E’ un percorso tortuoso quello dei fibromialgici. La risposta finale di un cammino di diagnosi, esami, visite che spesso conducono a questa diagnosi per casualità più che per certezza. Non esistono infatti esami, che dimostrano e valutano la fibromialgia. In sede di diagnosi strumentale ed ematochimica sono infatti assenti segni di alterazioni radiografiche ed ematiche (se non presenti comorbilità); non sono evidenti aspetti istopatologici (danni sui tessuti); e gli indici d’infiammazione corporea risultano nella norma; anche se la percezione del dolore da parte dell’ammalato è presente. Solo un anamnesi accurata seguita dallo studio clinico del paziente e dall’esclusione di ogni altra forma reumatica, può portare alla sua conferma. La fibromialgia è una malattia reumatica autoimmune d’origine idiopatica (che non ha causa specifica) caratterizzata da dolore e irrigidimento muscolare cronico diffuso e migrante, associato a comorbilità del sistema nervoso e distonie. Benchè sia considerata una malattia reumatica, visto i distretti colpiti, come tutte le patologie autoimmuni ed idiopatiche ad oggi non si conosce nè la causa nè la cura. E’ una malattia così subdola, che la sua stessa diagnosi e le caratteristiche cliniche, sono tuttora difficili e controverse e pochi specialisti si orientano in tal senso. Tanto che per molti anni, e tuttora da alcuni medici, viene considerata a torto una malattia psicosomatica. Al di là dell’eziologia che potrebbe nascere da predisposizioni genetiche scatenate da: lavori logoranti dei distretti colpiti, disturbi psichici quali ansia e sindromi auto lesive, abuso di farmaci psicotici droghe, intossicazioni chimiche o da metalli, infiammazioni allergiche croniche etc. la fibromialgia è una patologia molto dolorosa ed invalidante. Tanto che gli specialisti, consigliano ai pazienti di vivere il più possibile in contesti sereni e positivi. Non si tratta quindi di un disturbo psichico, anche se lo stress psicofisico può peggiorarla. Sebbene non sia una patologia fatale o degenerativa, il dolore cronico e la rigidità della fibromialgia sono pervasivi, persistenti e fortemente invalidanti. La fibromialgia ha sintomi fluttuanti, che spesso si è convenuto essere in rapporto con fattori specifici, ossia in grado di provocare l’acutizzazione dei sintomi e le ricadute degli episodi dolorosi. In particolar modo i fattori che acutizzano e rendono recidivanti i sintomi pare siano:
- fattori climatici (i sintomi migliorano col caldo e secco peggiorano col freddo e umido)
- fattori ormonali (periodo premestruale, disfunzioni della tiroide)
- eccessiva produzione di cortisolo (ormone dello stress)
- fattori stressanti e psicologici
- cicli cicardiani
Sintomi
Benchè i dolori siano migranti e possano colpire distretti articolari e muscolari differenti, prevalentemente sono colpiti: la colonna vertebrale, le spalle, il cingolo pelvico, le braccia, i polsi, le cosce. Al dolore cronico che si presenta spesso ad intervalli irregolari, si associano altri sintomi detti primari e atri detti secondari.
→ SINTOMI PRIMARI
- Dolore migrante
- Affaticamento e spossatezza
- Rigidità, contrazione involontaria muscolare e crampi
→ SINTOMI SECONDARI
- CFS (astenia cronica)
- SFB (fascicolazioni benigne)
- MCS (sindrome multisensibilità chimica)
- Disturbi del sonno
- Disturbi dell’umore
La fibromialgia può avere periodi di remissione, sulla maggior parte dei sintomi (normalmente la stanchezza fisica rimane presente) specie se si seguono trattamenti adeguati.
Complicanze e comorbilità
La costante sofferenza dei distretti, se non trattata adeguatamente con terapia di supporto, può portare:
- Sindrome del colon irritabile
- Fenomeni di artrosi
- Comorbilità reumatiche non infiammatorie
Sia per lenire i sintomi che per evitare l’instaurarsi di processi morbosi che porterebbero a comorbilità è necessario integrare e supportare il proprio stile di vita con trattamenti fisici (che agiscano sui distretti interessati ammorbidendo le contrazioni, la rigidità) che terapie di sostegno (integratori minerali, vitaminici e specifici in base alle carenze rilevate).
Diagnosi
Non essendo evidente nè attraverso esami strumentali, nè attraverso esami di laboratorio la diagnosi non è un percorso facile e solitamente si arriva alla sua scoperta per casualità od esclusione. Comunque sia è importante che il paziente affetto da questa patologia non si scoraggi e cerchi risposte costanti attraverso una visita multidisciplinare (reumatologo-neurologo-ortopedico-allergologo) anche se a volte, gli stessi medici, sono restii a confermare questa patologia.
Terapia
I trattamenti per la fibromialgia sono di varia natura e non ci sono protocolli standard. Infatti i pazienti rispondono in modo diverso ed a diverse terapie. E’ quindi importante provare una serie di trattamenti per trovare il proprio protocollo personalizzato che possa gestire i sintomi in fase acuta, velocizzare la ripresa, evitare le recidive. L’attuale letteratura suggerisce una combinazione fra diverse tipologie di cura per ottenere i migliori risultati.
Terapia farmacologica
Data l’impossibilità di formulare una diagnosi basata su evidenze mediche e soprattutto in considerazione della natura equivoca della fibromialgia, non esiste un protocollo farmacologico standard o universalmente adottato la cui efficacia sia scientificamente provata. Quindi i farmaci adottati sono a discrezione dello specialista (reumatologo). Comunque sia normalmente vengono prescritti:
- FANS (antinfiammatori non sterodei) – come antifiammatorio –
- Miorilassanti – per rilassare le contratture –
- Amitriptilina (antidepressivo) – per migliorare la qualità del sonno –
- Fluoxetina e la Duloxetina (inibitori selettivo della ricaptazione della serotonina) – agirebbe su una delle probabili concause fibromialgiche –
- Antiepilettici – come ansiolitici –
- Analgesici centrali – contro il dolore neuropatico –
- Gli oppiacei – agiscono sulle vie dolorifiche a livello del sistema nervoso centrale che non sono interessate in questa sindrome –
- I cortisonici (controindicati se non in bassa dose)
- Ossigeno-ozono terapia (alcuni studi clinici, hanno dimostrato un miglioramento globale del quadro clinico)
- Uso terapeutico di marijuana (grazie ai suoi effetti analgesici, miorilassanti, antidepressivi ed alla migliore qualità del sonno con minori effetti collaterali, l’assenza di dipendenza fisica)
- Gli integratori di calcio, magnesio, vitamine C, B12 ed oligominerali non danno un beneficio reale – vengono utilizzati empiricamente –
Terapia non farmacologica
La terapia non farmacologica si rivela essere il trattamento più efficace; oltre che essere totalmente priva degli effetti collaterali e di rebound dei farmaci .La terapia non farmacologica non agisce solo sul sintomo, ma consente di migliorare lo stile di vita del paziente, la sua alimentazione e il suo stato fisico/mentale attraverso trattamenti d’integrazione e fisici. Nei casi in cui venga eseguita una diagnosi individuale corretta la terapia farmacologica può migliorare la qualità di vita del paziente:
→ STILE DI VITA
Vista la spossatezza che è un segno tipico di questa patologia (oltre al dolore) il paziente dovrebbe rallentare il proprio ritmo di vita prediligendo il riposo ed attività riposanti. Ma non deve stare per lungo tempo immobile o a letto per evitare l’acutizzazione delle rigidità muscolari e indebolire i muscoli che non presentano rigidità. E’ importante che non svolga alcun lavoro fisico e soprattutto logorante, o a contatto con l’acqua o in ambienti freddi ed umidi. Essendo una patologia invalidante è possibile richiedere allo specialista punteggi di invalidità per poter ottenere la possibilità di fare un attività (anche nella stessa azienda) che non incida sulla patologia.
→ NUTRIZIONE
Intraprendere un’alimentazione corretta, non tanto per la fibromialgia in sè, ma per favorire il proprio metabolismo, depurarsi, favorire il sonno ed il riposo. Quindi è bene limitare le proteine animali, il caffé, il the, gli zuccheri raffinati e i superalcolici, sostituendole con alimenti di pari gusto. E’ preferibile assumere proteine vegetali, ortaggi stagionali, frutta e verdura e preferire i cereali integrali. Infine è bene limitare le solanaceae come pomodori, patate, melanzane e peperoni. Se alla sindrome fibromialgica è associata obesità, artrosi, menopausa, sindrome del colon irritabile ed altre comorbilità, la nutrizione potrebbe a maggior ragione agire su questi disturbi migliorandoli. Inoltre, essendo le allergie una probabile fattore scatenante di questa patologia, è quindi bene sottoporsi ad alcuni TEST AUTODIAGNOSTICI (allergie alimentari-intolleranze), per vestire un programma nutrizionale specifico sulle proprie esigenze.
→ INTEGRAZIONE
Per individuare la miglior e corretta forma di integrazione è necessario sottoporre il paziente ad una serie di test e diagnosi che evidenzino le sue specifiche carenze o plusvalenze, oppure la presenza di comorbilità o predittività
- Test autodiagnostici
- Anamnesi morfobiodinamica
- Analmensi posturale
- Se presenti disagi emotivi o psichici è bene trattarli con sedute di coaching o psicologiche
→ TRATTAMENTI MASSOTERAPICI
Il trattamento massoterapico si rivela essere efficace sia in fase acuta di dolore, che di recupero funzionale per evitare le recidive. I massaggi nel caso di pazienti affetti da fibromialgia possono avere effetti miorilassanti – decontratturanti – drenanti. Ai massaggi curativi eseguiti con tecniche specifiche, si può associare la terapia del dolore per ottenere soprattutto in fase acuta effetti analgesici – antalgici – antinfiammatori.
→ ESERCIZI
Una buona percentuale di malati risponde in modo positivo a determinate tecniche di rilassamento muscolare, stretching e alle terapie comportamentali, che svolgono il ruolo di rafforzare la parte sana, rieducare i distretti colpiti, oltre che apportare la conoscenza del proprio corpo in rapporto alla fibromialgia stessa. L’ attività fisica deve essere continuativa, ma non eccessivamente intensa ed aumentata progressivamente senza eccessi.
TRATTAMENTO FIBROMIALIGIAStudio Salvi © 2016 |
→ FASE ACUTA
→ FASE RECUPERO- PREVENTIVA
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→TERAPIA DEL DOLORE
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→FITOTERAPIA-INTEGRAZIONE
Prima di individuare la corretta integrazione fitoterapia od omeopatica, la dottoressa Salvi sottopone il paziente ad una serie di TEST AUTODIAGNOSTICI e DINAMICI, che consentano di evidenziare la presenza di eventuali carenze, intolleranze, manifestazioni infiammatorie, disordini metabolici ed ormonali o la presenza di comorbilità o la loro predittività. In questa fase la dr.ssa collabora con altri specialisti. |
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