido interstiziale, ossigenare il sangue e dare un maggior contributo di ossigeno contrastando gli ossidanti, migliorare il ritorno venoso, vasodilatare o vasocostringere i vasi secondo indicazioni, migliorare l’elasticità cutanea.
Erispela
In caso di erispela in trattamento sarà farmacologico con la cura combinata tra antibiotici, specifici integratori, bendaggi all’ossido di zinco e acqua borica, pressoterapia e drenaggio linfatico
Dieta chetogenica
Il trattamento dietetico d’elezione per il Lipedema è la terapia chetogenica e la prescrizione di un protocollo antiinfiammatorio. La dieta chetogenica favorisce la mobilizzazione dei grassi di deposito per la produzione di energia e la comparsa di una condizione di chetosi sostanze acidofile che si formano quando si utilizzano i grassi per produrre energia. L’altro approccio alimentare al lipedema è la scelta di un programma alimentare antiinfiammatorio per ridurre il carico infiammatorio indotto dalla patologia attraverso un’alimentazione che controlli i picchi insulinemici, con un corretto bilancio degli omega-3 e l’utilizzo di sostanze antiinfiammatorie specifiche. La dieta limita l’assunzione di zuccheri semplici, latticini, glutine e proteine processate a favore dell’assunzione di frutta e verdura colorata e biologica, cereali integrali, cibi ricchi in omega-3 quali salmone selvaggio, noci, olio di semi di lino. Rispetto all’approccio chetogenico quello antiinfiammatorio prevede tempi più lunghi prima di poter beneficiare di vantaggi quali aumento del senso di energia, riduzione del dolore, maggiore agilità e perdita di peso. Alla dieta è consigliabile associare un aumento dell’attività fisica al fine di rafforzare la muscolatura, migliorare il flusso sanguigno e linfatico ed agire positivamente sull’umore con esercizi a basso impatto (camminata, bicicletta, nordic walking, yoga, pilates) o attività in acqua (idrobike acquagim).
Ozonoterapia e onde urto lipolitiche
Di particolare importanza risulta il trattamento del lipedema con terapie lipolitiche a base di ozonoterapia e onde d’urto liporiducenti. In seguito alle terapie è opportuno sottoporsi a sedute di linfodrenaggio e bendaggio precoci.
Dott.ssa Monica Salvi. Terapia riabilitativa, terapia del dolore, estetica clinica. PI: 04230410989 – Ordine N°: 1899 – Cell.392.8009225 – Web: www.dottoressasalvi.com