Dottoressa come mai 1 italiano su 3 è affetto da colon irritabile?
La colite è un gruppo di condizioni infiammatorie ed autoimmuni causate da forme batteriche, abuso di antibiotici, dall’intolleranza verso alcuni alimenti che infiammano il colon, dalla somatizzazione costante da stress emotivo, dalle cattive abitudini alimentari (assumere alimenti irritanti come caffè, the, grassi elaborati, formaggi grassi, alccol può portare all’infiammazione generale del colon) o dall’alterazione del sistema immunitario, che dà origine a risposte immuni anomale dirette contro organi del proprio organismo, che nel caso dei disturbi del colon attaccano l’organo sia a singoli distretti che in modo esteso. Mentre l’elemento distintivo delle infiammazioni al colon è dato: da forme batteriche, dall’assunzione di farmaci ed antibiotici, dall’assunzione di alimenti ai quali si è intolleranti o troppo acidi che distruggono la flora batterica intestinale creando acidosi e muco nell’intestino irritandolo, l’elemento distintivo delle forme autoimmuni è l’aggressione del sistema immunitario verso alcune parti del proprio organismo senza che ne esista causa apparente o derivate da un cattivo comportamento alimentare. Nel caso del colon, a prescindere dalla causa che fa insorgere la colite, questa serie di infiammazioni creano dolore alla palpazione, pancia gonfia, gorgoglii, eccesso di liquidi nell’intestino, eccesso di gas, flatulenza e tensione addominale, stitichezza o diarrea a volte associate, peso perineale. Nel caso d’ infiammazione estesa o crisi colitiche il dolore può apparire spontaneamente coinvolgendo gli organi più vicini come la vescica e l’utero per le donne e si può irradiare sul fondo schiena della zona del coccige, nella zona del fegato sino alle gambe. Comunque sia, prima di decidere come affrontare il problema e disinfiammare l’intestino è necessario escludere ogni causa individuando la motivazione o le motivazioni che hanno scatenato la patologia.
Come si deve valutare un paziente colitico per capire quale causa ha scatenato la patologia?
Innanzitutto ci terrei a precisare che la colite in sè non è una patologia ma un’ infiammazione estesa del colon che se non curata può portare l’ intestino ad avere molteplici patologie anche gravi. Come polipi, diverticoli, ulcere sino al cancro. Quindi come ogni altra forma infiammatoria, è bene non solo tenere a bada i sintomi sedando i picchi d’infiammazione, ma evitare che l’organo sia infiammato attraverso una corretta azione terapeutica mirata non solo sul lenire i fastidiosi o dolorosi sintomi, ma anche ad eliminare quanto più possibile le cause infiammatorie. La valutazione dev’ essere fatta attraverso degli esami specifici escludendo via via le cause più ovvie sino a valutare in caso di risposte negative quelle più specifiche. Prima di valutare che la propria colite sia determinata da un attacco immunitario è necessario iniziare con l’anamnesi del paziente per escludere se la propria forma colitica sia data da cattive abitudini alimentari, stress emotivo, forme batteriche, assunzione di farmaci. In questi casi basta risanare la causa con un regime alimentare alcalino dando degli integratori specifici, sostituendo il più possibile i farmaci irritanti ristabilendo il ph dell’intestino e la flora batterica. E se è formata dallo stress è bene consigliare al paziente di imparare forme di traning autogeno o meditazione o qualunque forma possa canalizzare lo stress. Se dall’anamnesi risulta che il primo step non ha causato le infiammazioni bisogna sottoporsi ad una serie di esami diagnostici che possano escludere motivazioni legate ad esempio ad un’ intolleranza al glutine al latossio od ad altri alimenti attraverso esami del sangue, bisogna sottoporsi ad una visita gastro entereologica, fare l’esame delle feci per escludere forme batteriche. Se anche in questo caso gli esisti sono negativi, si può pensare di essere difronte ad una forma autoimmune.
Se la colite è autoimmune cosa consiglia ai pazienti?
La colite autoimmune è la forma più complessa da gestire. Perchè come tutte le patologie autoimmuni pare non esistano delle cause specifiche. L’eziologia dal punto di vista medico non è ancora stata stabilita. In sostanza non si capisce come mai ad un certo punto il sistema immunitario impazzisce e inizia a distruggere alcuni organi del proprio organismo. Infatti tutte le cure protocollate fin ora servono solo a sopprimere il sistema rendendolo innocuo, ma non curano affatto. E purtroppo tali malattie rimangono incurabili o degenerative. Ma ci sono una serie di indicazioni o strumenti diagnostici che si possono e debbono seguire se siamo difronte a questo aspetto. Innanzitutto difronte a queste possibilità faccio eseguire al paziente il TEST DEL MINERALOGRAMMA che definisce se nel nostro organismo sono presenti metalli pesanti e tossici, che normalmente non dovrebbero esserci, causa di patologie autoimmuni. Come il Vanadio e il Mercurio. Il Mercurio inoltre è presente nelle amalgame dentali delle otturazioni “vecchio tipo” (oggi a causa dell’avvelenamento da mercurio che numerose ricerche hanno evidenziato è vietato usare questo ingrediente per le amalgame) quindi verifico sempre se il paziente ha otturazioni con questo metallo. Il TEST DEL MINERALOGRAMMA indica anche i livelli di minerali presenti nel corpo. Un esubero di ferro o manganese ad esempio, potrebbero favorire l’insorgere di patologie autoimmuni. Tratto casi di persone che sono aggredite da malattie autoimmuni e deteriorate a causa delle cattive abitudini dello stile di vita da più di 2 anni. E ho potuto constare come la malattia o le infiammazioni autoimmuni siano diffuse e prese sotto gamba dai medici che spesso, non conoscendone le cause, la liquidano dando ai pazienti quintali di immunosoppressori e cortisonici che hanno tutta una serie di importanti controindicazioni. Il risultato del TEST DEL MINERALOGRAMMA, non ci garantisce di guarire da una patologia, ma di certo aiuta ad individuare le possibili cause di tossicità a cui l’organismo è sottoposto che possiamo eliminare attraverso una terapia adeguata.
E nel caso in cui la colite è data dalle intolleranze alimentari?
In quel caso l’esclusione di alimenti allergizzanti o intolleranti per il nostro organismo (anche in questo caso consiglio di sottoporsi a regolari test del sangue riconosciuti dalla comunità scientifica (ciò che io utilizzo è l’unico test del sangue riconosciuto) elimina le forme infiammatorie.
Anche la dieta può peggiorare i sintomi del colon irritabile?
Certamente un alimetazione disequilibrata e poco sana, o troppo acida crea infiammazione all’intestino. I fast fodd, i take away, mangiare velocemente spesso davanti alla tv e al computer, assumere elementi acidi come salse precotte, the, caffè, alcool, bibite zuccherate, formaggi stagionati e grassi ecc. Squilibrano il nostro apparato intestinale. Oppure le infiammazioni possono derivare da abusi di diete a stecchetto fai da te e lassativi pre vacanza. Anche questi agenti irritano molto il colon. In questo caso prima di iniziare con la corretta alimentazione fornisco sempre ai miei pazienti un regime disintossicante per ripulirli dalle tossine e degli integratori per ristabilire il PH, dei rimedi omeopatici per abbassare i livelli di infiammazione e tenere sotto controllo il dolore. Non esiste la dieta generalista perfetta e visto che in rete si trova di tutto spesso si rischia di seguire un processo fai da te che spesso crea più danni che il resto. Perchè ciò che può andare bene ad esempio per lei, potrebbe fare malissimo ad un altro. Ritengo quindi fondamentale necessario affidarsi ad una professionista che valuti caso per caso il corretto percorso da fare sia dal punto di vista personale che fisico. Perchè il nostro obiettivo è quello di trovare il nostro personale equilibrio escludendo gli alimenti incriminati. Vorrei anche aggiungere che l’essere umano purtroppo è nato per complicarsi la vita, quindi può benissimo succedere che le cause del colon irritabile possano essere multiple con componenti derivate dalle intolleranze e anche dal lavoro anomalo del sistema immunitario. Il tutto condito dall’aumento del tasso di stress e dalle cattive abitudini non solo alimentari, ma di stile di vita. Purtroppo viviamo in una società che di certo non concilia la tranquillità mentale, le ore di lavoro spesso raggiungono le 10 12 ore al giorno e la domenica è diventata una giornata usata per fare tutte quelle cose che durante la settimana non si riescono a fare. Non c’è più spazio per pensare a sè concedendosi del tempo e si mangia in modo sempre più veloce. Personalmente credo fortemente che lo stile di vita odierno e i tempi saturi e frenetici che viviamo, la mancanza di serenità e di spazi per il relax e il divertimento potrebbero essere la con-causa se non addirittura il reale motivo della “pazzia” del sistema immunitario.
Quali sono le sue pazienti tipo?
Non esiste una tipologia di clientela. Tratto anziani, sia manager in carriera, sportivi o donne incinte che vorrebbero passare un ottima gravidanza ma senza perdere la linea e senza entrare in depressione. Tratto donne lacerate dalle vampate della menopausa, che sportivi o persone anziane e malate. Persone con peculiarità diverse ma con il medesimo bisogno. Sentirsi bene. Ma il modo per soddisfarlo dev’ essere diverso e personalizzabile.
Lei collabora con altri professionisti?
E’ assolutamente necessario. Il percorso che propongo viene fatto sull’anamnesi a tutto tondo del paziente, io non sono una dietologa quindi è necessario stabilire un percorso comune con altri specialisti. E’ indispensabile escludere ogni patologia e se sussistono è fondamentale il coordinamento con altri professionisti. Medici e dietisti. Perchè il benessere di una persona deve essere funzionale a 360°.
Concludiamo l’intervista con un’ indicazione. Un ultimo suo consiglio?
Il nostro corpo è come una macchina con cuore e coscienza. Per farlo funzionare al meglio dobbiamo fare annualmente tagliandi di controllo, fornire carburante di ottima qualità, evitare i traumi e soprattutto non spingerlo oltre a ciò che lui può fare. E la riserva non è uno spazio dove attingere ulteriori energie, ma la spia che ci dimostra che rimarremmo a secco a breve. Teniamo anche in considerazione che spesso sono le emozioni a farlo ammalare e vanno considerate senza liquidarle con semplicità. Quando si sta male non facciamo percorsi fai da te o tramite la rete o suggeriti dall’amica che è stata meglio. Danni causati dalla ricerca del self service salute ne ho visti già abbastanza. Quindi impariamo a seguire queste costanti. Facciamoci il tagliando una volta l’anno e soprattutto fermiamoci quando avvertiamo la riserva. Perchè a dispetto delle macchine noi una volta rotti, difficilmente ci possiamo aggiustare.
Ringraziando la Dr.ssa Salvi per la sua intervista concludo che per stare bene con il nostro intestino dovremmo stare bene con noi stessi. Marco Ravalli
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