Oggi più che mai l’equilibrio è diventato un’ utopia irraggiungibile. Perché? Perché i ritmi di oggi sono insopportabili. La parola d’ordine oggi è ” FARE”. E Farlo bene. Perchè se si fa male, se non si è i migliori. Una volta si credeva che il lavoro meno stressante fosse quello della casalinga. Daltronde che ci vuole? Fare da mangiare, pulire la casa, occuparsi della spesa, dei figli a scuola… Eh, già. Forse una volta poteva essere anche un lavoro costante ma di certo non stressante, niente capi da ascoltare, niente scadenze lavorative, niente pressioni di produzione… ma ora… Ora la frittata si è completamente capovolta. E ci sono madri che preferirebbero lavorare piuttosto che stare a casa a fare le casalinghe tempo pieno. Perchè ora bisogna farlo bene. Oggigiorno a scuola bisogna essere impeccabili. Perchè le altre mamme, le insegnanti, le psicologhe guardano a tutto. A come si portano i figli a scuola, a come si vestono a che cartella hanno, a com’è vestita la mamma a chi fa la festa di compleanno più bella a chi fa la rappresentante di classe migliore e come, a quante volte partecipi alle riunioni di inter sezione a se hai lavato la tua auto, se hai la casa perfetta a che merendine metti nel cesto per i tuoi figli, a che marito hai e se è felice con te, perchè si sa soprattutto per chi vive nei piccoli paesi volenti o nolenti tutti sanno tutto di ognuno… E quando ti si fiondano in casa per il caffè, guai se la casa non è perfetta! Eh si, la stanchezza si fa sentire a a volte ci si butta nell’alcool che in un certo senso calma i nervi, assopisce i pensieri. E vai con l’ happy hour. Ma si sà, troppo alcool dopo poco da l’effetto opposto e ci si sente uno straccio. Allora si perdono lentamente di mano le redini della famiglia, gli schiamazzi dei figli diventano insopportabili come il disordine, le litigate, preparare la colazione tutte le mattine, pulire casa e persino le carezze del marito. Finchè non si diventa ombre di sé con il senso di colpa di avere ceduto. Allora che si fa? Ci si rifugia nei sogni, nel voler essere diversi di carattere, meno malneabili dagli altri, meno condizionabili dall’essere i migliori, meno deboli perchè se non lo si fa ci si sente in colpa. E si vorrebbe scappare o a volte morire. Mi scrive Jole, casalinga stressata:
Carissima dottoressa
seguo molto il suo blog e ora mi sono fatta coraggio perchè vorrei scriverle quali sono i miei problemi. Sono una donna felicemente sposata, ho 41 anni e due figli, un lavoro part time come impiegata presso la ditta di mio padre. Ho una casa senza mutuo, una casa in montagna , la salute perfetta e molte amiche. E anche il tempo di andare alle riunione del bimbi con le mie amiche, di andare in palestra e fare pilates e dal parrucchiere. Ho dei figli splendidi ma è un anno che sono caduta nel giro delle “bollicine” e degli aperitivi. All’inizio mi piaceva essere leggermente alticcia direi allegra, reggevo meglio i ritmi grazie a quello ero euforica, ma ora mi sveglio la mattina stanca spossata, con il mal di testa la pelle spenta, i capelli terribili, gli occhi rossi, mi arrabbio per un nonnulla e aspetto di bere da sola perchè quando lo faccio sto bene. Con mio marito poi non ne parliamo sono in crisi nera. Non sopporto più le sue mani, le sue continue richieste di sesso a tutte le ore e meno lo faccio più ci allontaniamo e mi intristisco. Non sono più felice e questo perchè mi sento sempre pressata tirata da tutti. Sono sempre stata il modello della ragazza perfetta, della madre moglie perfetta e ora non ce la faccio più. Ma non so come uscirne. Da quando la seguo (ho trovato il suo blog nei preferiti di mio marito) un pò invidio quelle donne come lei, che fanno fare tutto agli uomini e loro non fanno nulla. Si chiamano dominanti vero? Invece per me è il contrario. Senza me si ferma tutto e tutto va in crisi. Ma ora lo sono io e invece di capirmi mi sento attaccata dicono che sono stressata! Il bello è che non so proprio che fare anzi una cosa la vorrei. Scappare! Scusi lo sfogo ma solo lei che è una donna, sociologa e per di più dominante mi può capire. Non so che mi aspetto forse solo di scrivere quello che nessuno sa. Con grande ammirazione“Jole B
Cara Jole,
Nella tua mail affiora un senso di rassegnazione unito a qualche incursione di rabbia. Ma ciò che emerge è senza alcun dubbio la rinuncia di volere trovare una soluzione pratica e immediata in una situazione di piena crisi. Innanzitutto vorrei sottolineare il fatto che dominare non significa affatto comandare gli altri ordinando di fare. Ma significa saper guidare. Tu stessa fino ad ora hai governato in modo eccellente la tua vita. Quindi tu stessa sei un un certo senso una persona dominante. Decidi tu, organizzi tu, tutto ruota attorno a te che reggi contemporaneamente in mano piatti diversi. Ma ad un certo punto il meccanismo si è incrinato. Come mai? E soprattutto come uscirne? Gli psicologi e gli psicoanalisti di certo potrebbero aiutarti a capire come mai è successo. Analizzando il tutto, perché hai bisogno di approvazione continua, perché senti la necessità di essere sempre la ragazza, mamma e moglie perfetta. Ma io non sono una psicologa né lo vorrei essere. Se tu fossi la mia cochee ossia colei che dovrei allenare attraverso il coaching, il mio ruolo sarebbe quello di allenarti a darti delle priorità che ti servirebbero a riequilibrare la tua vita a ritrovare motivazioni e serenità. Fornendoti anche ciò che ora ti manca. Ossia il tempo per te stessa. Che non è andare dalla parrucchiera e dalle amiche, o a fare pilates riempiendo giornate organizzate full time. Ti allenerei nel ritrovare piacere a stare con tuo marito e con la tua famiglia e a trovare soddisfazione in ciò che fai. Ti allenerei a stare bene e non ad analizzarti. Perché fondamentalmente a volte sapere il perché e il per come è successa una crisi, non serve a cambiarne direzione. Inoltre, non è che ti comprendo perché sociologa o dominante o donna. Ma perché anche io tendo alla perfettibilità del fare troppo e bene come te. E ciò porta inevitabilmente ad esaurirsi. Quindi che succede? In questa’ epoca velocissima e rampante del volere fare tutto troppo e pure bene, è necessario trovare un equilibrio, quella bilancia che fa stare noi stessi bene evitando di essere troppi sovraccariche di eccitazione ed endorfine o crisi di noia della mancanza del non fare o fare poco, e l’esaurimento delle scorte energetiche. E l’equilibrio come si prevede? Dando spazio al giusto riposo, capendo quali sono le priorità e imparando ad organizzarle. Ma quali sono Jole le tue? In ciò che ho letto, emergono priorità diverse. Ciò che conta per te è avere una famiglia felice o apparire tale? Mi rendo conto che in un piccolo paese si guarda persino il pelo nell’uovo e dove non v’è lo si inventa pur di sparlare, ma è necessario capire che ciò che conta non sono le chiacchiera altrui, perché quelle non pagano l’affitto, o la rata della macchina, non dormono con noi, non ci baciano la sera, non raccontano fiabe ai bimbi.. Quelle creano dipendenza, risentimento, rabbia, tristezza. Perché è impossibile piacere a tutti. E laddove noi siamo vincenti o mancanti ( come mogli, casalinghe, lavoratrici etc…) siamo sempre attaccabili perché l’ammirazione è per poche persone forti mentre l’invidia o il giudicare le mancanze altrui è di molti. Ed è proprio quella che crea livore nei nostri confronti. Insomma noi non dobbiamo né cedere al facile fascino delle lusinghe né alla distruzione dei pettegolezzi. E per fare ciò dovresti rivedere le tue priorità. Che non debbono essere apparire brava nel fare le cose bene, ma essere felice di sé e della proprio nucleo famigliare. E questo non lo si ottiene apparendo i migliori. Ma ciò che più mi preoccupa di tutto ciò che hai scritto è questa tua dipendenza all’ alcool. Dipendenza che hai dapprima usato per poterti fornire euforia. Quindi significa che ancora prima di diventarne dipendente eri scarica e hai cercato di tamponare così. Ciò che mi preoccupa è come ti potrebbero vedere i tuoi figli e tuo marito, non le amiche o gli altri. E come tu stessa fisicamente potresti stare. In tal caso ti fornisco un consiglio. Fatti seriamente aiutare. Il fascino dell’avere trovato qualcosa che ti renda attiva a fare ciò che facevi prima perché tu non ce la fai più è errato. La volontà e la forza ma soprattutto le motivazioni corrette le devi trovare in te. Perché quelle di ora non sono corrette visto che ti suggeriscono di scappare allontanandoti da tutto lo stress e anche dalla tua famiglia perché ora la avverti come tale. Quindi, reagisci. Fin da subito, elimina il superfluo. L’apparire. E parlane con tuo marito, lui ha il dovere di starti vicino e darti una mano. Amare significa condividere a combattere insieme. Dividi i compiti con lui, non per questo non sarai la madre perfetta o la moglie perfetta. E fatti seriamente aiutare per la tua dipendenza. E un appunto, troppo spesso si associa dominazione all’autorità praticata sugli altri dal punto di vista soprattutto sessuale. Invece ciò che si omette di dire che dominare equivale a sapere gestire innanzitutto la propria vita e a governare quella altrui per il bene comune. Figli e matrimonio compresi. Un grosso augurio sincero. Dr.ssa Salvi
Se volete porre un quesito scrivete o mandate un video-messaggio
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rosso cardinale dice
Davvero lor signore sono delle super disumane. Disumane perchè andate oltre alla sopportabilità della natura umana. E come la fotografia sempre azzeccatissima rispetto al tema trattato (brava signora mia pure per la scelta di quello) voi donne avete il dono tutte e quante di fare 3 cose contemporaneamente. Una mia collega giornalista mentre sta al telefono, scrive con una mano sul pc, con l’altra piglia appunti e nel frattempo è capace a dire il caffè macchiato è per il capo qullo dec il mio!! Io a volte la guardo e dico ammazza!!! Gaiarda! Ma alla fine gaiarda o no lei ogni 3 mesi entra nella fase isterismo organizzato e da fuori di testa. Leggendo questo ora capisco perchè e perchè non è l’unica; credo che questo argomento sia stato spinoso anche per la sociologa da trattare forse perchè da che la conosco le 3 ore a notte le dorme spesso!! Ma alla fine è vero tutto fa brodo basta trovare ognuno il proprio equilibrio; ma il suo signora mia che le permette di sfondare come un buldozer muri e di non mollare mai qual’ è??
Con stima immensa RC
letizia dice
La realtà che descrive Jole mi è vicina e distante insieme. Vicina perché conosco molte coetanee nella sua stessa situazione, distante perché non ho mai aderito a quel modello e la mia domanda è infatti perché molte donne vi aderiscono. Secondo me se lo sono create da sole come anche io ed altre ci creiamo il nostro modello di perfettibilità a cui tendiamo. Se però questo modello vacilla occorre la forza di rimettersi in discussione e cambiare.
Dr.ssa E. Visconti dice
In effetti, come ci siamo scritte in chat io e Letizia è stato per me difficile scrivere questa mail perchè anche io più di una volta in circostanze diverse mi sono trovata in una posizione di stress simile a quella di Jole. Ma alla fine bisogna sempre fare i conti con la realtà. E la realtà di Jole è che lei non si può proprio permettere di cedere perchè è il fulcro della famiglia ecco perchè urge che lei s’imponga, uso proprio apposta questo termine delle priorità. E lo si può fare anche a 50 anni! Non è che le regole le debbono vivere solo i ragazzi!E posso dire ciò perchè è un imposizione che quando serve sono usa utilizzare pure io. L’equilibrio sta sempre nel sapere gestire le priorità. E se per una settimana sei obbligata a dormire 3 ore a notte, sai che poi lo paghi. Quindi poi devi recuperare in altro modo.
letizia dice
Sì credo che tu ti sia trovata in una posizione di stress simile a quella di Jole. Ma non poi così simile perché Jole si stressa perché aderisce a un modello di perfettibilità condiviso dalla società in cui vive, quello della madre e moglie ideale. Tu ti stressi (= impegni) per raggiungere tuoi scopi indipendenti dall’approvazione altrui. Quindi il suo è uno stress doppio, perché in realtà non soddisfa i suoi reali desideri. La madre è poi sicuramente il fulcro della famiglia, ma non credo che senza di lei crolli tutto … il mondo va avanti senza di noi, e se crolla qualcosa crolla quello che noi stessi ci siamo creati, e spesso si tratta di sovrastrutture.
Alessandro dice
Sono abbastanza daccordo con le “dritte” di Elisa, stavolta! Provo cumunque a dire la mia.
A quel che lei riferisce, la giornata di Jole è composta dai classici elementi che caratterizzano la vita di molte. Normali, non intrinsecamente negativi, non particolarmente stressanti. Il punto è che, dopo anni, si finsce per abituarsi a quel poco di stimolante che essi ci trasmettono e rimane la noia. Quelle piccole cose che abbiamo scelto di iniziare a fare per entusiasmo all’inizio del matrimonio, ora, che l’entusiasmo si è affievolito, appaiono come delle terribili costrizioni che non ci appartengono più.
I due coniugi, ognuno preso nelle sue priorità sempre più “indispensabili”, finiscono per mettere in secondo piano il rapporto, e di conseguenza, fanno cadere il “motivo” per cui si erano dati quelle stesse priorità. Non le riconoscono più e le vedono come una gabbia strettissima che finisce per mangiarsi ulteriormente il loro rapporto.
E’ un circolo vizioso che va interrotto!
Il primo passo è la consapevolezza di ciò che sta accadendo: “La nostra vita “esteriore” sta diventando più importante del rapporto di coppia”. Entrambi i partner devono capire bene questo!
Gli ulteriori passi consistono nel tentare di sostituire le azioni della quotidianità incriminate con versioni equivalenti che privilegino la condivisione col partner. IL tempo dedicato alla coppia deve smettere di essere sacrificato alla routine, ma viceversa, bisogna cercare di rubare sempre più spazio al superfluo.
La solidità affettiva e la sintonia di una coppia sono “sempre” state il più efficace strumento dell’educazione dei figli. Bambini allevati nella perfezione esteriore assoluta (quella che esige il “paesino”), ma nell’equilibrio affettivo precario, spesso mostrano gravissime lacune educative e si troveranno enormemente spiazzati nel momento in cui dovranno affrontare la vita.
Dal punto di vista educativo, i genitori “iperattivi” ed “iperefficienti” presentano enormi rischi di fallimento. E’ necessario trovare il giusto equilibrio, altrimenti il superfluo finsce per mangiarsi L’ESSENZIALE, il rapporto affettivo, appunto.
Suprema Madre Natura dice
Scusa Letizia ma conosci personalmente Elisa per dire che lei non si è mai trovata in una situazione uguale a Jole? Forse pure peggio. Che ne sappiamo noi se ha 5 figli, un marito ,un cane, tre pesci rossi due gatti e una suocera rompi XXX come la mia e che trova pure il tempo di fare il suo percorso. In fondo non sappiamo nulla del suo privato 🙁 almeno io non lo so e tu? 😉 per il resto direi che comunque una persona deve rimboccarsi le maniche e che si le donne non hanno una marcia in più ma dieci rispetto ai maschi!Loro se facessero la metà di quello che fa Jole andrebbero in crisi piena, la casa farebbe schifo, i figli non avrebbero vestiti puliti non si farebbero la barba, già me li immagino certo che scambiare i ruoli per una settimana sarebbe un bel colpo no?