Osteoartrite o artrosi
L’artrosi è una patologia cronica che colpisce la cartilagine articolare consumandola. E’ una patologia fisiologica degenerativa che colpisce tutte le persone dopo i 65 anni e può esprimersi prima di tale periodo in caso di lavori usuranti o di sovraccarico, patologie metaboliche, sistemiche, vascolari, traumatiche e iatrogene (alcuni farmaci come il cortisone per lungo periodo che colpiscono il metabolismo cartilagineo) possono determinare l’usura compromettendo le normali attività quotidiane. E’ una patologia che alterna fasi di infiammazione e dolore (osteoartrite), in cui un articolazione fa male, si arrossa, è dolente ed è doloroso muoverla, a fasi di cronicizzazione, in cui i segni tipici dell’infiammazione scompaiono (calore, rossore, dolore, gonfiore e limitazione funzionale) lasciando però il posto ad un deficit di mobilità che è causato dalla diminuzione della cartilagine consumata durante il processo infiammatorio. Benchè sia una patologia di naturale declino fisiologico data dall’invecchiamento, è possibile gestire al meglio sia la fase acuta di dolore, calore, rossore e riduzione di mobilità, che quella cronica (artrosi), cercando di limitare il periodo d’infiammazione in modo tale che ci sia meno perdita cartilaginea. Insomma l’invecchiamento articolare si può limitare.
Terapie per l’artrosi
Per far ciò è possibile attraverso la medicina riabilitativa ed una corretta integrazione gestire entrambe le fasi:
- FASE ACUTA: in questa fase, gli obiettivi che si pone il medico riabilitatore sono: “eliminare il dolore, ridurre i tempi dell’infiammazione e limitare i danni dati dal periodo post- infiammatorio”; ottimo in questo caso l’utilizzo della magnetoterapia, ultrasuono, impacchi di haloterapia, mesoterapia transdermica e integratori antinfiammatori e anti dolorifici non farmacologici.
- FASE CRONICA: in questa fase, gli obiettivi che si pone il medico riabilitatore sono: ” la riparazione della cartilagine e migliorare la mobilizzazione residua”, mediante la laser terapia e l’utilizzo di specifici integratori tra cui la glucossammina.
La cartilagine si può rigenerare?
Fino a pochi anni fa, ed alcuni medici lo sostengono ancora ora 😯 , si pensava che la cartilagine non si poteva riformare. In realtà recentissimi studi scientifici (2017-2018) hanno dimostrato che non solo è possibile sostituire la cartilagine in casi gravi mediante l’utilizzo di scaffold osteocartilaginei, cioè dispositivi, costituiti da aragonite e acido ialuronico con cui è possibile ricostruire l’intera unità osteocondrale. Ma è possibile ridurre i danni dell’artrosi mediante l’utilizzo di glucosammina che dovrebbe aiutare a rigenerare la cartilagine lesa dai processi infiammatori ed a nutrire e rafforzare quella residua. In ortopedia, la forma più consigliata e sicura di glucosammina è la glucosammina cloridrato che, contrariamente alla glucosammina solfato, sembra venga metabolizzata più velocemente dall’organismo e a parità di dosi sia più efficace, inoltre la letteratura riporta meno fenomeni allergici rispetto alla forma solfato. Il dosaggio tipico di glucosammina è di 1.500 mg al giorno e per potenziarne l’azione spesso è combinata con altri supplementi quali acido ialuronico, condroitin solfato, collagene (I-II-XII che interagisce con i glicosamminoglicani), metilsulfonilmetano o boswellia serrata (effetti antinfiammatori), coenzima Q10 o vit.C (effetto antiossidante).
Cosa è la glucosammina
E’ uno zucchero prodotto dall’organismo, presente in gran parte nelle cartilagini ossee umane che ricopre un ruolo importante per il benessere e il mantenimento della cartilagine articolare. Proprio perchè prodotta dall’organismo, è scarsamente presente in natura se non nel guscio di aragoste e crostacei, ed in caso di necessità suppletive è necessario optare nell’assunzione di preparati integrativi secondo prescrizione medica. Nelle articolazioni la glucosammina è importante poichè è il precursore dei glicosamminoglicani e dei proteoglicani (sostanze di cui è formata la cartilagine), nonchè la fonte più importante di idratazione cartilaginea.
Dove agisce la glucosammina: la cartilagine articolare
La cartilagine (che in base alla localizzazione articolare si suddivide in ialina, fibrosa e elastica) è un cuscinetto ammortizzatore, che si trova tra due capi ossei, che consente maggior fluidità nei movimenti articolari, la salvaguarda delle epifisi ossee che in caso di mancanza della stessa entrerebbero in contatto consumandosi e deformandosi, con un effetto pneumatico e di ammortizzazione. La cartilagine è un tessuto connettivo di sostegno formata da acqua, cellule dette condrociti, immerse in un’abbondante sostanza amorfa intercellulare, fibre collagene di tipo I-II, proteoglicani, glicoproteine e fibre elastiche; l’elevata idratazione necessaria per rendere funzionale la cartilagine è data dai glicosamminoglicani (GAGs) molecole che legandosi facilmente con l’acqua e le proteine (in questo caso diventano precursori dei proteoglicani) sono necessarie anche per la formazione della sostanza amorfa composta dai proteoglicani.
Glucosammina e le malattie cardiovascolari
Recenti studi hanno dimostrato che l‘assunzione di glucosammina nei pazienti affetti da disturbi cardiaci; stando ad una ricerca apparsa sul British Medical Journal, pare che l’impiego regolare di supplementi contenenti questa sostanza potrebbe essere correlato anche ad un’azione preventiva per l’apparato cardiovascolare, contribuendo a ridurre il rischio di infarto ed ictus. Tra le ipotesi si sta valutando l’azione antinfiammatoria promossa dalla glucosammina, correlata ad un calo della proteina C-reattiva che entra in gioco nei meccanismi infiammatori. Questo aspetto potrebbe essere particolarmente importante per i fumatori, che in genere hanno un quadro infiammatorio più significativo. Tra le altre ipotesi inoltre, si sta studiando il ruolo che la glucosammina essendo uno zucchero, potrebbe essere un sostituto di una dieta ricca di carboidrati, permettendo quindi di ridurre l’infiammazione nutrita dall’assunzione di glucidi (zuccheri).
Effetti indesiderati
La glucosammina è un antinfiammatorio/analgesico molto ben tollerato. I possibili effetti collaterali sono modesti e limitati a nausea, disturbi digestivi, stitichezza o diarrea. Talvolta, possono comparire mal di testa, stanchezza o eruzioni cutanee. Dal momento che la preparazione contiene zuccheri, chi soffre di iperglicemia o intolleranza ai carboidrati dovrebbe verificare che l’assunzione di Glucosamina non peggiori la glicemia. In aggiunta, durante il trattamento è consigliabile controllare i valori di colesterolo nel sangue. Non esistono dati significativi sulle possibili interazioni di Glucosamina con altri farmaci. Ciò impone una certa attenzione in caso di trattamenti combinati. Tra interazioni note, quella con anticoagulanti orali, come Warfarin e Acenocumarolo, e antibiotici della classe delle tetracicline. Glucosamina non è raccomandata in gravidanza e durante l’allattamento per la mancanza di informazioni cliniche sufficienti.