Mi sono state rivolte alcune domande da un fruitore di servizi erotici on-line
– La prima domanda: “Dottoressa secondo lei c’è qualche possibile collegamento tra persone con handicap e sadomasochismo“?
– La seconda: “Lei crede che una persona con handicap voglia sottomettersi perchè si ritiene inferiore“?
– La terza: “Molte accompagnatrici si rifiutano di fare sessioni con persone che hanno handicap cosa pensa“?
– La quarta: “Crede che le persone con handicap abbiano a livello sessuale dei diritti”?
L’utente in questione, fruitore di servizi erotici on-line è una persona diversamente abile. Si, diversamente abile, perchè io non amo infatti usare il termine handicappato, perchè quando ero piccola si usava questo termine per identificare qualunque forma di handicap sia esso una menomazione fisica, psicologica o genetica. Va da se che quando si parlava di persona con handicap saltava in mente il ragazzo ritardato e un pò pazzo che fa pena. Ma questo modo di essere da secoli ha sempre fatto paura. In certe epoche storiche le menomazioni o le malformazioni fisiche venivano viste come forme di possessioni diaboliche, in altre come la giusta punizione per una famiglia disgraziata o una moglie adultera, in altre come segni di sventura e premonizioni nefaste. Hitler credeva che gli invalidi fossero un peso e un rischio generazionale e li sopprimeva. Molte civiltà autoctone aborigene uccidono a tutt’oggi i neonati portatori di handicap con la convinzione che se dovessero lasciarli vivere nel loro villaggio essi attirerebbero le ire dei loro Dei. La nostra stessa “civiltà” occidentale, che dovrebbe avere superato l’onta dei luoghi comuni o delle superstizioni in realtà li “tollera” e si dimostra non essere affatto pronta ad amare, accettare e rispettare ciò che è diverso dalla normalità, dallo status d’immagine ideale, chi spaventa. Uomini sordomuti che sposano donne sordo mute e decidono di procreare, vengono rimproverati perchè i bambini nati da loro se dovessero parlare e sentire sarebbero costretti a vivere in un mondo di silenzio. E così via. Io credo ci sia del buon senso a tutto. E come fare ad avere buon senso? E’ inaccettabile che la menomazione fisica, debba essere considerata un parametro che possa dare o togliere valore alle persone. Ci sono portatori di handicap di valore, e altri invece ipocriti, come tutti. Quindi dovremmo iniziare a guardare i portatori con occhi diversi cercando di non farci influenzare sia positivamente che negativamente dalle loro caratteristiche. Eppure ancora oggi ci sono dibattiti se è giusto oppure no, che tali persone possano fare sesso o procreare. Io credo che la forma in cui viene presa in considerazione questa analisi sia errata. Non ci si deve chiedere se i diversamente abili possano o no fare sesso o procreare. Ma ci si deve chiedere se una persona al di la delle sue caratteristiche è sana, e autosufficiente per poter essere responsabile delle scelte che fa in modo autonomo. E questo va stabilito per ogni singola persona. Me compresa. E’ chiaro che se una persona non possiede delle caratteristiche genetiche favorevoli, è preferibile che non concepisca, solo per evitare di mettere al mondo una creatura che soffrirebbe. Ma questo si spalma su chi è ciliaco e potrebbe dare vita ad un feto con la spina bifida, o al malato genetico che potrebbe dare vita a malformazioni paurose, non solo a coloro che sono già diversamente abili. Qui allora entra in gioco non tanto lo stabilire dei paletti, ossia il down in ogni caso non deve procreare, ma il buon senso. Se io donna comune sapessi che ho la probabilità di concepire un down perchè ho oltre i 50 anni, mi debbo chiedere se vale la pena egoisticamente parlando mettere al mondo una creatura che avrà sian dal primo vagito mille difficoltà. E se l’handicap è ancora più invasivo, come ad esempio una persona con idrocefalo, devo essere conscia che morirà presto soffrendo. Ma se un down è ben introdotto, nella società ed è responsabile e automono, perchè negarglielo? Quindi il ragionamento deve essere fatto solo da chi si trova in questa situazione, aiutato solo da persone qualificate in grado di dare delle risposte e supporto, e non da noi “comuni ” esseri umani. Perchè voglio vedere se qualcuno si permette di venire a casa vostra e si permette di dire che voi sbagliate e per le vostre scelte vi isola…. Ma a tutt’oggi è così. In questo terrificante panorama è difficile considerare le persone diversamente abili come persone che posseggono dei diritti, dei doveri e una dignità. Di fatto ancora oggi quando ci si trova dinnanzi ad un diversamente abile non si sa mai come comportarsi. E questo è umano. Siamo tutti impreparati, intrisi di luoghi comuni e incapacità nel relazionarci con persone diversamente abili. Se alcune ragazze non accettano tali persone non è di certo per razzismo, ma per paura o timore di non sapersi rapportare e non le biasimo. E’ innegabile che un essere umano leso porti emozioni diverse e lo si tende a trattare con più delicatezza, ma rimane il fatto che se un adulto viene da me per farsi sottomettere pur nelle sua inabilità, io non lo favorisco affatto. E sulla domandata se una persona diversamente abile è più propensa al masochismo rispetto ad un altra la risposta è assolutamente no. E’ il carisma della persona che è più o meno propensa alla sottomissione a prescindere dalla persona stessa che la rende sub, perchè se il ragionamento fosse inverso, la percentuale delle persone diversamente abili che fa sm dovrebbe essere altissima, invece è pur vero il contrario. Rimane comunque il fatto che i diritti e i doveri si riconoscono agli esseri umani a prescindere da razza, religione, territorialità, condizione economica e peculiarità fisiche. E la persona diversamente abile è soltando un essere umano, con vizi, e vezzi come chiunque altro. Dottoressa Salvi
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lucien dice
Mi fa davvero piacere leggere questo bellissimo articolo di Miss Elisa.
Complimenti per avere sentito l’esigenza di scegliere e trattare un argomento così delicato e difficile !!!
La delicatezza del suo pensiero è ..INFINITA !
Vorrei possedere una preparazione ed una cultura sufficientemente ampia al fine di contribuire ad un ulteriore approfondimento di questa tematica…
mi limiterò più modestamente a proporre qualche osservazione
L’analisi parallela del vissuto e del modo di rapportarsi alla persona diversamente abile in alcune epoche passate appare molto realistico e veritiero
Ogni epoca si riflette nel vissuto e nel comportamento dell’essere umano…come si può notare dagli esempi dell’articolo,,,,ma accanto a questo si manifesta sempre e da sempre una condizione psicologica individuale o di massa che inasprisce e rende ancor più inumano il vissuto ed il comportamento sociale….
La superstizione..le paure…il pensiero magico si uniscono dando luogo ad un mix micidiale ..se a questo si aggiunge il bisogno proiettato di superiorità od il terrore dell’inferiorità…gli atteggiamenti diventano ancor più malvagi e assurdamente discriminatori…
Il vissuto delle malformazioni o delle menomazioni fisiche o mentali si riallacciava alla concezione superstiziosa del Divino che aveva potere (secondo le credenze dell’epoca) di dispensare moniti o punizioni o vendette
In Hitler il discorso si riallacciava non solo alla Sua paranoia ma anche all’esasperazione che questa condizione provocava sul bisogno di perfezione ideale ..di grandezza illimitata..di potere assoluto..sulla paura delle proprie insufficienze ed inadeguatezze —
“la perfezione della razza” rappresentava una scelta di opportunismo politico dittatoriale ma anche la proiezione del proprio folle bisogno di un’identificazione Divina..
..”..più divento simile alla grandezza e alla perfezione Divina..più allontano il mio personalissimo terrore distruttivo e la non accettazione dei miei limiti…
Oggi fortunatamente è diverso….anche se ancora si tende ad escludere..discriminare il diverso..qualunque sia la sua diversità…..
la nostra aggressività e malessere interiore talvolta percorrono questa odiosa e ingiusta strada per uscire….
Il Mito della bellezza e della perfezione non vengono temperati da valutazioni più ampie ..complete ed omnicomprensive sulla realtà di un essere umano……..così come il mito attuale dell’efficientismo e del successo
Non si piange più …non ci si commuove più..non ci sono più lacrime…! non c’è forse più spazio per le istanze più umane …non riusciamo più a identificarci con la mancanza e con il dolore…
Non vorrei che le mie parole fossero scambiate per un tentativo elegante di proporre un certo pietismo o un aspetto umano sfuggente…
penso altresì che le qualità che caratterizzano e rendono importante ogni essere umano appartengano INDISTINTAMENTE ad una persona cosiddetta normale…come ad un portatore di handicap..!!
L’intelligenza…la sensibilità..l’intuizione..la sottigliezza osservativa…la luminosità dell’animo…la spiritualità (termine che non uso in senso religioso) possono appartenere ad ogni essere umano indipendentemente dalla condizione fisica..
Anzi penso che colui o colei che hanno sofferto possa, in questo senso,,vantare qualcosa in più…
La valutazione sulla sessualità o sul BDSM della persona diversamente abile, seguono a m io pare questa logica-
Lucien
elisavisconti dice
lucien dice
Grazie Miss Elisa, le Sue considerazioni e valutazioni sul mio intervento mi fanno davvero piacere!
Sono contento di potere offrire un valido contributo a questo interessantissimo Blog informativo.
Grazie ancora
Lucien
elisavisconti dice
lucien dice
G R A Z I E !