La nostra vita è fatta di priorità. Questa nota frase pubblicitaria evidenzia una fondamentale realtà. Perchè, è la capacità di sapere gestire le priorità che DECIDE se noi riusciremo ad arrivare ad alcuni obiettivi e soprattutto COME. Non tanto l’impegno che ci mettiamo. Perchè se per raggiungere certi scopi abusiamo degli altri, dimentichiamo o peggio trascuriamo le nostre priorità, prima o poi rimarremo da soli.
Detto ciò, ieri ho avuto modo di riflettere vivendo una giornata anomala per me, dopo 14 mesi di “assorbimento lavorativo” … Una giornata in cui ho voluto staccare con tutto. E dopo una difficile e nello stesso tempo meravigliosa giornata ho avuto modo di comprendere cose che fino ad ora avevo dinnanzi ma non vedevo. E mi sono fatta molte domande. Chi fa per gli altri, non rispettando le persone che ama è così nobile come pensa di essere? L’altruismo può avere dunque motivazioni nobili e motivazioni ignobili. E se sì quale è la loro differenza?
La mia giornata anomala iniziò ieri, normalmente, senza averla affatto prevista. Ieri mattina, parlando con un amico di vecchia data che incrociai per caso dopo anni che non lo vedevo, ci trovammo a parlare della differenza fra l’empatia e il cinismo. Perchè in famiglia sua figlia a suo dire egoista e cinica sta “dando” molti problemi..
Mentre evidenziavo la differenza tra empatia e cinismo, per meglio capire cosa intendesse lui per “cinismo” e soprattutto per il “cinismo di sua figlia”, lui sorridendo compiaciuto mi ricordò, come io 4 anni prima, per “onorare” ad un impregno assunto con una persona che nemmeno conoscevo da molto tempo, nonostante la nebbia si tagliava con un coltello, l’accompagnai da Brescia a Roma per un suo problema personale. Lui ridendo mi disse : ” vedi Elisa, questa è la differenza di cui parlo e parlo di te perchè mi è rimasta in mente. La maggior parte delle persone avrebbero chiamato e rimandato, d’ altronde la Marica nemmeno la conoscevi bene, ma tu nonostante il nebbione da cavallo l’hai accompagnata a Roma”… Bè, gli risposi, a parte che nemmeno mi ricordavo (in effetti speso mi dimentico ciò che faccio per gli altri) tu mi conosci da 12 anni e sai benissimo che quando prometto qualcosa per me è una questione di principio e cerco sempre di onorarla, se non lo faccio mi sento in colpa con me stessa e inoltre sai benissimo che purtroppo o per fortuna vedila come vuoi, mio malgrado mi calo sempre nei panni dell’altro e cerco di capire come l’altro ci starebbe e davvero non mi va proprio di essere la causa di un problema anche se indiretta”… Lui sorrise mi diede una pacca sulle spalle e mi disse: ” Vero Elisa, ma non dimenticare che quelle persone non sono la tua famiglia, devi sempre cercare di pensare a loro per primo, se i ancor così vulcanica come sempre? Che fai mille cose, hai 3 telefoni e contemporaneamente fai saltare la corda girare birilli e pattinare nel fuoco?A proposito come stanno..?”. Bé questa frase, questa piccola frase mi ha gelato. Davvero Roberto mi vede così? E se mi vede così , o perlomeno mi vedeva anni fa così, cosa direbbe ora che faccio altre mille cose in più?
Nella mia vita ho sempre voluto e creduto che pensare agli altri dovesse essere un dovere prima che un piacere. E questa mia credenza nella mia vita l’ho portata sempre avanti anche nella ricerca parafiliaca. Mi sono così sempre interessata al bene altrui, al punto tale che più di una volta mi sono quasi trovata nei guai perchè mi ficcavo in situazioni in cui io non c’entravo nulla per impedire ciò che mi sembrava un ingiustizia e un soppruso aiutando un amico…..Rischiando anche la vita in un paio di occasioni.
Tutte le persone che mi vogliono bene, e sono grata al cielo perchè sono molte, mi hanno sempre detto di “limitare ” questa mia empatia e il mio pronto intervento, per evitare di pagarne le conseguenze, ma è stato sempre più forte di me… Quando vedo qualcosa che non va scatta una molla irrefrenabile e intervengo. E mi metto in mezzo. Certo il corso di pronto soccorso che feci tre anni fa, un pò ha calmato questo mio impeto che ora cerco di controllare, perchè prima bisogna metter in sicurezza sé stessi per potere aiutare gli altri, ma ci sto ancora lavorando.
Ho cercato nella mia vita, di capire come riuscire a trasmettere questa empatia agli altri, perchè se tutti fossimo empatici ossia se tutti ci sapessimo calare nei panni degli altri, non si potrebbe intenzionalmente fare del male ad alcuno, commettere omicidi, violenze, tradimenti. E la sociologia e lo studio dei comportamenti deviati, mi serve appunto per capire dove questo meccanismo manca e perchè se esiste si inceppa e come farlo rifunzionare o ridonare. Questa mia volontà di intervento, di fare qualcosa per risolvere i problemi sociali ed umani mi ha sempre assorbito. E ieri Roberto, posta quella domanda, ha messo in discussione inconsapevolmente il mio percorso soprattutto sulla lista delle priorità.
Perchè non si arriva ad essere dove sono ora da soli. All’inizio hai dei genitori che ti supportano, poi le persone che credono in te, poi la tua famiglia. Si dice infatti, che a fianco di un grande uomo ci sia sempre una grande donna. ma è altrettanto vero al contrario come è altrettanto vero che ci sono uomini supportati da una fede immensa in qualcosa che sentono vicino.
Proprio perchè non si può arrivare lontano da soli. Infatti, se sono quella che sono, se faccio ciò che faccio è proprio perchè la mia famiglia e le persone che mi amano, mi danno lo spazio per esprimermi, stare ore al telefono, al computer tornare a tarda notte, permettermi di studiare, rinunciare alle domeniche, ai compleanni e alle feste con me, passare giorni fuori casa etc..Perchè capiscono che per me è importante… Certo, per me. Roberto ieri mattina mi ha tolto la benda. Così inconsapevolmente, senza preavviso, senza averne sintomi o sentori. Ed ho deciso di osservare gli altri, e di essere tutta per loro. E ho trovato che incredibilmente nonostante pensassi di essere sempre precisa con tutti, a qualcuno mancavo immensamente.
Essere assorbiti dai propri progetti rischia di fare prevaricare le proprie responsabilità e i propri doveri. Non si può essere altruisti e pensare al bene del vicino, dell’amica, degli iscritti di Alleanza Italiana, dei propri cochee, al signor nessuno per strada che sta litigando, a quello che in spiaggia cade per collasso e corri a cercare di rianimarlo, se non si è capaci di pensare anche al bene della propria famiglia.
Ieri, dopo 14 mesi ininterrotti di lavoro ho staccato. Non l’ho fatto per mia necessità, ma perchè ho potuto vedere che nella mia famiglia c’èra un assoluto bisogno di me… E sì che cerco più possibile di stare accanto a tutti, di essere presente… ma non è stando in casa con l’auricolare del telefono sempre attaccato, o non è gestendo contemporaneamente 3 cose alla volta che si sta in famiglia. Non è delegando e preoccuparsi che tutto funzioni che si sta in famiglia. Non è anteponendo ciò che sono i propri doveri istituzionali e i lavori istituzionali, personali, gli studi, gli incontri, le riunioni fino alle 3 del mattino, il sabati, le domeniche e le feste perse sulla strada che si sta in famiglia.
Certo, è una scelta. C’è chi ha abbandonato la propria famiglia per realizzare un sogno, il sogno di creaare un partito, un associazione, un sindacato, un attività commerciale che potesse arrivare a livelli incredibili. C’è chi ha deciso di abusare della pazienza della moglie, del marito e dei figli che mai ti vedono con l’obiettivo di fare qualcosa per gli altri e un giorno si è svegliato solo.
Ma , in questo caso, davvero è essere altruisti oppure è solo il dimostrare di sapere raggiungere un sogno a discapito di chi ti ama e di chi ha bisogno di te?Stanotte, dopo la giornata di ieri, in cui mi sono dedicata SOLO alla mia famiglia senza dividerla con i miei doveri, ho avuto modo di riflettere su tutto questo. Ieri, per scelta, non certo per esigenza personale ho staccato. E’ stato faticoso farlo all’inizio, mi sentivo in colpa verso gli appuntamenti telefonici che avevo, verso ciò che ritengo essere il mio dovere, verso coloro che mi vogliono vedere onnipresente e a loro totale completa disposizione, ma l’ho fatto…
E piano piano mentre passavano le ore mi sono resa conto di quanto ho dato poco a coloro che ogni giorno subiscono le mie scelte, le mie riunioni, il mio lavoro, le ore passate al computer e al telefono e di quanto ho dato troppo a coloro che non sono la mia famiglia. E ho capito. Ho capito che la vita è fatta di scelte, ed ho capito che non si può aiutare gli altri, se non si sta a fianco a coloro che direttamente fanno parte della nostra vita e ho capito che quando succede è dannatamente ipocrita. Ho capito che per fare felice il signor nessuno, ossia chi non si conosce, bisogna prima partire da chi amiamo dedicando loro tutto il tempo che richiedono. Ho capito che se facciamo in modo che le priorità degli altri diventino le nostre assorbendoci al punto di non avere più spazio non tanto per noi, ma per chi da noi dipende, abbiamo sbagliato tutto.
Lavorare fino a che si muore, o fare felici chi amiamo?
Certo, è una scelta. C’è chi ha scelto di perdere tutto, la sua famiglia, le ore con i nipoti, i figli, gli amici, ma se togli il lavoro a queste persone a loro cosa rimane? Io dopo il mio lavoro, dopo i miei doveri, ho affianco persone che mi amano, che mi danno moltissimo. E quest’estate, non farò come l’anno scorso che ho passato tutta la settimana di vacanza con la famiglia lavorando chiusa in una stanza mentre loro erano al mare. Non li dimenticherò dietro ad una delega, ma sarò con loro e soprattutto per loro. E so bo certa che in questo modo la qualoità del mio lavoro migliorerà esponenzialmente. perchè non si può avere la presunzione di fare del bene agli altri, di essere bravi genitori, madri, padri, nonne/i, mogli, mariti o amiche se non sapimao nemmeno farlo con la nostra famiglia. Il dovere passa soprattutto dal buon esempio.
Io, che sono solita anche mettermi in discussione mi sono chiesta se abusare degli altri, credere che tutto ci sia dovuto significa amare. Perchè questo comportamento non si ha solo con la propria famiglia, ma lo si può vedere anche nel lavoro, o con gli amici. Chi abusa degli altri, del tempo altrui? Chi non sa amare, chi non è empatico. Le persone ciniche, egocentriche, egoiste, chi non sa calarsi nei panni degli altri, chi pensa che le proprie priorità, i propri progetti siano più importanti delle priorità altrui, se ne frega degli altri a meno che non risultino utili.
Chi per scelta personale ha rinunciato alla propria famiglia e alle proprie priorità perchè non le ritiene così importanti come sé stesso e il suo lavoro e crede che ciò sia un atto dovuto e pretende che gli altri facciano lo stesso usando l’arma del ricatto sminuendo il lavoro fatto, il tempo dedicato, facendo in modo che gli altri, siccome non mettono in disparte le proprie priorità siano allora tacciati di disinteresse, di menefreghismo o peggio di pressapochismo sul lavoro svolto.
Molte persone sono così, e molte persone lavorano facendo sentire i loro collaboratori indegni e superficiali, se non stanno ai loro ritmi. Ma persone così non sono persone d’onore. Persone che non sanno vestire le priorità umane, che non sono capaci di comprensione non possono essere altruisti in nessun modo. E non gratificheranno mai, a meno che non si diventi come loro; perdendo tutto. Ma se si diventa così sterili come si può essere altruisti? Come si possono vestire panni istituzionali?Se non si ama come si può parlare di amore? Se non si sta alle regole come si può parlare di regolamento? Se si tradisce come si può parlare di fedeltà? E così via.
Questa è la grande differenza che si pone tra altruismo disinteressato e quello invece vestito di buoni propositi ma fatto solo per fare emergere se stessi, i propri sogni la propria persona. Per lavorare bene bisogna sapere rispettare prima chi si ama, i tempi dei collaboratori che non possono sempre essere messi sotto pressione e al collasso, i tempi degli eventuali soci che non sempre decidono di assorbire tutta la loro vita dietro ad un ideale personale, ma che hanno le loro priorità. E se non si è in grado di rispettare gli altri e si pretende che gli altri facciano ciò che vogliamo noi e che stiano dietro ai nostri tempi allora si ha sbagliato tutto e si è destinati a rimanere soli ed adare andare avanti da soli.
Ma da soli si rimane e non ci resta che dare la colpa a noi stessi e non agli altri. Per fare un grande famiglia, relazionale, un impresa, una società, un partito, bisogna lavorare rispettando le priorità altrui, perchè si arriva comunque e molto meglio. Altrimenti si rischia di fare esplodere le persone si rischia di obbligarle a fare delle scelte e si rischia di rimanere soli. E soli, non si può fare nulla.
La Sociologa Risponde: Per avere la possibilità di fare ciò che si vuole fare soprattutto quando quello che si vuole fare richiede enorme impegno e costanza e tempo da dedicare, è necessario il supporto degli altri, ma non bisogna mai dimenticare che chi ci supporta che siano collaboratori, amici, parenti o la famiglia, vanno sempre nutriti e presi in considerazione nella giusta misura. Perchè abusando del tempo altrui, pretendendo, non riconoscendo e soprattutto non rispettando le priorità degli altri, ferma inevitabilmente anche i nostri progetti.
Il consiglio del coach: Prendetevi tempo, dedicatevi alla vostra famiglia, date tempo ai vostri collaboratori, gratificateli fateli sentire importanti. Solo allora potrete esigere il massimo del rispetto dei vostri tempi e della qualità del lavoro svolto. Per fare il meglio non bisogna pretenderlo, nemmeno da noi stessi ma imparare ad amare ciò che si fa. Non dimenticando che le nostre priorità non vanno mai messe in seconda linea. Un grazie personale all’amico Roberto che inconsapevolmente mi ha fatto riflettere;
Se volete porre un quesito scrivete o mandate un video-messaggio
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Betty dice
Bellissima riflessione ,complimenti… e questa Elisa che deve vivere e che personalmente stimo moltissimo prima la famiglia e poi l’altruismo verso il prossimo .Importante nella vita gratificare se stessi ricordandosi sempre che la nostra esistenza e dovuta a tutto ciò che ci circonda ed evitare gli pericoli e un dovere che abbiamo verso tutti quelli che amiamo .
jacopo dice
come è possibile allora stabilire la lista delle priorità? da ciò che leggo mi ritengo avere molti dei difetti scritti e capisco come mai allora io e mia moglie siamo in crisi lei dice che abuso non solo del mio tempo ma anche del suo eppure lo faccio anche per lei dottoressa mi aiuti il suo scritto mi ha fatto venire mille dubbi.
Elisa Visconti dice
Jacopo ci sono molti modi ma il principe di tutto è rendersene conto. Come capita che pure io a volte dia per scontato certe cose, perchè funzionano come un orologino svizzero….. sopravvalutando e sottovalutando le situazioni che redo equilibrate. Non siamo perfetti, ma già rendersene conto è una vittoria…. Da lì allora il passo è davvero breve. Fai proprio una lista delle priorità tua, di tua moglie e di chi ruota intorno a voi (eventuali figli, genitori, lavoro, ecc) e insieme cercate di evidenziare ciò che è importante per te e ciò che è importante per lei e…discutetene. La mediazione e la comprensione farà il resto. Se siete in difficoltà, rivolgetevi ad un coach 😉 Buona giornata
Elisa Visconti dice
Grazie come sempre Betty… ^^
Giordano dice
Ciao Elisa articolo e lezione coinvolgenti.
L’ abuso inevitabilmente porta al collasso in ogni situazione in quanto le fa degenerare fino alla disfunzione-staticità-disgregazione-ecc. anche se una cosa buona la si ha nel momento in cui ce ne rendiamo conto e a questo punto in alcune persone l’ onestà e il coraggio generano cambiamento-rinnovo-ecc. oltre a una maggiore coscienza.L’ amore è un’ energia unica e permea ogni cosa ogni situazione e ne determina spesso la qualità.E’ importante amare il prossimo-l’ ambiente-ecc. quindi proprio per questo ci dobbiamo sentire sempre in diritto nel poter scegliere ovvero dobbiamo sentirci liberi nel poterci dire :” io posso scegliere” in quanto nella società troviamo persone dove sono presenti valori molto differenti e quindi occorre “mettere nella bilancia tanti fattori” così si può agire nel miglior modo. Ovviamente più le altre persone sono importanti come la famiglia per esempio più nell’ interagire si cerca amore-comprensione-empatia-ecc. e naturalmente lo cerchiamo anche nelle persone in genere come partner-amici-conoscienti-ecc. dato le nostre normali aspettative come “esseri sociali”. Concludo tramite questa affermazione-citazione : Domenico De Masi ” non c’è reale progresso senza la felicità “.
rosso cardinale dice
la mia listarella delle priorità la feci ad un natale di circa tre anni fa quando mi moie… santa donna me fece trovà le valigie fuori uscio.Per tre mesi abitai in albergo come li barboni e mi resi conto che il colletto della camicia inamidato, le calze rammendate, le mutande pulite, er piatto de matriciana fumante, me mancavano. Me sono dovuto ridimensinà e per un sorcio come me sempre en giro nun è stato facile ma ora pure er medico me dice che ho fatto la scelta giusta artrimenti mica c’arrivavo a scriverle Dottoressa nostra con tre by passe e 16 caffè, 20 ore in redazione e 2 pacchetti de Muratti al giorno . E c’ha ragione Dottorè quanno dice che alla fine ce se accorge sempre ar peggio. Ma c’è chi nun se ne accorge mai come mai?Er capo redattore è alla terza moie e tra m’pò pure quella starà con li alimenti. Un baciotto ar caffè nero, er secondo ma ar quarto me fermo un suo fansissimo. R.C
monia74 dice
vorrei condividere con voi visto l’argomento su ciò che ho studiato nel campo ZEN e mi è servito è un po lungo e mi scuso, ringrazio poi la dottoressa per i bellissimi articoli di sociologia che tratta questo giornale:
1. Fai una breve lista delle tue priorità.
Prendi un foglio e stila un breve elenco delle cose che più ritieni importanti nella tua vita. Cosa conta di più per te? A cosa dai maggior valore? Quali sono le 4-5 cose che più desideri nella tua vita? La semplificazione inizia dall’individuazione delle tue priorità, in modo da poter creare nella tua quotidianità lo spazio e il tempo necessari per dedicarti a ciò cui davvero tieni.
2. Elimina un obbligo.
Prova a pensare a tutti gli impegni e obblighi cui sei legato nella tua vita e prova ad individuare quello che per te è il più gravoso. Qualcosa che ti fa perdere un mucchio di tempo ma che non ti dà alcun piacere o valore aggiunto. Qualcosa che fai ogni giorno, ogni settimana o ogni mese e che proprio non vorresti fare. Chiama la persona di riferimento per quell’impegno o obbligo e dille semplicemente che non hai tempo. Ti sentirai sollevato. Ti suggerisco di eliminare un impegno/obbligo che non conferisca il minimo contributo alla tua breve lista delle priorità.
3. Riordina un cassetto.
O una libreria, o un angolo della tua stanza, ciò che preferisci. Non una stanza intera o addirittura un appartamento. Soltanto una piccola area. Puoi usare questa limitata zona come punto di partenza per iniziare a semplificare, e poi potrai espanderti muovendo da qui. Come procedere? Togli tutto quello che si trova nel cassetto e riponilo da una parte. Da questa pila, tira fuori soltanto le cose più importanti, quelle che davvero ami e utilizzi. Sbarazzati di tutto il resto. Donalo, vendilo, gettalo, come preferisci. Fallo ora. Liberati di ciò di cui non hai bisogno. Riponi invece in modo ordinato nel cassetto le cose che ami ed utilizzi.
4. Stabilisci dei limiti.
Semplicemente, poni dei limiti alle cose che fai o alle attività che svolgi regolarmente: email, azioni, cibo, sigarette, etc… Prova a rispettare questi limiti. Comincia oggi.
5. Semplifica la tua lista delle cose da fare.
Compila una lista delle cose che devi fare. Tienila sempre aggiornata. Se nell’elenco ci sono più di 10 attività, allora certamente la puoi semplificare almeno un pò. Prova ad individuare alcuni elementi che possono essere eliminati, delegati, automatizzati o ignorati. Insomma, accorcia la lista.
6. Trova il tempo.Semplificare la tua vita significa soprattutto riuscire a trovare il tempo per fare ciò che davvero ti piace. Purtroppo a volte è difficile perfino riuscire a trovare del tempo per pensare a come semplificare la nostra esistenza. Se questo è il tuo caso, prova a dedicare almeno 30 minuti della tua giornata per pensare a come rendere più semplice la tua vita. Come puoi guadagnare 30 minuti al giorno? Ecco alcune idee: svegliati prima, guarda meno TV, spegni il cellulare.
7. Riordina la tua scrivania.
Questo è un’espediente che personalmente trovo molto utile. Semplicemente il fatto di mettere in ordine la scrivania dove studio o lavoro mi mette di buon umore. E’ qualcosa di molto semplice da realizzare. Se la tua scrivania è piena di carte, fogli, appunti e oggetti vari, allora è arrivato il momento di togliere tutto e metterlo da parte, lasciando completamente sgombra la scrivania. Poi passa in rassegna le cose che hai tolto dalla scrivania e decidi subito cosa farne. Getta tutto ciò che è inutile o a cui non tieni. La scrivania ideale dovrebbe avere solamente la tastiera, il monitor, il mouse, un bloc-notes e una penna, e magari una foto dei tuoi cari.
8. Agisci più lentamente.
Spesso durante il giorno non facciamo altro che correre, saltando da un’attività all’altra, da un appuntamento all’altro, per poi crollare esausti alla fine della giornata.
Prova allora a semplificare la tua vita facendo di meno e facendolo con più lentezza. Mangia più lentamente, guida più piano, cammina più piano, fai tutto con lentezza. Sii presente. Goditi tutto quello che fai.
9. Fai una cosa per volta .
Invece di agire secondo i diffusi principi del multi-tasking, prova semplicemente a fare una cosa per volta. Inizia e finisci una singola attività per volta. Elimina tutte le distrazioni, concentrati solo su ciò che stai facendo. Passa all’attività successiva solo quando hai terminato ciò a cui ti stai dedicando. Ne guadagnerà la tua produttività e ridurrai il tuo livello di stress.
A me è servito molto.:-)
Grazie