Il dolore muscolare (mialgia), può essere localizzato o generalizzato. Benchè il tipo più comune di mialgia localizzata potrebbe essere causata da un uso eccessivo del muscolo, da un danno (stiramento o contrattura) associato ad un’attività sportiva o lavorativa, un trauma, un’ anomalia posturale, un colpo di freddo e può essere competenza del massoterapista risolverlo, nel caso in cui un paziente riferisce dolori muscolari diffusi, soprattutto se associati ad altri sintomi, è necessario analizzare le mialgie in modo sistemico.
L’Omepata medico chirurgo, anestesista e ginecologa con la quale collaboro la dottoressa Tessadrelli, è sovente dire: “io sono una catastrofista. Quando viene da me un paziente con la tosse voglio escludere che sia un tumore ai polmoni e poi, mi indirizzo su altre patologie“. Non so se questo metro di pensiero sia quello corretto, ma di certo, preferirei farmi visitare da un medico che abbia questo pensiero rispetto a chi, sempre più spesso, anche a causa della limitazione ministeriale, liquida facilmente i sintomi evitando spesso percorsi diagnostici approfonditi. I medici stanno diventando sempre più psicologi e fautori dei sintomi causati da ipocondrie o somatizzazioni, piuttosto che professionisti dell’ organico. Buffo, visto che la psicosomatica stenta ad essere riconosciuta, proprio dalla loro categoria, come co-fattore o causa di una patologia. Ma, riflessione personale a parte, una cosa è chiara. A prescindere dall’attività che si svolge soprattutto in ambito sanitario, è sempre bene escludere che il paziente abbia delle forme sistemiche, prima di avanzare diagnosi e prescrivere terapie sempre più frutto di personali metabolizzazioni od esperienze, che di “risposte diagnostiche”. Anche per ciò che concerne la mia attività, è necessario porsi nella maniera più generalista possibile, avendo cura di indirizzare il paziente che a noi si rivolge, anche verso altre figure, se dopo una visita, la raccolta dati ed i test, si sospetta una componente sistemica.
Un caso clinico
Un uomo di 62 anni si presentò in studio con dolore muscolare diffuso agli arti inferiori, dolore lombare, debolezza muscolare senza alcuna causa apparente. Era stato la settimana prima al Pronto Soccorso per i medesimi problemi e mandato a casa con terapia miorilassante e antinfiammatori da assumere per una settimana. Ma nonostante la terapia il dolore non cessava. Veniva da noi sotto consiglio medico per verificare se una terapia manuale, avesse potuto risolvere i suoi disturbi. La diagnosi era incerta, poichè tutti gli esami eseguiti risultavano essere negativi. Emocromo, lattato, Ck, visita neurologica, lastre lombari, ecografia addome completo, visita angiologia risultavano negative. Dopo avere raccolto alcuni dati sullo stile di vita, le patologie e i farmaci che assumeva, eseguito l’ esame obiettivo, eseguiti specifici test che potevano far supporre ad alcune sofferenze a carico del sistema muscolo scheletrico, dopo avere eseguito test di forza e funzionalità prima di verificare se c’erano ed eventualmente quali fossero le cause del dolore e se le medesime fossero nell’ambito delle nostre competenze, gli consigliammo di rivolgersi ad un nostro specialista per eseguire e completare l’iter diagnostico. Lo specialista completò l’iter verificando lo stato dei muscoli attraverso la biopsia muscolare, per verificare se ci fossero ulteriori patologie sistemiche. Esami che risultarono tutti nella norma. Lo screening pero’ rivelò che il paziente assumeva regolarmente la simvastatina ad dosi elevate da anni uno, principio attivo utilizzato per combattere l’ipercolesterolemia. Fu quindi sospettata una miosite indotta dalla simvastatina ed il trattamento farmacologico fu interrotto. A due settimane dall’interruzione il dolore muscolare era scomparso.
Miopatia da statine
Tra gli effetti avversi più comuni e potenzialmente pericolosi associati alla terapia con le statine (farmaci ipocolesterolemizzanti) ci sono disturbi muscolari che variano dal dolore diffuso, alla debolezza muscolare, senso di pesantezza e rigidità fino alla rabdomiolisi, ossia rottura delle cellule del muscolo scheletrico. Queste complicazioni possono insorgere rapidamente dopo l’inizio della terapia, come possono manifestarsi dopo diversi mesi dall’assunzione. Sebbene il preciso meccanismo con cui insorge la miopatia indotta da statine non sia stato ancora chiarito, sembra che tali farmaci inducano una deficienza acquisita del coenzima Q10, riducendone i livelli circolanti ( tale effetto conduce a sua volta all’inibizione della produzione di uno o più precursori del colesterolo), non è ancora ben chiaro quali siano gli effetti delle statine sui livelli muscolari di ubichinone, ma sta di fatto che la somministrazione di statina, può produrre danni al sistema muscolare e, visto che somministrazione di supplementi di coenzima Q10 per ridurre il rischio di miopatia rimane ancora controverso, in caso di sospetto ed ad esclusione di altre patologie, è bene sospendere la terapia. L’esame di routine per verificare la sofferenza muscolare rimale la misurazione dei livelli di CK, ma sono accaduti casi nei quali i livelli risultavano essere nella norma.
Fattori di rischio
Esistono fattori di rischio ben precisi per lo sviluppo di una miopatia durante la terapia con statine. Tra questi bisogna considerare: età avanzata, alcolismo, bassa statura, insufficienza renale cronica, patologie epatiche, diabete ed ipotiroidismo. Per queste ragioni, nei pazienti ad alto rischio, la terapia con statine dovrebbe essere inizialmente effettuata a bassi dosaggi e dovrebbe essere mantenuta alla minima dose terapeutica in tutti i pazienti. L’American Heart Association and National Heart Lung and Blood Institute, raccomanda la misurazione della CK prima di iniziare una terapia con statine, mentre la National Lipid Association non lo ritiene necessario. Un compromesso ragionevole sarebbe misurare il valore basale della CK nei gruppi ad alto rischio, mentre non è chiaro quale sia un aumento accettabile dopo l’inizio della terapia con statine. Alessandro Oteri (Dipartimento Clinico e Sperimentale di Medicina e Farmacologia dell’Università di Messina)
Malattie che danno disturbi muscolari
Molte altre patologie possono manifestare sintomi di miopatia rappresentati da affaticamento, dolore, tensione e debolezza muscolari, crampi notturni, gonfiori, edemi , parestesie e dolore ai tendini.
- Acidosi metabolica accumulo di acidi nell’organismo non adeguatamente compensato da sostanze basiche, debolezze, crampi, dolori muscolari e ph alterato;
- Anemia carenza di ferro potrebbe dare sintomi di stanchezza, debolezza con dolori muscolari diffusi;
- Artriti malattie autoimmuni a carattere progressivo, debolezza muscolare, dolore articolare, gonfiore articolare;
- Beriberi carenza o malassorbimento vitamina b1, crampi muscolari, rigidità, atrofia, atassia, cardipalmo;
- Citomegalovirus appartenente alla famiglia degli herpes virus, può causare infezioni con un ampio spettro di gravità, dolori muscolari, linfonodi ingrossati, piastrinopenia, reumatismi;
- Distrofie malattie neuromuscolari degenerative, che causano atrofia progressiva della muscolatura scheletrica;
- Febbre reumatica complicanza infiammatoria dovuta a un’infezione faringea da parte dello streptococco di gruppo A, dolori muscolari, caviglie gonfie, febbre, astenia, corea;
- Fibromialgia malattia autoimmune reumatica cronica caratterizzata da dolore muscolare, stanchezza rigidità, mancanza di sonno, dolore ai tendini e legamenti;
- Influenza malattia virale con dolore diffuso ai muscoli ed articolazioni, debolezza, febbre;
- Malattia di lyme malattia di origine batterica causata dalla puntura delle zecche, dolore diffuso muscolare e febbre;
- Malnutrizione o nutrizione priva di proteine animali con indebolimento muscolare, arresto della crescita, atrofia muscolare, ipotermia;
- Miastenia Gravis malattia neuromuscolare autoimmune cronica che causa debolezza muscolare e grave affaticamento;
- Mielopatie malattie spinali derivate da compressioni, infezioni (meningite), problemi vascolari (emorragia o ischemia per difetto di irrorazione), carenza di vitamina B12, patologie degenerative (sclerosi multipla), neoplasie; disfunzioni dell’alvo, erettile e vescicale associati a debolezza muscolare, dolore agli arti, dorsale e ai muscoli, fascicolazioni, parestesie, formicolii, segno di Lhermitte;
- Miosite da statine o fibrine in caso di dosaggio elevato è possibile per chi assume fibrina (proteina utilizzata nella coagulazione del sangue) e statina (farmaci che inibiscono la sintesi del colesterolo endogeno) dolore muscolare diffuso, aumento del cpk (non sempre) affaticamento, dolore, tensione;
- Morbo di Addison malattia primitiva data da insufficienza corticosurrenale cronica e ipotiroidismo, dolore diffuso muscolare;
- Polimialgia malattia reumatologica caratterizzata da dolore e rigidità muscolare che parte dalle spalle;
- Polimiosite malattia infiammatoria autoimmune progressiva dell’apparato muscolare specialmente collo e tronco;
- Rabdomiolisi spesso legata all’over use negli sport o da farmaci, con affaticamento, dolore muscolare, colorazione scura delle urine;
- Sindrome delle gambe senza riposo crampi, sensazione di qualcosa che striscia sulle gambe, gambe che tirano, formicolio, dolore o scosse;
- Sla patologia genetica che causa distrofia, fascicolazioni, parestesie, debolezza muscolare, perdita di funzionalità ed equilibrio;
- Squilibrio elettrolitico carenza di sodio e potassio, debolezza, crampi, sensazioni di fuoco nei muscoli;
Come si trattano i dolori muscolari
Per trattare in modo efficace i dolori muscolari, è necessario fare luce sul quadro clinico specifico; infatti, a seconda del motivo scatenante, la terapia può essere localizzata o sistemica, massoterapica o multidisciplinare con protocolli terapeutici e di durata più o meno complessi. In linea generale, tenendo conto di una motivazione che sia locale e non sistemica, i dolori muscolari di tipo acuto traggono beneficio dalle terapie fisiche antalgiche e rigenerative e dal riposo; mentre i dolori di tipo cronico possono richiedono un percorso di programmazione multidisciplinare mirato che preveda la gestione del dolore e il recupero funzionale. Alla base di ogni valutazione è comunque necessario individuare la causa, per poter meglio mirale l’intervento. Se i dolori muscolari sono inseriti in un quadro sintomatologico sistemico, ossia secondari a condizioni patologiche di gravità variabile, essi traggono giovamento dalla rimozione o dalla miglior gestione possibile, della causa che ne sta alla base.