Giovedì sera con la troupe di Media Channel Tv abbiamo ripreso una manifestazione canora a scopo benefico, ideata e co-condotta da Danilo Sivalli e Riky Belloni all’Amigdala Teather a Trezzo d’Adda. La Jamburrasca Social Music. La manifestazione, è alla sua 8° edizione e si ripropone di riunire alcuni cantanti, cantautori e musicisti di vario genere artistico del panorama italiano. La forza di quest’ evento non solo sta nella capacità degli organizzatori, di potere riunire amici e cantanti per una nobile causa, ma anche di sapere tenere banco come dei consumati show man tutti i fan che si erano presentati all’evento. Il motore della manifestazione, è nato dall’esigenza di riunire gli artisti pop, rock, rock fusion, blues, non solo per poter ricreare un momento aggregativo e di condivisione tra gli stessi, ma anche per aiutare di volta in volta associazioni diverse. Giovedì, il beneficiario dei proventi della manifestazione è stato l’ospedale Gaslini di Genova. Ospedale pediatrico rinomato nella Regione Liguria per la sua eccellente ala di ricerca e formazione pediatrica. Di certo, ogni evento che ha come scopo la raccolta dei fondi per gli enti che aiutano il prossimo, dovrebbe essere non solo condiviso e pubblicizzato ovunque, ma dovrebbe avere come minimo un’ importante visibilità da parte dei media. Media che ancora una volta si sono dimostrati lontani dalla realtà sociale compresa la stampa locale. Di fatto la visibilità dell’evento non ha da parte loro avuto nessun appoggio . Ed è per questo che ho avvertito come doveroso dover documentare la grande musica dei 18 partecipanti tra cui nomi illustri dei (Ricchi e Poveri, Alberto Fortis, Shel Shapiro, Gatto Panceri, Pago, Robi Zonca, Il Mito New Trools, ed altri…), l’ allegria non invasiva dei partecipanti, la spettacolarizzazione degli artisti che si sono adoperati non solo a cantare, ma anche a coinvolgere il pubblico presente interagendo con loro; e il back stage. La manifestazione infatti è stata completamente auto prodotta, distribuita e gestita dagli artisti che vi hanno partecipato gratuitamente e che in primis hanno contribuito a evolvere parte delle loro sostanze all’ ospedale per dare il buon esempio. Innanzitutto ritengo che non sia affatto facile riunire cantanti e musicisti che provengono da varie parti d’Italia, ma l’amicizia verso gli organizzatori, e la spinta sociale verso la nobile causa con la quale Jamburrasca Social Music è stata creata, sono stati la miccia giusta che ha innescato la fluente partecipazione da parte dei musicisti e dei fan. Personalmente sono rimasta positivamente colpita dall’umanità dimostrata dai big che hanno partecipato dedicandosi al progetto e all’esecuzione dei pezzi con la massima disponibilità, suonando dal vivo con musicisti di ottimo livello, ma non con la propria band. Sono rimasta colpita dalla condiscendenza degli organizzatori che si sono dimostrati pronti a risolvere ogni esigenza artistica e di esecuzione per fare sentire tutti a proprio agio. Sono rimasta colpita dal contenuto introspettivo e serio con il quale alcune interviste sono state gestite, nonostante la nostra emittente non sia digitale . Non ho trovato divismo, superbia, esibizionismo in alcuno dei presenti, forse qualche accento polemico, ma comprensibile visto che gli argomenti trattati erano emotivamente coinvolgenti; ed ho potuto apprezzare di ognuno le proprie peculiarità. L’eleganza e la modestia di Alberto Forti: “…è vero che la discografia è in crisi ma non è colpa solo dei produttori, anche loro fanno fatica…” la simpatia travolgente di Pago, che quando gli ho chiesto come mai non aveva un sito mi disse ridendo: “…. io sono allergico alla rete e ai social….”. La pacatezza e l’armonia di Robi Zonca : …” se volete conoscermi www.robizonca.it, ma Robi scritto con la i ci tengo alla mia italianità”. L’elettricità e l’amore per l’amicizia di Riky Belloni, “…. è fantastico che tanti amici oggi siano qua riuniti per i bambini del Gaslini ….”. la goliardia e il sarcasmo autoironico di Franco del Ricchi e Poveri, l’impegno verso i giovani talenti di Gatto Panceri, la disponibilità dei musicisti che hanno accompagnato gli artisti, i fonici, i presentatori … E che dire di Giorgio Usai? Una cartolina! Se volete farvi dare la ricetta delle trofie al pesto ….;-). E’ proprio vera quella massima che dice che le persone prima di giudicarle vanno conosciute. Ma quella sera, oltre al baccanale, sono emerse durante le interviste tutte le difficoltà e le amarezze che accompagnano quello splendido lavoro che è quello musicale. Nelle interviste è emerso il malessere causato dalla gestione errata di alcuni reality televisivi che premiano l’apparire commerciale del simbolo del momento e non l’essere dell’artista. Essere che negli anni passati prevedeva un cammino difficile di scuola, prove, promozione, partecipazioni infinite a gare suonando nei bar per pochi spiccioli, cercando di misurarsi, migliorarsi, farsi notare anche solo per produrre un pezzo. E si, i big di ieri, la gavetta se la sono tutta sudata. Se la sono sofferta ed estrapolando da un’intervista una frase di Gatto Panceri : “… Se non si ha sofferto non si fa musica …”. Dimostrando che l’artista deve sentire ciò che compone, scrive e canta. Certo è vero, se non si soffre facendo un dato percorso, non si comprende il, valore dello stesso. Il musicista, ci deve stare dentro, nel pezzo. E solo così arriva nell’anima. Ma ora nell’immediatezza dell’ apparire tutto il normale cammino di formazione artistica è diventato solo l’ ostacolo più temuto tra il non essere nessuno e la popolarità. E si cerca di raggirarlo, auto producendosi dischi, che nessuno comprerà, rendendo saturo il mercato del troppo e fatto male, o dedicandosi a sognare che dopo avere partecipato a qualche talent show, la strada del divismo è spianata. Insomma, oggi, non è importante fare ciò che piace e fare divertire il pubblico con la propria musica. I giovani di oggi aborrano passare ore in macchina per raggiungere piazze di fan. Oggi si cerca lì apparire in tv, diventare testimonial della telefonia, fidanzarsi con la velina, fare parlare di sé. Oggi diventare famosi non è più visto come il raggiungimento delle proprie fatiche, come il sentirsi arrivati e bene con se stessi, o come la conferma sociale che la nostra musica piace, Oggi per diventare famosi la gavetta non esiste più, basta partecipare a qualche talent show marcato MDF e similari, si è lanciati nell’universo discografico del successo mediatico. Ma ciò non comporta soltanto che chi fa la vera gavetta e non rientra nei canoni è indissolubilmente tagliato fuori. Comporta anche che spesso la mancanza di esperienza porta a non sapere gestire la popolarità.”….. E chi la paga sono i ragazzi e sono preoccupato per loro…” ha proferito Gatto Panceri …..”…. Sia per chi diventa troppo velocemente famoso, perché non sa gestire la propria popolarità, che chi non riesce ad emergere pur avendo le carte in regola. La discografia è in crisi? Forse, ma ciò che certo è che la mal gestione dello show biz che premia l’apparire e non l’essere, che annulla la gavetta e che dimentica chi negli anni ha creato con fatica qualcosa di importante è la causa principale… E proprio per questo mi sono sentito in dovere di dare spazio gratuito e senza compromessi ai ragazzi di oggi e di ieri a coloro che hanno il vero talento… Non so se questa avventura che ho creato farà parlare di sé visto che le lobbi televisive le tiene in mano la solita cricca, ma di certo il vincitore della gare che sto iniziando a programmare sarà prodotto da me. Ritengo sia corretto dare spazio al talento senza compromessi..…”. E la conferma di tutto è stata la nota polemica che Shel Shapiro condivisa con me e l’ affermazione di Robi Zonca : “…. La discografia è morta…”. Anche l’equilibrio dimostrato da Alberto Fortis, che con eleganza è riuscito a dare un colpo al cesto un colpo alla botte,non ha smentito gli umori che il giorno prima aveva condiviso con Claudio Baglioni e Zucchero. La reunion di ieri dovrebbe fare riflettere pure su questo. Se i big avvertono la necessità non di lamentarsi, ma di scendere in piazza a fare qualcosa di concreto a favore del futuro, anche partecipando in silenzio mediatico a manifestazioni come quelle della Jamburrasca, credo che tutti insieme dovremmo come minimo cambiare il sistema di premiare la tv e i format pilotati che attualmente rendono saturo il mercato. Quindi, spegniamo il telecomando e accendiamo il cervello ;-). Dr.ssa Salvi
letizia dice
penso che gli artisti che hai citato siano tutte persone dotate di una grande dignità. piuttosto che buttarsi nel circo mediatico attuale e fare i pagliacci preferiscono rimanere in secondo piano ma fare quello che hanno sempre fatto: musica
rosso cardinale dice
ma ci sono pure artisti che se non hanno la loro band non suonano se uno gli sta sulle balle non vanno agli eventi ensomma pure loro a volte ce fanno.