Il caso di Mia Martini caduta in disgrazia perchè colpita dall’ ingiusta causa dall’invidia e della malignità umana fa certamente capire come persone valide e meritevoli, ma deboli nel corso della loro storia sono finite loro malgrado dall’applauso alla gogna mediatica, stroncati da quegli stessi fan che li avevano eletti come glorie e dal quelle tv che li osannava. Anche per la persona più nobile od innocente basta un ombra, un sospetto e subito c’è chi si scaglia contro la stessa infangandola tentando di scoprire difetti o scelte che diventano colpe da scagliare contro la stessa. Quanta gente di valore è stata scghiacciata in questo modo. Vi ricordate Socrate? Il padre della morale relazionale è stato condannato a morte, Scipione il vincitore di cartagine è stato accusato fino al punto di rendergli obbligatorio l’esilio, Galileo il più grande scienziato della storia è stato imprigionato. Lavoiser, il creatore della chimica è stato ghigliottinato fra gli insulti del popolo Semmelweis colui che ha scoperto la febbre puerperale è stato rinchiuso in manicomio. Ed Enzo Tortora?Che caso eclatante di gogna mediatica! Ve lo ricordate? Morto per accuse infamanti e additato al ludibrio. Eh già vige una strana convivenza tra la gloria e il ludibrio la stessa gente che gridava evviva urla a morte. Ma stiamo attenti a questi mutamenti improvvisi perché soprattutto oggi, dove la condizionabilità è alle stelle non avvengono per caso, ma sono manovrati da chi, approfittando di un occasione vera o presunta, cerca di convincere e di demolire la credibilità altrui facendo leva sul bisogno del voyeurismo collettivo. Certa però è una cosa. C’è chi non si fa facilmente convincere o demolire e come un caterpillar continua a macinare strada incurante delle chiacchiere demolitrici vere o presunte come il caso Berlusconi, il primo manager che ha fatto della gogna mediatica una fonte di successo, ma la maggior parte delle persone normali, emotivamente non reggono e si fanno travolgere. E alla fine c’è davvero da chiedersi, la maggior parte delle persone cosa preferisce credere? Al valore o all’infamia? Cosa vi eccita sapere di più? Badate a bene a cosa rispondete e da li capirete quanto siete parafiliaci, perchè, il voyeurismo mediatico, il godere del pettegolezzo il “ricamandoci sopra”, il piacere dell’infamia è pur sempre una parafilia. Emotiva e collettiva certo, ma una parafilia. 😉 C’è però da chiedersi se in questo caso il piacere del godere del male altrui sia lecito. E se fosse così chi fa male all’altro, chi gode delle disgrazie altrui altro non si può aspettare che tale scotto capiti pure a lui.
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letizia dice
Bell’articolo. Leggendo mi è venuta in mente la differenza fra ironia e sarcasmo. L’ironia mi piace molto. Mi vengono in mente articoli di Lina Sotis dove fa ironia su tic e manie degli italiani, famosi e non, politici e gente comune.
Quel modo di fare giornalismo pungente ma rispettoso è stato oggi sostituito dal voyeurismo mediatico. Anche fra le persone che frequento, la battuta sarcastica che tende a “colpire lì dove fa male” ha sostituito la battuta ironica e sdrammatizzante.
Manlio dice
Bella domanda vero? Penso attualmente ad un certo comandante Schettino, fino a ieri osannato da tante persone..
Può capitare che guardando una persona di successo, brava, bella, capace, avente un grandissimo successo sicuramente meritato venga la voglia di buttarla giù?
Secondo me questa voglia viene soprattutto a chi gli gira intorno per interesse ed ha un carattere, come si dice a Roma, da ‘lecchino’..
Ci sono persone che per fare carriera concepiscono solo il ‘vassallaggio’ a qualcuno di potere, senza che questi magari neanche lo voglia..
Ed è la visione di una persona che ti è superiore proprio a livello morale che ti fa venire la voglia di buttarla giù dalla torre..
L’ho visto mille volte e lo rivedrò altre mille: mi immagino quanti Cortigiani, in teoria adoranti del Re, non aspettino altro che di vederlo cadere, magari con l’idea di fare anche carriera, ma non la faranno mai perchè non possono proprio, sono incapaci..
Vedi uno perfetto, preciso, sai di non esserlo ed ecco l’invidia, se non l’odio..
A me non appartiene, non dico di non aver ‘invidiato’ qualcuno, ma la mia invidia è costruttiva, cerco possibilmente di prendere la parte buona di quella persona e farla anche mia..
Una osservazione su Scipione: chi lo accusava era evidentemente totalmente invidioso e nulla di più, esattamente come avvenne, ad es. per Cesare.. la storia della necessità di difendere la Repubblica ci può stare, ma quella gente invidiava Cesare, e nel contempo gli doveva la vita..
Scipione con un dito avrebbe potuto distruggere quella gente e divenire un vero e proprio imperatore..
Non lo fece: il suo senso di responsabilità, la sua devozione alla Città ed alla Repubblica glielo impedirono..
Cosa che invece non fece Cesare, in realtà un vero Imperatore..
Scipione ha scelto l’esilio per il bene comune, ha fatto una cosa che dovrebbe insegnarci tantissimo anche oggi, ha messo gli altri prima della sua ambizione, della sua dignità, della sua onestà..
Lo stesso fece Socrate, pagando con la vita..
Noi invece riteniamo che se una legge è ingiusta non va seguita..
Ci dovremmo pensare..
Un saluto
Manlio
ATTILA PICCOLO dice
GIUSTA ILLUMINANTE INTELLIGENTE RIFLESSIONE. DICEVA CRISOSTOMO:” LA CALUNNIA E’PEGGIO DEL CANNIBALISMO “.
rifondazione dice
già ma molti se la tirano se uno è spocchioso alla fine viene detestato visto che si tira in ballo il SILVIO poi uno ricco famoso e che ha tutto quello che vuole è detestato da chi non ci arriverà mai preferite il buonismo? per me invece ora la gente non si fa più controllare e vede dietro allo specchio della bella faccia e del viso w la rivolta
Antonio S. dice
Complimenti della dottoressa per gli argomenti trattati anche io sono stato una vittima dell’invidia e ho rischiato di perdere tutto la cattiveria delle persone per invidia e gelosia si può spingere al limite perchè non diventa un reato?